Perso in Piemonte il 22% allevamenti bovini da carne
Si aggrava la crisi del settore bovini da carne, che negli ultimi 10 anni, segnala Confagricoltura Piemonte, ha perso nella regione il 22% degli allevamenti. “L’Italia – ricorda il presidente Enrico Allasia – importa oltre il 50% della carne bovina che consuma, ma nonostante questo gli allevamenti zootecnici sono in difficoltà.
I prezzi all’origine sono stazionari o in flessione da troppo tempo e l’incremento del costo di tutte le materie prime, compresi i cereali, che negli ultimi sei mesi ha fatto registrare un aumento di circa il 50%, incide in modo pesante sui costi dell’alimentazione degli animali, costringendo gli allevatori a lavorare in perdita”.
Secondo il presidente di Confagricoltura Piemonte, “se questa situazione dovesse perdurare molte stalle chiuderanno, con un danno irreparabile per quanto riguarda la qualità delle nostre produzioni, la filiera agro-zootecnica e la tutela del paesaggio”.
Anche la Razza Piemontese, che fino a qualche anno fa sembrava al riparo da crisi di mercato, ha fatto registrare una flessione dei prezzi dei bovini maschi di circa il 25% nell’ultimo anno, un calo che spinge molti allevatori a valutare la conversione della produzione.
Nel 2010 in Piemonte c’erano 3.625 stalle di bovini da carne che allevavano 264.488 capi. A luglio di quest’anno – evidenzia Confagricoltura – il numero degli allevamenti è sceso a 2.828, con 239.821 capi bovini allevati. “In Piemonte in un decennio si è registrata una flessione del 22% del numero degli allevamenti – dichiara Allasia – e una volta chiuse le stalle è quasi impossibile riaprirle: per costituire un allevamento valido dal punto di vista genealogico servono infatti competenza, passione e investimenti rilevanti, tutti elementi di cui i giovani non dispongono. Per questo è necessario concentrare gli sforzi per evitare che chiudano altri allevamenti”. Confagricoltura ha chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa la convocazione di un incontro “per individuare congiuntamente alle altre organizzazioni della filiera le iniziative da adottare per fronteggiare l’emergenza”.