Zootecnia

Indici Crefis di redditività suini

Nell’ultimo mese i prezzi dei suini da macello, sul mercato nazionale, hanno toccato il loro minimo storico. Tale andamento ha portato ad un’ulteriore diminuzione della redditività dell’allevamento di suini pesanti per il circuito tutelato che è tornata su livelli che non si riscontravano da giugno del 2013. Le variazioni sono state del – 17,4% rispetto al mese precedente e del -26,0% rispetto a maggio 2019.

 Al contrario, nell’ultimo mese, l’indice Crefis di reddittività della fase di macellazione è cresciuta del +8,6% rispetto ad aprile, toccando il massimo da quando l’indice è stato ricalcolato (gennaio 2017). Rispetto allo scorso anno l’attuale valore risulta maggiore del +22,3%.

La diminuzione del prezzo dei prosciutti di Parma stagionati e l’aumento delle cosce fresche avvenuto 12 mesi fa ha portato ad una riduzione della reddittività dei produttori di prosciutti DOP: -4,1% per il leggero e -4,6% per il pesante.

Ancora in calo, in maggio, anche la reddittività degli stagionatori di prosciutti non Dop, sia per quelli leggeri (-5,4%) che per quelli pesanti (-3,2%). •Il differenziale di reddittività tra le produzioni tipiche e quelle non tipiche è risultato a favore delle DOP.

 A livello di prezzi, in maggio, oltre al già citato calo delle quotazioni dei suini da macello, sono diminuiti anche i prezzi degli animali da allevamento, i prezzi dei principali tagli di carne suina fresca e anche quelli dei prosciutti stagionati. In particolare, per le cosce fresche le attuali quotazioni sono le più basse da quando la Cun è attiva.

Nel periodo gennaio – febbraio 2020 il commercio estero dell’Italia di suini, carni suine, grassi di maiale e salumi ha complessivamente realizza- to un saldo finale negativo pari a quasi -190 milioni di euro, dato in peggiora- mento di 91,3 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2019. Tale risultato è stato determinato da un aumento dei valori importati che è risultato doppio rispetto a quanto avvenuto per le esportazioni nazionali

In maggio, l’ulteriore diminuzione dei prezzi dei suini da macello pesanti, che hanno toccato il minimo storico, non ha consentito di sfruttare il calo di prezzo subito dalle materie prime per l’alimentazione, spingendo cosi ancor di più ver- so il basso la redditività degli allevatori di suini italiani, con una variazione del – 17,4% rispetto al mese precedente ed una del -26,0% rispetto a maggio 2019. Per trovare un livello di reddittività inferiore si deve tornare al mese di giugno del 2013.

Nell’ultimo mese, anche negli USA il calo di prezzo subito dai suini ha portato ad una riduzione della reddittività degli allevatori USA scesa del -2,7% rispetto al mese precedente. Ma risulta ancora più marcata la differenza rispetto allo scorso anno, pari al -53,8%. La causa va ricerca- ta nel forte rallentamento dell’attività di macellazione a causa della pandemia.

 In aprile (ultimo dato disponibile) la redditività degli allevatori europei è diminuita del -5,6% rispetto a marzo, a causa del calo di prezzo fatto registrare dai sui- ni da macello europei e dal leggero au- mento di prezzo del mais. Nonostante la diminuzione l’attuale valore resta comunque maggiore rispetto a quello dello scorso anno (+6,6%).

Alla flessione di redditività degli allevatori italiani è corrisposto un aumento dell’indice Crefis di redditività dell’attività di macellazione, che in maggio ha tocca- to il valore più alto da quando l’indice è stato ricalcolato (gennaio 2017). La varia- zione rispetto al mese precedente è stata del +8,6%, mentre rispetto allo scorso anno del +22,3%. L’andamento è stato favorito dalla diminuzione di prezzo dei suini da macello che ha compensato il calo subito, a loro volta, da cosce fresche e lombi. Va considerato che, mentre all’inizio della pandemia si è registrato un rallentamento delle macellazioni, nelle ultime due settimane queste macellazioni sono tornate sostanzialmente ai livelli normali.

Nell’ultimo mese il calo di prezzo dei prosciutti di Parma stagionati da un lato, unito all’aumento di prezzo delle cosce fresche di 12 mesi fa, ha portato ad un calo della redditività dell’attività di stagionatura dei prosciutti di Parma DOP: – 4,1% per il leggero e -4,6% per il pesante. • Si conferma in calo, anche in maggio, la redditività dei prosciutti destinati a produzioni non tipiche, con variazioni congiunturali del -5,4% per il prosciutto leggero e del -3,2% per quello pesante. An- che in questo caso il calo di prezzo dei prosciutti stagionati e l’aumento dei prezzi delle cosce di sette mesi fa ha por- tato ad un’erosione della reddittività.

In aprile, il differenziale di redditività tra le produzioni DOP e quelle non tipi- che si è ampliato a favore delle produzioni tipiche sia per quanto riguarda i prosciutti pesanti (+33,8%), che per quelli leggeri (+12,3%).

 

 

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