Mercati

Indice Crefis di redditività dei suini

Nel mese di marzo la redditività de gli allevatori italiani di suini è scesa ulteriormente rispetto al mese precedente (-5,1%), mantenendosi comunque ben al di sopra rispetto ai livelli fatti registrare lo scorso anno (+29,3%).  L’ulteriore calo di prezzo subìto dai suini da macello pesanti e il contemporaneo aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per la loro alimentazione, hanno spinto ulteriormente verso il basso la redditività degli allevatori di suini italiani.

Alla flessione di redditività degli allevatori italiani è corrisposto un aumento di quella dei macellatori italiani, cresciuta del +7,6% rispetto a febbraio grazie alla diminuzione di prezzo dei suini da macello e all’aumento del prezzo dei lombi, il quale ha compensato, in parte, il calo subìto dalle cosce fresche. L’attuale livello si mantiene, comunque, al di sotto di quello dello scorso anno del -10,9%.

In seguito alla ridefinizione, da parte della borsa merci di Parma, dei pesi dei prosciutti stagionati di Parma, dal mese di febbraio l’Indice Crefis della stagionatura dei prosciutti tipici è stato calcolato utilizzando le quotazioni dei nuovi pro- dotti introdotti.

Nell’ultimo mese la redditività dei prosciutti di Parma DOP è continuata a crescere rispetto al mese precedente, risultando quindi la più alta da quando l’indice è stato ricalcolato (febbraio 2019), per entrambe le tipologie di peso. Tale andamento è derivato dal calo di prezzo della coscia fresca avvenuto 12 mesi fa, che ha bilanciato il calo o la stabilità (a seconda della tipologia di peso considerata) dei prezzi dei prosciutti stagionati. Le varia- zioni congiunturali sono state del +1,1% per la coscia leggera e del +3,1% per quella pesante.

In calo, invece, la reddittività dei prosciutti destinati a produzioni non tipiche, con variazioni congiunturali del – 2,3% per il prosciutto leggero e del -5,6% per quello pesante. Ad aver pesato, in questo caso, è stato l’aumento di prezzo subito sette mesi fa dalle cosce fresche destinate a queste produzioni.
Le variazioni tendenziali sono risultate positive sia per le produzioni DOP (+40,5% e +42,6%, rispettivamente per leggero e pesante), che per i prosciutti non DOP: +3,2% per i leggeri e +14,5% per quelli pesanti.

In marzo, il differenziale di redditività tra le produzioni DOP e quelle non tipiche è rimasto a favore delle produzioni tipiche sia per quanto riguarda i prosciutti pesanti (+23,9%), che per quelli leggeri (+3,8%).  

A livello di prezzi, a marzo le quotazioni degli animali da macello sono diminuite sia per gli animali destinati al circuito DOP che per quelli inviati al circuito non tutelato, mentre sono ulteriormente cresciuti i prezzi di quelli da allevamento. In calo, invece, i valori delle cosce fresche, mentre sono aumentati quelli dei lombi; in flessione i valori relativi ai prosciutti di Parma.

Nel periodo gennaio – dicembre 2019 il commercio estero dell’Italia di suini, carni suine e salumi ha complessivamente realizzato un saldo finale negativo pari a -638,4 milioni di euro, dato in peggioramento di quasi 226 milioni di euro rispetto all’anno prece- dente. Tale risultato è stato determinato da un deciso incremento dei va- lori importati, rispetto al 2018, il quale è risultato decisamente superiore a quello osservato per l’export nazionale del comparto.

Nell’ultimo mese, invece, la redditività degli allevatori USA ha registrato una ripresa rispetto al mese precedente, con una variazione del +11,1%. Tale andamento è da ricercare nell’aumento di prezzo subìto dai suini da macello statunitensi e al contemporaneo calo delle materie prime per la loro alimentazione. Negativa la variazione tendenziale, pari al -1,7%.

 

 

 

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