Origin Green: il programma di sostenibilità alimentare irlandese compie 10 anni
L’occasione del decennale del programma di sostenibilità irlandese Origin Green di Bord Bia, l’ente governativo dedicato allo sviluppo dei mercati di esportazione dei prodotti food&beverage irlandesi, merita una riflessione generale e qualche analisi particolare rispetto al modello adottato e alla sua replicabilità. Lanciato nel 2012, il programma Origin Green nasce da un sogno collettivo, un traguardo che l’Irlanda si prefigge di raggiungere in un futuro non troppo lontano: diventare Paese leader nella produzione sostenibile di alimenti e bevande. Attivato in un momento in cui ancora la sostenibilità non era entrata a pieno titolo a livello internazionale – l’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è stata sottoscritta da 193 paesi nel 2015 – Origin Green oggi vanta dieci anni di esperienza applicata e di indicatori rilevati che consentono di evidenziare gli elementi principali dell’azione sostenibile a livello di filiera agroalimentare.
Andrea Segrè, economista e professore di politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna, elogia il programma irlandese e lo reputa un modello replicabile anche nel nostro paese: “In un momento storico dove il sistema agroalimentare globale, è sotto stress per l’effetto combinato pandemia-guerra e in un contesto sociale già influenzato dall’incremento dei prezzi energetici e dai cambiamenti climatici, la ‘sostenibilità in pratica’ diventa uno strumento essenziale per superare la crisi economica, ambientale, sociale che stiamo vivendo. La premessa necessaria è che senza una metrica, una misurazione articolata e fondata dal punto di vista scientifico, la sostenibilità è una parola vuota. Ed è un peccato perché, come dimostra l’esperienza irlandese di Origin Green, a tutti gli effetti il primo programma di sostenibilità agroalimentare che opera su scala nazionale, unendo governo, settore privato e l’intera supply chain, i risultati ci sono e sono ben tangibili”.
I principali risultati raggiunti sino ad ora sono eclatanti: 300 imprese alimentari, 55 mila aziende agricole, 71 mila membri che grazie alle iniziative intraprese nel decennio – oltre 2.600 obiettivi e 13.600 iniziative sostenibili – hanno permesso di ridurre di oltre il 6% la produzione di CO2 per unità di carne e di latte animale. Questi ultimi, infatti, costituiscono una componente fondamentale a livello globale delle diete sane e salutari, ed è di fondamentale importanza garantirne la sostenibilità riducendone al massimo l’impatto ambientale. Con il 90% del food&beverage prodotto sotto la supervisione del programma Origin Green, l’Irlanda rappresenta un modello esemplare di produzione sostenibile nel settore zootecnico.
Certamente nel “modello irlandese”, che ha come noto delle caratteristiche di particolare vocazione dal punto di vista naturale – prati, pascoli, precipitazioni – il richiamo al “verde” è particolarmente reale e rappresenta un’ambizione raggiungibile anche in altre realtà. Come ci spiega il Prof. Segrè “È una questione di responsabilità rispetto a noi stessi e al pianeta che abitiamo. Del resto, è proprio nel Goal 12 dell’Agenda Onu, che richiama alla produzione e al consumo responsabile – si badi bene proprio nel significato di responsabilità che vuol dire rispetto ad un impegno assunto o a un comportamento – che dobbiamo misurarci sia come produttori che come consumatori”.
L’importanza di produrre cibo in armonia con la natura, riducendo l’impatto ambientale il più possibile, si affianca e si lega alla piramide nutrizionale, che richiama al consumo misurato dal punto di vista qualitativo e quantitativo di buone proteine di origine animale in tutte le fasce di età e secondo i fabbisogni. È chiaro dunque che se la responsabilità della produzione e del consumo si traducono anche in una sostenibilità ambientale misurabile, il vantaggio per tutta la società si fa evidente non solo sotto il profilo ambientale, ma anche su quello della salute personale: mangiare in modo equilibrato incide positivamente sulla salute, come dimostrato da numerosi studi in campo medico- nutrizionale. In questo Origin Green si inserisce perfettamente nell’approccio One Health: una salute unica che lega l’uomo con gli animali e l’ambiente naturale.
Bord Bia
Bord Bia, Irish Food Board, è un ente governativo dedicato allo sviluppo dei mercati di esportazione dei prodotti alimentari, beva nde e prodotti ortofrutticoli irlandesi. Lo scopo di Bord Bia è quello di promuovere il successo dell’industria food&beverage e dell’orticoltura irlandese attraverso servizi di informazione mirati, la promozione e lo sviluppo dei mercati. Nel 2021 le esportazioni dell’industria food&beverage irlandese sono arrivati a quota 13.5 miliardi di euro, con una crescita del +4% in più rispetto all’anno precedente. L’Italia rappresenta uno dei mercati più importanti per l’export di manzo irlandese in Europa con scambi valutati, nel 2021, a 170 milioni di euro e una crescita dell’1%. Ulteriori informazioni sono disponibili su www.irishbeef.it
Origin Green
L’iniziativa promossa da Bord Bia – Irish Food Board, Ente per la promozione dei prodotti alimentari e bevande irlandesi, nasce da un sogno collettivo, un traguardo che l’Irlanda, ricco cuore verde pulsante d’Europa, si prefigge di raggiungere in un futuro non troppo lontano: diventare Paese leader nella produzione sostenibile di alimenti e bevande. Lanciato nel 2012, il programma Origin Green collabora ora con 300 aziende e 55.000 allevamenti in tutta Irlanda. I suoi membri rappresentano inoltre ben il 90% delle esportazioni totali di cibo e bevande. www.origingreen.ie
Andrea Segrè
Andrea Segrè è professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna dal 2000. Ha insegnato Economia circolare all’Università di Trento dal 2015 al 2018. Studia e applica i fondamenti dell’ecologia economica, circolare e sostenibile. Fondatore di Last Minute Market-impresa sociale, spin off accreditato dell’Università di Bologna, ideatore della campagna Spreco Zero, attualmente è direttore scientifico di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability. Dal 2005 al 2015 è stato preside della Facoltà di Agraria e direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna. Dal 2015 al 2020 è stato presidente della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti fra i quali il San Giusto d’Oro 2020 e il Premio internazionale Pellegrino Artusi 2012. Autore di numerosi articoli su riviste internazionali e nazionali, gli ultimi saggi pubblicati sono: L’insostenibile pesantezza dello spreco alimentare. Dallo spreco zero alla dieta mediterranea (Castelvecchi, 2022); E poi? Scegliere il futuro (con I. Pertot, Edizioni Ambiente 2021); Le parole del nostro tempo, dialogo con il cardinale Matteo Zuppi (EDB 2020); Il metodo spreco zero (Rizzoli 2019); Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z (Mondadori 2017); L’oro nel piatto. Valore e valori del cibo (con S. Arminio, Einaudi 2015, Corriere della Sera 2020).