Politiche agricole

Nutriscore bocciato dall’Italia

L’Italia  ha bloccato il documento di conclusioni del Consiglio Agricoltura Ue che avrebbe accelerato l’adozione di un sistema di etichettatura a colori sul modello del Nutriscore francese, che danneggia le produzioni made in Italy. Risultato ottenuto grazie all’impegno del ministro alle Politiche agricole, Teresa Bellanova. “No ad un testo di conclusioni del Consiglio che non riflette la nostra visione ed è frutto di un approccio non neutrale”ha detto il ministro nel corso del dibattito in Consiglio Agricoltura e Pesca della UE in tema di etichettature nutrizionali e di origine.
“Se ci si dota di uno schema Ue armonizzato, non si può permettere che sussistano schemi nazionali creati a partire da presupposti diversi – ha sottolineato Bellanova  – la convivenza tra un nuovo schema Ue armonizzato e gli schemi attuali non farà altro che creare maggior confusione e ostacoli al mercato interno. Il testo di conclusioni ipotizza uno schema immediatamente comprensibile, che non richieda conoscenze in materia nutrizionale. In questo campo non esistono però soluzioni facili”.

Il ministro Bellanova ha quindi espresso voto contrario, sostenuta da Grecia e Repubblica Ceca. I tre Paesi hanno anche chiesto di mettere a verbale una dichiarazione congiunta che ripropone  i principi condivisi in vista di un futuro schema armonizzato europeo di etichettatura nutrizionale fronte pacco: volontarieta’, carattere informativo e non prescrittivo, esclusione delle Dop e Ig.
“Il Consiglio di ottobre –  ha detto Bellanova – si è già espresso sulla Strategia Farm to Fork e i due anni che ci separano dalle proposte legislative della Commissione offriranno altre occasioni per approfondire ulteriormente il dibattito tra Stati membri”.
Quanto all’etichettatura d’origine Bellanova ha respinto una terminologia volta a indirizzare verso determinati obiettivi la valutazione di impatto.
“Non si è dimostrato alcun impatto negativo delle etichettature obbligatorie già esistenti – ha sottolineato il ministro – dunque giudico tendenziosa l’attenzione al presunto impatto sul mercato comune dell’estensione dell’obbligo. Non condividiamo inoltre la priorità per prodotti come latte e carne. L’Italia chiede l’indicazione obbligatoria dell’origine di tutti i prodotti alimentari, a partire certamente da quelli per noi prioritari, come pasta, riso e derivati del pomodoro e ovviamente anche latte e carne”.
In assenza di consenso unanime, la Presidenza ha proceduto ad adottare il testo come conclusioni solo a suo nome. Conclusioni che pertanto rappresentano solo il punto di vista della Germania e non hanno valore di orientamento per la Commissione in vista delle future proposte legislative.

 

 

 

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