Politiche agricole

NGT: rammarico per il mancato accordo su un dossier fondamentale per l’agricoltura italiana ed europea

 

Gli ambasciatori delle rappresentanze permanenti degli Stati membri presso l’Unione Europea (COREPER I) non sono riusciti a trovare un accordo per il mandato negoziale sulla proposta della Commissione europea relativa alle Nuove Tecniche Genomiche (NGTs – New Genomic Techniques).

Confagricoltura si rammarica di questo ennesimo fallimento istituzionale per un settore che garantisce l’unica autonomia strategica dell’Unione Europea, quella alimentare, nonostante le numerose difficoltà che continuano a bersagliare il settore primario. Eventi climatici avversi, fitopatie e una crescente domanda da parte dei consumatori sono sfide che possono essere affrontate grazie all’innovazione e alla ricerca scientifica, come dimostrato da Paesi terzi che già ampiamente adoperano le Nuove Tecniche Genomiche in agricoltura.

“L’Italia, grazie al contributo di Confagricoltura, si è dimostrata all’avanguardia approvando la sperimentazione in campo già l’anno scorso, in attesa di una legislazione europea più completa in materia di commercializzazione, che tarda ad arrivare per questioni, a nostro avviso, ampiamente superabili”, questo il commento del Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Il nostro auspicio” – conclude Giansanti – “è che la prossima Presidenza del Consiglio europeo possa giungere a una posizione comune per concludere quanto prima l’iter legislativo di questo dossier fondamentale per l’agricoltura, italiana ed europea, del futuro”.

Il mancato accordo in Europa sulle nuove tecniche genomiche (NGT) rappresenta un’occasione persa per il settore agricolo e la ricerca scientifica pubblica. Per Coldiretti la decisione del Coreper I è un grave passo indietro in termini di sostenibilità ambientale e per la tutela della biodiversità. Le NGT sono infatti uno strumento di aiuto concreto per gli agricoltori in quanto permetterebbero di selezionare nuove varietà vegetali più resilienti agli impatti del cambiamento climatico, utilizzando meno input chimici. Tutto questo, sempre nel rispetto della distintività dell’agricoltura italiana ed europea. Si deve considerare inoltre che sia in Parlamento che in Consiglio, anche grazie alle azioni di Coldiretti, era emersa la chiara volontà di non consentire per tali tecniche genomiche la brevettabilità, lasciandone quindi un più libero utilizzo anche ad imprese molto piccole, cosa che invece non era stato possibile per gli ogm che sono diventati, soprattutto in Africa, strumenti di condizionamento da parte delle multinazionali. Ci auguriamo pertanto che la nuova Commissione rimetta la questione rapidamente al centro dell’agenda.

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