Zootecnia

Produrre in modo efficiente carni di qualità per una dieta sana è possibile grazie agli allevatori italiani

 

La seconda giornata alla 54esima “Agriumbria” a Bastia Umbra (Perugia), in corso da venerdì 31 marzo a domenica 2 aprile 2023 ha confermato il successo dell’esordio della manifestazione quale ‘Polo delle Carni Italiane.

A.I.A. ed Associazione Allevatori Umbria e Marche, insieme a FEDANA hanno contribuito con un ruolo di primo piano ad inviare un messaggio positivo agli allevatori, alle istituzioni e ai numerosissimi cittadini che hanno affollato il quartiere fieristico bastiolo, Motivi di incoraggiamento sono emersi nel corso del Convegno del pomeriggio di sabato 1 aprile dal titolo “Produrre carni di qualità in modo efficiente per una dieta sana”.

L’incontro, organizzato da A.I.A. con il sostegno di MSD Animal Health, non è stato solo un momento importante di riflessione e confronto tra tecnici ed allevatori – oltre un centinaio i presenti in sala Europa del Centro Congressi fieristico – , ma anche occasione per annunciare l’avvio di un concreto progetto operativo di assistenza tecnica che coinvolgerà un campione rappresentativo di allevamenti di razze bovine autoctone di regioni del Centro Italia – Lazio, Marche, Toscana ed Umbria – e che è intenzione concludere entro un anno, magari potendone presentare i risultati già nel corso della prossima edizione di “Agriumbria”.

Il Convegno è stato aperto dai saluti dei presidenti di A.I.A., Roberto Nocentini, e di “Umbriafiere”, Stefano Ansideri ed ha visto anche il gradito intervento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Umbria, Roberto Morroni. In particolare, il presidente Nocentini ha ringraziato i vertici e lo staff di “Umbriafiere” per aver realizzato anche quest’anno una manifestazione importante e di livello nazionale, che ormai si è consolidata ed è in continua crescita, nonostante le difficoltà incontrate nel biennio coincidente con l’emergenza pandemica.

Il grande coinvolgimento degli allevatori in Agriumbria è testimoniato dalla quantità e dalla qualità dei capi in esposizione e dalle ben quattro Mostre Nazionali dedicate alle razze Chianina e Romagnola di Anabic e Charolaise e Limousine di Anacli. Il presidente Ansideri, dopo aver ricordato la proficua collaborazione che ha portato alla firma del protocollo per la realizzazione del “Polo delle Carni Italiane” ha confermato la volontà di puntare sempre più sul contributo del Sistema allevatoriale nel realizzare quella che è la manifestazione portante nel calendario di “Umbriafiere”. Sistema allevatoriale che, ha detto, è fondamentale anche per portare avanti quell’obiettivo generale di comunicazione di quelle che sono le autentiche eccellenze dell’agroalimentare nazionale in netta contrapposizione allo spauracchio costituito dall’avanzata delle ipotesi di introduzione di cibi sintetici anche nel nostro Paese, fortunatamente “stoppate” dal tempestivo intervento del Governo italiano con il varo del Ddl annunciato nel corso del recente Consiglio dei Ministri. Sull’argomento cibi sintetici è tornato anche l’assessore Morroni, che ha esortato tutti ed in particolare gli allevatori ad essere protagonisti del proprio futuro e non a “subire la storia”. Più che il puro e semplice “no” al cibo in provetta, gli allevatori devono insistere nel proporre e promuovere il loro modello virtuoso, di qualità ed autentico valorizzandone le caratteristiche senza aver paura dei profondi e veloci cambiamenti in atto a livello globale e locale.

Al Convegno, moderato dalla giornalista Anna Mossini, sono intervenuti in qualità di relatori Filippo Rossi, ricercatore del Dipartimento Diana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Massimiliano Intini, Key Account Manager coordinatore di MSD Animal Health, Carlo Angelo Sgoifo Rossi, professore associato del Dipartimento di Medicina veterinaria e scienze animali dell’Università di Milano e Riccardo Negrini, direttore tecnico di A.I.A. . In sala, fra i numerosi allevatori e tecnici, tra gli altri, il direttore generale A.I.A. Mauro Donda, i presidenti ed i direttori dell’Associazione Allevatori Umbria e Marche, Fabrizio Soro e Claudio Bressanutti, di Ara Emilia-Romagna, Maurizio Garlappi e Claudio Bovo, di Ara Basilicata Palmino Ferramosca e Franco Carbone, di Anabic Luca Panichi e Stefano Pignani.

