Zootecnia

Indici Crefis di redditività allevamento, macellazione e stagionatura dei suini

In febbraio, l’aumento di prezzo fatto registrare dai suini da macello destinati al circuito DOP ha compensato l’aumento di prezzo delle materie prime utilizzate per la loro alimentazione, portando ad una ripresa della reddittività degli allevatori italiani di suini, cresciuta del +5,5% rispetto al mese precedente. L’attuale livello resta comunque ben al di sotto dei livelli fatti registrare lo scorso anno (- 27,1%).
Un andamento congiunturale al rialzo è stato riscontrato anche per gli allevatori statunitensi che, in febbraio, hanno visto aumentare la loro reddittività del +20,9%, grazie al forte aumento di prezzo fatto registrare dai suini da macello. Tale crescita ha portato l’attuale valore ad un livello maggiore del +18,2% anche rispetto a 12 mesi fa. Dal mese di novembre 2020 l’indice Crefis di reddittività dell’allevamento statunitense è stato ricalcolato utilizzando i prezzi di nuove commodity, dato che le precedenti non risultano più disponibili.
In gennaio (ultimo mese disponibile) la reddittività degli allevatori europei è scesa del -6,3% rispetto a dicembre; tale valore risulta inferiore anche rispetto a quello dello scorso anno (-42,5%). Tale andamento deriva dal forte aumento di prezzo delle materie prime utilizzate per l’alimentazione dei suini, con mais e soia cresciuti del +12% circa rispetto al mese precedente, ed al contemporaneo calo delle quotazioni dei suini (scese del -0,5% rispetto a dicembre). Dal mese di gennaio 2021 l’indice Crefis di redditività degli allevatori europei è stato ricalcolato utilizzando i prezzi del mais forniti dalle dashboard mensili della Commissione, dato che la precedente fonte non risulta aggiornata.
In febbraio, la redditività della macellazione è continuata a diminuire, facendo registrare una variazione congiunturale del -7,8%. Tale situazione deriva dall’aumento di prezzo avvenuto per i suini da macello, che non ha consentito di sfruttare la crescita delle quotazioni delle cosce fresche e dei lombi. Nonostante questa diminuzione congiunturale, il dato di febbraio 2021 resta comunque al di sopra di quello dello stesso mese dell’anno precedente: +8,0%.
In febbraio, la stabilità dei prezzi dei prosciutti di Parma stagionati pesanti, e delle rispettive cosce fresche di 12 mesi fa, hanno portato ad una stabilità della redditività dell’attività di stagionatura dei prosciutti di Parma DOP pesanti.
La crescita del prezzo del prosciutto di Parma leggero e il contemporaneo calo delle cosce fresche leggere avvenuto ad inizio stagionatura, hanno fatto sì che la reddittività dei prosciutti di Parma leggeri sia, invece, cresciuta del +1,0% su base congiunturale. L’attuale livello di reddittività rimane comunque al di sotto di quello dello scorso anno: -8,3% per i prosciutti leggeri e -15,2% per quelli pesanti. L’aumento dei prezzi delle cosce fresche ad inizio stagionatura e la stabilità dei prezzi dei prosciutti stagionati avvenuta nel secondo mese del 2021 hanno portato ad una diminuzione della redditività dei prosciutti destinati a produzioni non tipiche, con variazioni congiunturali del -1,2% per il prosciutto leggero e del – 2,1% per quello pesante. Nonostante questa battuta d’arresto, le variazioni tendenziali restano positive: +9,5% per i prosciutti leggeri e +17,9% per quelli pesanti. Nell’ultimo mese il differenziale di redditività tra le produzioni Dop e quelle non tipiche, pur riducendosi ancora, è rimasto a favore di quest’ultime per entrambe le tipologie di peso. Per i pro- sciutti leggeri la differenza di redditività tra chi produce Dop e non Dop è del – 16,0%, mentre per i pesanti del -18,5%.

 

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