Industria della meccanica agricola: nuove sinergie per affrontare i mercati
Il vicepresidente di Confindustria Marchesini, il vicesegretario generale della FAO Martina, il Presidente dell’ICE Zoppas, l’analista economico Pinosa si confrontano sulle strategie per affrontare la nuova geografia delle produzioni agricole e del commercio agromeccanico. Conclude l’assise il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, con un messaggio nel quale sottolinea il sistema degli incentivi e annuncia il G7 Agricoltura come momento anche di promozione del Made in Italy agricolo e agromeccanico.
Una forte sinergia tra industria, agricoltura e sistema del commercio e dei servizi. E’ questa la via per rafforzare il made in Italy agroindustriale e per affrontare le nuove sfide del mercato. Il messaggio è stato lanciato nel corso dell’assemblea annuale di FederUnacoma, la federazione che in seno a Confindustria rappresenta i costruttori di macchine, attrezzature e componentistica per l’agricoltura, tenutasi questo pomeriggio a Zola Predosa (Bologna). L’industria della meccanica agricola – una delle eccellenze del manifatturiero italiano, con oltre 16 miliardi di euro di fatturato e il 70% della produzione indirizzata verso i mercati esteri – risente di tutte le variabili economiche che condizionano l’industria e di tutte quelle che incidono sull’agricoltura. Deve dunque fronteggiare uno scenario complesso, caratterizzato in questi anni dai costi delle materie prime, dai costi dell’energia, e insieme dall’anomalia climatica e dal basso livello dei redditi agricoli. Ma lo scenario appare oggi ancora più complesso, per i nuovi assetti geopolitici e per la nuova geografia dei commerci. Sviluppare strategie al passo con i tempi è dunque il tema su cui si sono confrontati autorevoli rappresentanti del mondo industriale, dell’agricoltura e delle istituzioni. I lavori del convegno svolto nel contesto dell’assemblea sul tema “Mercati globali e regionali: sfide e opportunità per l’industria della meccanica agricola” sono stati aperti da Maurizio Marchesini, Vice Presidente Confindustria per il Lavoro e le Relazioni Industriali. «FederUnacoma è un vero e proprio punto di riferimento non solo per i costruttori di macchine agricole, ma anche per chi vede nel connubio tra meccanizzazione e tecnologie digitali un motore di progresso e sviluppo. In questo contesto, la doppia transizione e la sicurezza alimentare sono i temi in cima all’agenda delle imprese del settore. Tuttavia – ha detto Marchesini – occorre tener presente che politiche di transizione impositive o con orizzonti temporali troppo brevi danneggiano il sistema produttivo. Auspichiamo che le nuove Istituzioni aprano una nuova stagione incentrata sullo sviluppo dell’attività d’impresa, archiviando scelte ispirate da atteggiamenti ideologici e antindustriali». In questo quadro, ha sottolineato sempre il vice presidente di Confindustria, la sicurezza, in tutte le sue declinazioni, diventa un elemento centrale. «Ora quindi dobbiamo arrivare prima possibile alla corretta definizione della rappresentanza datoriale e sindacale e individuare insieme proposte concrete da presentare ai decisori politici, perché – ha aggiunto Marchesini – solo chi conosce i luoghi di lavoro e le criticità intrinseche a questi contesti può ed ha la responsabilità di farlo».
Il tema relativo alle strategie per lo sviluppo agricolo è stato toccato dal Vice Direttore Generale della FAO Maurizio Martina (in collegamento da Roma), che ha ricordato la funzione nevralgica del comparto per garantire la sicurezza alimentare, tornata di scottante attualità dopo la crisi del COVID e i conflitti militari scoppiati di recente, ma anche per preservare le risorse naturali e per assicurare la salubrità delle produzioni. L’attività agricola è chiamata a svolgere anche un importante ruolo sociale, permettendo alle famiglie e alle comunità rurali di migliorare la qualità del proprio lavoro e della propria vita. La meccanica agricola costituisce pertanto parte integrante di ogni processo e di ogni politica di settore, giacché – è emerso dall’incontro – essa consente di ottimizzare l’utilizzo dei fattori produttivi e di applicare tecniche colturali innovative.
Tuttavia, tali politiche debbono necessariamente tenere conto dello scenario geo-economico e delle numerose variabili che caratterizzano l’attuale fase congiunturale. Una fase – ha detto Gabriele Pinosa, presidente di Gospa Consulting – condizionata da quello che gli analisti definiscono come “risveglio inflattivo”. «Questo fenomeno è determinato da una pluralità di fattori, legati in primo luogo al tramonto dell’iperglobalizzazione, che sta cedendo il passo alla regionalizzazione dei mercati con la conseguente riconfigurazione delle supply chain. Ma il “risveglio inflattivo” – ha spiegato Pinosa – è collegato anche ad eventi climatici e geopolitici estremi, alla transizione energetica, al nuovo modello economico di Cina e India, e al default inflattivo possibile solo in condizioni di repressione finanziaria». In tale contesto, oltre alla questione del consistente debito pubblico statunitense, pesano anche le incognite sui futuri assetti dell’Europa. In particolare, quelle relative ai nuovi equilibri politici che si stanno definendo a Bruxelles, come le prossime elezioni in Francia e le strategie del Governo tedesco per contrastare le difficoltà economiche interne. «Insomma – ha detto Pinosa – ci troviamo in presenza di uno scenario sempre più complesso, nel quale gestire i commerci e sviluppare una politica per i prodotti made in Italy richiederà un impegno sempre maggiore».