Molto vivace e ricca di spunti, anche per quanto riguarda aspetti salutistici legati al consumo di carne, la relazione del ricercatore Filippo Rossi, stimolante già dal titolo che ipotizzava “Cosa succederebbe in caso di lockdown della carne?”. Da parte sua, Massimiliano Intini di MSD Animal Health ha ricordato tra l’altro come le “soluzioni digitali” in materia di rilevazione dati e di benessere animale proposte dall’azienda rappresentata siano in comunità di intenti con quanto messo in campo da A.I.A. con le proprie attività e con il Progetto LEO soprattutto nella parte di sviluppo della sensoristica in stalla. Ha anche sottolineato i principali benefìci che si ottengono dall’utilizzo di un sistema di monitoraggio in azienda, che permette di utilizzare al meglio la tecnologia esistente, come nel caso del gestionale Si@llEvA fornito gratuitamente da A.I.A. a tutti gli allevatori, elementi che danno come risultato una miglior gestione dell’allevamento sotto tutti gli aspetti.

A tutto campo sulle principali necessità del management nel comparto bovino da carne la relazione del professor Carlo Angelo Sgoifo Rossi, che si è soffermato in particolare sugli aspetti determinanti per ottenere una eccellente qualità delle carni partendo dall’incredibile patrimonio di razze bovine italiane. Sono stati esaminati aspetti tecnici quali il pH al momento dell’abbattimento, all’età alla macellazione, allo stato di ingrassamento, che deve essere sempre adeguato. Fondamentale, per il relatore, valutare la sostenibilità e l’efficienza degli animali allevati, per raggiungere un “vera” qualità del prodotto ed evitare “autogol” in riferimento agli aspetti nutrizionali, ambientali e di gestione pre e post macellazione. Ha riscosso molto interesse la proposta, soprattutto ai fini della comunicazione della eccellenza delle carni bovine derivanti dalle razze pregiate autoctone italiane, di una “Qualità 360.it”, anche perché, nel nostro sistema nazionale, ci sono molte informazioni a disposizione che consentono di fornire una trasparenza massima e completezza di dati, non sempre sfruttati appieno nelle loro potenzialità. Temi perfettamente agganciati nella relazione del direttore tecnico A.I.A. Riccardo Negrini, che ha esposto tutti i più recenti risultati del Progetto LEO (Livestock Environment Opendata), di cui l’Associazione è capofila, attività giunta nella parte finale di realizzazione e che risponde ad una ampia richiesta di dati e informazioni che possono essere condivisi in modalità open, ampiamente sfruttati anche a favore dei consulenti di fiducia degli allevatori. Nel progetto sono state organizzate molte innovative informazioni sulla biodiversità di interesse zootecnico presente nel nostro Paese, oltre a dati utili per monitorare lo stato del cambiamento climatico in atto importanti per allertare l’allevatore su possibili cali di rese o di condizioni di benessere degli animali in produzione soprattutto in relazione allo stress da caldo. In aggiunta ad informazioni sulle emissioni in ambiente, sull’impronta idrica e sulle condizioni di salute generale del bestiame, uso responsabile dei farmaci, sostenibilità ambientale, informatizzazione, che possono essere in parte consultati sul sito www.leo-italy.eu.

“Agriumbria” ha chiuso domenica 2 aprile con la proclamazione dei campioni e campionesse delle varie categorie a concorso, e con l’apertura, per il terzo giorno consecutivo, dell’Area A.I.A.-Italialleva con un’ampia rappresentanza della biodiversità delle razze allevate soprattutto nel territorio dell’Italia centrale, grazie anche all’impegno della locale Associazione Allevatori Umbria e Marche (Aaum).

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