Zootecnia

Indici Crefis di redditività dell’allevamento dei suini

Nel mese di maggio la redditività della fase di svezzamento è ulteriormente diminuita, sia in termini congiunturali (ovvero rispetto al mese precedente) che tendenziali (nei confronti dello scorso anno), con variazioni rispettivamente del -4,3% e -12,1%. La diminuzione dei prezzi dei suini da allevamento di 7 kg, unita all’elevato livello dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione animale, ha portato a questo andamento negativo.

Una modestissima ripresa ha, invece, interessato la fase di accrescimento: +2,0% rispetto ad aprile. In questo caso, gli allevatori sono stati favoriti dall’ulteriore aumento di prezzo fatto segnare dai suini da allevamento di 40 kg (+2,0% rispetto al mese precedente) e dalla stabilità dei prezzi dei suinetti di 7 kg verificatasi ad inizio periodo. Nono- stante questa crescita, l’attuale livello di redditività resta ben al di sotto dei livelli fatti registrare lo scorso anno ( -22,9%) e prossima ai livelli più bassi dell’ultimi triennio, quindi su livelli più bassi anche rispetto a quelli del 2020 in piena crisi da pandemia.

In forte calo la redditività degli allevatori impegnati nella fase di ingrasso, con una variazione congiunturale del -11,1% ed una tendenziale del -10,9%. In questo caso, il calo dei prezzi dei suini da macello pesanti (-5,3% ri- spetto ad aprile), sommato ad un prezzo di acquisto dei suini da allevamento di 40 kg che era in crescita ad inizio del periodo di ingrasso, hanno portato ad una diminuzione della redditività degli allevatori.

In maggio la redditività degli allevatori impegnati nel cosiddetto ciclo chiuso ha registrato un decremento sia in termini congiunturali (-9,0%), che tendenziali (-13,7%). Per questa tipologia di alleva- mento va ricordato che il periodo di riferimento è decisamente più ampio rispetto alle fasi viste in precedenza, dato che comprende tutte le fasi dell’allevamento, a partire dalla gestazione della scrofa. La già citata diminuzione dei prezzi dei suini da macello pesanti, unita all’elevato livello dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione sui- na, non ha consentito a tali allevatori di aumentare i propri guadagni.

La redditività dell’allevamento a ciclo chiuso, che in sintesi descrive l’andamento economico dell’intera filiera, evidenza chiaramente come gli ultimi 5 mesi siano stati caratterizzati da una crisi pesante: i valori dell’indice sono i più bassi dal 2015, cioè da quando è disponibile questo indicatore. Per 4 di questi mesi la redditività risulta peggiore anche rispetto al precedente minimo storico raggiunto nel giugno 2020, nel momento peggiore della pandemia.

In rialzo, invece, la redditività degli allevatori statunitensi (indice ricalcolato causa sostituzione dei prezzi dei cereali utilizzati per l’alimentazione suina), che fa segnare un +2,4% in termini congiunturali (ovvero rispetto al mese precedente). Tale andamento deriva dall’aumento dei prezzi dei suini statunitensi, cresciuti del +8,7% rispetto al mese precedente, che ha bilanciato l’aumento dei prezzi del mais e della soia. Nonostante questo incremento congiunturale, l’attuale livello di redditività resta al di sotto di quello dello scorso anno: -15,0%.

In aprile (ultimo mese disponibile) la redditività degli allevatori europei è ulteriormente cresciuta rispetto al mese precedente (+5,7%), restando comunque al di sotto dei livelli fatti segnare nello stesso periodo dello scorso anno (-7,0%). L’andamento congiunturale ha beneficia- to dell’aumento di prezzo dei suini da macello europei (+12,1% rispetto al mese scorso), che ha più che bilanciato le quotazioni delle materie prime utilizzate per l’alimentazione suina.

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