In questa prospettiva le imprese italiane possono contare sulla proficua collaborazione e sul forte supporto dell’Agenzia ICE che, grazie alla sua struttura ramificata, è capace di operare in modo concreto nei più diversi contesti. Ma la struttura dell’ICE -ha ricordato il presidente dell’Agenzia, Matteo Zoppas – è organizzata anche per analizzare gli scenari, valutare le possibili evoluzioni sui diversi mercati, fornire alle aziende strumenti appropriati alle differenti necessità. Collaborare per realizzare le numerose iniziative di internazionalizzazione promosse da FerderUnacoma, così come le manifestazioni fieristiche organizzate dalla Federazione in Italia e all’estero, prima fra tutte EIMA International, che molto sono cresciute in questi anni – è stato sottolineato nel corso dell’assemblea – proprio grazie al sostegno dell’Agenzia. Tra le attività realizzate dall’ICE per i costruttori italiani sono state evidenziate, oltre all’incoming di operatori esteri qualificati in Italia (solo all’EIMA 400 operatori selezionati) anche i molteplici eventi promozionali del made in Italy su specifici mercati target di tutto il mondo. Collettive fieristiche, missioni imprenditoriali e assistenza tramite gli 87 uffici nel mondo. «Attenzione particolare è dedicata dal Governo italiano e dall’Agenzia ICE al Piano Mattei e alle potenzialità che si aprono in Africa, un continente che sta affrontando un importante transizione verso la modernizzazione delle economie agricole. Insieme a FederUnacoma, oltre ai centri di competenza ed alle attività strutturate e sistemiche di formazione di imprenditori agricoli e di formatori, è fondamentale organizzarsi insieme anche al resto del sistema-Paese (Simest, Sace, CDP e istituzioni governative) per intercettare tutte le forme di investimento che – ha detto Zoppas -gli organismi internazionali stanno prevedendo per lo sviluppo infrastrutturale del continente africano di cui con lungimiranza questo Governo ha saputo diventare capofila tramite il Piano Mattei. Tra le principali priorità individuate, vi sono la gestione delle risorse idriche e lo sviluppo delle superfici coltivabili, dell’efficacia ed efficienza delle produzioni agricole tramite le eccellenze tecnologiche offerte dall’agritech made in Italy, leader indiscusso del settore a livello mondiale».
Lo sviluppo del settore agricolo, che non può prescindere dall’industria agromeccanica e dall’innovazione tecnologia, richiede dunque un approccio corale che, come più volte sottolineato nel corso dei lavori, coinvolga a pieno titolo il mondo imprenditoriale e il mondo politico-istituzionale. L’esperienza italiana, con le forti sinergie tra l’associazione dei costruttori e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, può costituire un modello di partnership tra pubblico e privato. «Il settore meccanico rappresenta una colonna portante della nostra economia; un comparto che non solo fornisce strumenti essenziali per l’agricoltura moderna, ma che svolge anche un ruolo cruciale nell’innovazione tecnologica e che ha contribuito a rendere l’agroalimentare italiano un settore competitivo e all’avanguardia», ha detto il ministro Francesco Lollobrigida, presente con un video-messaggio all’Assemblea Generale. Proprio per questo – ha spiegato Lollobrigida – il ministero sin dai primi mesi di attività si è mosso per assicurare un adeguato sostegno all’innovazione, rendendo operativi gli interventi europei previsti dalla PAC e dal PNRR; istituendo il nuovo fondo innovazione con 250 milioni di euro; incrementando da 35 a 90 milioni le risorse riservate al settore primario dal bando ISI-Inail. Ma le sinergie sul sostegno alla meccanizzazione sono solo uno dei campi di collaborazione tra il Ministero e l’Associazione dei costruttori. Un altro è quello relativo all’organizzazione dei grandi eventi culturali e divulgativi. In questa prospettiva il ministro Lollobrigida ha ufficializzato la collaborazione con FederUnacoma per il G7 Agricoltura, che si terrà dal 21 al 29 settembre sull’isola di Ortigia, a Siracusa, e che ha tra i temi all’ordine del giorno anche quello del contributo che l’industria agromeccanica può dare al rafforzamento dell’economia primaria. «La meccanizzazione è molto importante perché contribuisce alla crescita e all’innovazione dell’agricoltura anche in molti Paesi in via di Sviluppo. Per questo – ha commentato Lollobrigida – essa ha un ruolo centrale anche nel Piano Mattei per accompagnare le nazioni africane in un processo di crescita e sviluppo che non richiede il semplice invio di macchinari agricoli, ma soprattutto il trasferimento del patrimonio di conoscenza che l’Italia ha acquisito nella sua lunga storia».