Agrimeccanica

Meccanizzazione, le imprese agricole ripiegano sull’usato

In un mercato continentale che vede una crescita significativa in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, l’Italia evidenzia un andamento stazionario, registrando a fine 2019 una crescita per le trattrici dello 0,7%, in ragione di 18.579 macchine immatricolate. Questo dato – presentato questo pomeriggio a Verona dal Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – conferma come il mercato nazionale si sia negli ultimi anni stabilizzato, con una media di 18.400 unità nei sei anni dal 2014 al 2019 (escluso il dato anomalo dell’anno 2017 viziato, come noto, dall’immatricolazione forzata di stock di trattrici in giacenza prima dell’entrata in vigore della nuova norma comunitaria sulle omologazioni). All’interno di un mercato che esprime negli ultimi anni volumi complessivi costanti – ha osservato Malavolti – si nota una notevole disparità tra le Regioni, che risultano nei bilanci annuali ora più ora meno performanti rispetto alla media nazionale. Nel bilancio 2019, al cospetto della media nazionale del +0,7% le immatricolazioni di trattrici registrano un picco in Emilia Romagna (+21,4%), in Lombardia (+10,2%), nel Lazio (+14,2%); mentre in altre importanti Regioni agricole subiscono netti decrementi: – 25% in Campania, -5% in Piemonte, -3% in Puglia e -18% in Sicilia.

Al di là della maggiore o minore capacità delle singole amministrazioni di utilizzare i fondi pubblici per l’acquisto di mezzi agricoli, la vistosa oscillazione nelle statistiche di vendita dipende in buona misura dalla tempistica dei bandi, che produce rapidi incrementi di immatricolazioni e poi fasi di blocco delle domande. Su questo aspetto la Federazione dei costruttori sta svolgendo un’opera di sensibilizzazione in sede politica e amministrativa – ha ricordato Malavolti – affinché possa esserci nella pianificazione dei bandi una maggiore continuità ed un migliore coordinamento tra le Regioni, e le stesse case costruttrici possano programmare meglio la produzione e la distribuzione, evitando quei picchi e quei cali della domanda che vanno a scapito dell’economia complessiva del sistema.

Di fondamentale importanza, nel valutare l’andamento del mercato nazionale, è l’analisi della redditività dell’agricoltura e quindi della capacità della stessa di effettuare investimenti per migliorare le proprie dotazioni tecnologiche. Nel 2019 la produzione agricola italiana è risultata in calo dell’1,3% in volume per l’andamento non positivo delle produzioni di vino, frutta e cereali, il valore aggiunto lordo è sceso del 2,7% e il reddito è risultato in calo del 2,6%. Il calo dei redditi agricoli, del resto, è un trend costante nel nostro Paese e questo penalizza da lungo tempo gli acquisti di macchine anche in presenza di un reale fabbisogno di tecnologie. Il mercato dei mezzi nuovi, insomma, non riflette fedelmente la domanda che esiste a livello nazionale. Lo rivela il dato sulle trattrici usate, le cui compravendite crescono in modo vistoso.

Il monitoraggio costante che l’ufficio statistico di FederUnacoma realizza sul mercato dell’usato – che si basa sui passaggi di proprietà registrati presso il Ministero dei Trasporti – evidenzia un trend preoccupante. Nel 2019, a fronte delle 18.579 trattrici nuove vendute sul mercato nazionale le vendite di trattrici usate ammontano a 39.800 unità, più del doppio quindi dei mezzi nuovi di fabbrica. Il dato è ancora più allarmante – ha osservato il Presidente dei costruttori – se si guarda alle percentuali d’incremento: mentre il mercato del nuovo registra, come detto, una crescita dello 0,7% rispetto al 2018, quello dell’usato cresce del 5,3% (i passaggi di proprietà erano stati nel 2018 37.800). Esaminando il periodo dal 2014 al 2019, le immatricolazioni di macchine nuove sono cresciute appena del 2,2%, mentre quelle di macchine usate sono cresciute del 60,7%.

 

 

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