Zootecnia

Indici Crefis di redditività suini

 

In marzo, nonostante una crescita dei prezzi dei suini da macello, l’aumento di prezzo delle materie prime utilizzate per la loro alimentazione, ed in particolare della soia, ha portato ad una diminuzione della reddittività degli allevatori italiani di suini, scesa del -2,8% rispetto al mese precedente. L’attuale livello risulta inferiore del -25,3% rispetto a quello dello scorso anno.

In marzo, l’ulteriore aumento dei prezzi dei suini da macello statunitensi (cresciuti del +25,7% su base mensile) ha consentito di contrastare la crescita delle quotazioni delle materie prime utilizzate per la loro alimentazione, con il risultato di un nuovo aumento della reddittività degli allevatori statunitensi: +18,0% rispetto a febbraio e +25,0% nei confronti dello scorso anno.

In febbraio (ultimo mese disponibile) la reddittività degli allevatori europei è scesa del -2,4% rispetto a gennaio; tale valore risulta inferiore anche rispetto a quello dello scorso anno (-44,2%). Tale andamento deriva dall’aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione dei suini, che non ha consentito di sfruttare òa crescita dei prezzi dei suini da macello. Dal mese di gennaio 2021 l’indice Crefis di redditività degli allevatori europei è stato ricalcolato utilizzando i prezzi del mais forniti dalle dashboard mensili della Commissione, dato che la precedente fonte non risulta aggiornata.

In marzo, la redditività della macellazione è tornata a crescere, grazie all’aumento delle quotazioni dei lombi e, sep- pur in misura minore, anche delle cosce fresche, che hanno bilanciato l’incremento di prezzo fatto segnare dai suini da macello. In particolare, le variazioni sono state del +2,4% rispetto al mese precedente e del +2,8% nei confronti dello scorso anno.

Il calo di prezzo delle cosce fresche destinate a crudi tipici di 12 mesi fa, uni- to ad una leggera ripresa dei prezzi dei prosciutti stagionati (avvenuta solo per la tipologia più leggera), ha portato ad un aumento della redditività dell’attività di stagionatura dei prosciutti di Parma DOP. Le variazioni congiunturali sono state del +7,0% per il prosciutto leggero e del +5,7% per quello più pesante. L’attua- le livello di reddittività rimane comunque al di sotto di quello dello scorso anno: – 2,9% per i prosciutti leggeri e -13,1% per quelli pesanti.
• L’aumento delle quotazioni delle cosce fresche ad inizio stagionatura e la stabili- tà dei prezzi dei prosciutti stagionati avvenuta a marzo, hanno portato ad una diminuzione della redditività dei prosciutti destinati a produzioni non tipiche, con variazioni congiunturali del – 0,8% per il prosciutto leggero e del -3,0% per quello pesante. Nonostante questa battuta d’arresto, le variazioni tendenziali restano positive: +11,2% per i prosciutti leggeri e +21,2% per quelli pesanti.

Nell’ultimo mese il differenziale di redditività tra le produzioni Dop e quelle non tipiche, pur riducendosi ancora, è rimasto a favore di quest’ultime per entrambe le tipologie di peso. Per i prosciutti leggeri la differenza di redditività tra chi produce Dop e non Dop è del – 9,4%, mentre per i pesanti del -11,1%.  

 

 

 

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