Suinicoltura in grande difficoltà
“La grave emergenza che sta vivendo il Paese a causa della pandemia del COVID-10, o cosiddetto Coronavirus, e che sta continuando a danneggiare numerosi settori di punti della nostra economia, non sta risparmiando neanche il comparto della suinicoltura della Regione Lombardia, dove si concentra gran parte della filiera italiana. Gli allevatori lombardi, infatti, si trovano stretti nella morsa tra l’aumento dei costi di produzione, legati in particolare all’alimentazione degli animali, e il calo dei prezzi a loro riconosciuti; tali difficoltà, aggravate dalla carenza di manodopera, dal drastico calo del turismo e dalla chiusura di bar e ristoranti, risultano sensibilmente acuite per le produzioni DOP e hanno ripercussioni a cascata sull’intera filiera”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Lombardia Roberto Cavaliere a margine di una riunione interregionale del tavolo sulla suinicoltura, nell’ambito della quale è stata avanzata la proposta di istituire un gruppo tecnico ristretto per approfondire la questione e studiare delle contromisure.
“Nonostante il sensibile aumento degli acquisti di prodotti confezionati, pari al 40% circa, le macellazioni sono diminuite del 20% e i consumi di prodotti DOP, in particolare di prosciutti e affettati, sono crollati, facendo sì che i ricavi degli allevatori lombardi siano calati del 20-25%; la diminuzione delle vendite, inoltre, fa sì che si verifichi un sovraffollamento negli allevamenti, con il serio rischio che i suini superino le caratteristiche di peso richieste e non possano poi essere immessi nella filiera delle produzioni a denominazioni d’origine”, fa notare il presidente.
“Bisogna lavorare per sensibilizzare i consumatori sull’importanza di acquistare prodotto italiano e lavorare ad accordi con la GDO che puntino ad aumentare l’affettatura della carne fresca, così da decongestionare il calo dei consumi e dare respiro agli allevatori lombardi, che rischiano di pagare più degli altri anelli della filiera questa grave situazione”, suggerisce Cavaliere.
“È poi necessario intervenire sul versante nazionale per dare liquidità alle aziende, partendo dal positivo stanziamento di risorse previsto dal dl Cura Italia, e lavorando a un Sistema di qualità nazionale, con un apposito marchio che certifichi la qualità del prodotto; a livello comunitario, bisogna ragionare sulla possibile creazione nella prossima PAC di una OCM zootecnia per il comparto suinicolo”, conclude il presidente della Copagri Lombardia.
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