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Parlamento europeo Popolari e Socialisti senza numeri

Le elezioni europee appena concluse danno l’immagine di un Parlamento europeo un po’ diverso. I due principali partiti europeisti, i popolari del Ppe ed i socialisti di S&D hanno perso terreno e non sono più in grado di poter continuare a guidare l’Europa con la loro tradizionale maggioranza. Entrambi, rispetto alla legislatura appena conclusa, hanno perso una quarantina di seggi a testa: il Partito Popolare ne ottiene 180, erano 221 dopo le elezioni del 2014, mentre i Socialisti ne hanno 145, dai 191 del 2014.

Diversi altri gruppi politici al Parlamento Europeo hanno invece aumentato il loro peso. Lo storico partito europei dei Liberali, l’ALDE, ha ottenuto il miglior risultato della sua storia arrivando a  109 seggi.

Anche i Verdi sono andati molto meglio di quanto previsto. Nel 2014 ottennero un ottimo risultato con 50 seggi, nella nuova legislatura ne avranno  69.

Comunque l’ascesa dei sovranisti e populisti euroscettici è stata contenuta e non è in grado di ribaltare la situazione.

Nel Parlamento si aprono ora i giochi per costruire le nuove alleanze. Per avere la maggioranza Ppe e S&D dovranno allargare l’alleanza ai liberali dell’Alde. C’è poi il rischio dell’uscita dal Ppe degli ungheresi di Orban per altro già sospesi e questo potrebbe significare l’allargamento ai Verdi.

Una delle prime prove sarà la nomina del Presidente della Commissione. Secondo il sistema attuale la carica dovrebbe andare al tedesco Manfred Weber, ma che ora è alcentro di dubbi. La sua elezione corrisponde davvero allo spirito dei risultati elettorali?

Queste elezioni sono state caratterizzate dalla sfida lanciata dai cosiddetti partiti sovranisti alla sopravvivenza dell’Unione europea come progetto di unificazione sovranazionale. Non era mai successo in passato, e questo fatto, insieme alla vicenda catastrofica della Brexit, ha creato di fatto un quadro nuovo. I cosiddetti sovranisti almeno per questa volta non hanno vinto. I loro numeri sono stati contenuti quasi ovunque, con l’eccezione dell’Italia, questa volta insieme al Regno Unito; persino in Francia, dove il partito di Marine Le Pen è stato di misura il primo partito, ha comunque totalizzato un paio di seggi in meno rispetto al 2014. Le forze anti-europee sono dunque cresciute di una decina di seggi in tutto, ma, indebolite anche dalla loro inevitabile frammentazione, non hanno numeri tali da poter pesantemente influire sui futuri equilibri dell’Unione.
In Italia ha trionfato la Lega con il 34,3% dei consensi che equivalgono a 29 seggi che siederanno nell ENF, Europa delle Nazioni, che conta 58 deputati.

Secondo è il Pd con il 22,8% e 19 seggi che vanno con i socialisti. Movimento Cinque stelle 14 seggi. Forza Italia che è del Ppe di seggi ne conta solo 8. In totale gli italiani che siederanno nell’europarlamento saranno 73.

Roberto Goitre

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