Sardegna libera da Peste Suina Africana dopo oltre 45 anni di embargo
A Bruxelles si è tenuta la riunione del Comitato PAFF (Piante, Animali, Alimenti e Mangimi) della Commissione europea che con voto unanime di tutti gli Stati membri ha deciso di abrogare le ultime misure restrittive ancora in vigore in Sardegna per via della Peste suina africana – che limitavano le possibilità di commercializzazione dei prodotti suini sardi al di fuori dell’isola – riconoscendo l’avvenuta eradicazione della malattia dopo oltre 40 anni.
“La decisione odierna del PAFF è una notizia che aspettavamo da anni – ha dichiarato Davide Calderone, direttore di ASSICA – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi – Per questo straordinario risultato voglio ringraziare i numerosi attori che hanno svolto con grande determinazione e costante impegno un difficilissimo lavoro, concretizzatosi in una strategia che ha incluso sia le attività di abbattimento dei suini tenuti illegalmente allo stato brado, sia di rafforzamento delle attività di controllo sanitario sui suini domestici e sui cinghiali, sia di formazione degli operatori”
Arrivato in Sardegna nel 1978, il virus della Peste suina africana ha circolato nell’isola per oltre quarant’anni, fino al 2019, quando è stato riscontrato l’ultimo caso. Per lungo tempo gli sforzi per risolvere il problema sono stati vani ma, nel 2014, l’istituzione dell’“Unità di Progetto” ha rappresentato un momento di svolta che ha portato alla scomparsa, in 4 anni, del virus “sardo” (di genotipo I).
La Commissione Europea si è espressa all’unanimità anche sull’uscita dalle zone di restrizione per la peste suina di alcuni territori della regione Piemonte, dove la zoonosi si è manifestata dal marzo 2022 causando ingenti danni economici al settore suinicolo e imponendo massicce misure di contingentamento e contrasto. La declassificazione viene concessa alle aree dove da almeno 6 mesi non si sono più riscontrati casi di contagio. i Comuni tornati indenni potrebbero così uscire dalla zona di protezione 2 e passare alla cosiddetta Zona 1.
–
“Dopo un embargo durato oltre un quarantennio, la Sardegna può seriamente pensare al rilancio del comparto suinicolo, che da anni era relegato a un ruolo marginale nelle scelte economiche aziendali, ma che invece può contare sulla grande qualità e varietà delle produzioni locali, le quali troverebbero senza alcuna difficoltà ampi sbocchi di mercato oltre il Tirreno – afferma il presidente della Copagri Sardegna Giuseppe Patteri – si tratta di un grande risultato, per il quale bisogna ringraziare i tantissimi allevatori che hanno tenuto duro, continuando a credere nella suinicoltura, e i numerosi rappresentanti delle istituzioni che si sono impegnati attivamente sul tema, a partire dai componenti dell’unità di progetto della PSA, istituita nel 2014”, prosegue il presidente, invitando la Regione a convocare quanto prima un apposito tavolo di confronto nel quale valutare tutte le azioni da mettere in campo per il rafforzamento e il rilancio della suinicoltura sarda”.