Politiche agricole

Fitofarmaci, la Ue accoglie proposte degli agricoltori

La proposta di regolamento sulla riduzione dell’uso di fitofarmaci va in archivio.  “I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati” ha sottolineato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen – nell’intervento svolto al Parlamento europeo per annunciare la decisione di proporre al Collegio il ritiro di un progetto legislativo “diventato simbolo di polarizzazione”.

Va ricordato che la proposta sul taglio dei fitofarmaci – il 50% in media entro il 2030 – è stata trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio nel giugno 2022. Da allora Confagricoltura ha avviato una costante iniziativa sulle due Istituzioni per evidenziare le conseguenze che il provvedimento, se approvato, avrebbe avuto. In sintesi, una riduzione del potenziale produttivo dell’agricoltura italiana ed europea con il conseguente aumento delle importazioni da paesi terzi dove non è affatto scontato che le regole di produzione siano omogenee con quelle dell’Unione. Gli agricoltori, inoltre, avrebbero avuto minori strumenti di difesa contro le fitopatie rese più aggressive dal cambiamento climatico.

Il dialogo con il Parlamento europeo è risultato proficuo. Lo scorso novembre, l’Assemblea di Strasburgo ha respinto formalmente la proposta della Commissione.

Anche il Consiglio è stato chiamato in causa. Condividendo le preoccupazioni espresse da Confagricoltura, a dicembre del 2022 i ministri dell’Agricoltura hanno chiesto alla Commissione una valutazione aggiuntiva sull’impatto della proposta di regolamento in questione, per tener conto delle conseguenze economiche dell’aggressione russa all’Ucraina sotto l’aspetto della sicurezza alimentare e della competitività del settore agricolo della UE.  La valutazione aggiuntiva è stata licenziata a luglio dello scorso anno, ma non è servita a superare le riserve di un ampio numero di Stati membri, con l’Italia in prima fila. Da allora, il negoziato è rimasto bloccato.

Insomma, la decisione della von der Leyen non giunge improvvisa, ma è la presa d’atto di una situazione diventata ingestibile per la Commissione.

Un altro passaggio del discorso pronunciato dalla presidente della Commissione all’Europarlamento merita una particolare attenzione. “Gli agricoltori – ha detto – hanno bisogno di un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita della resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi”.

Sembra aprirsi una strada nuova. Niente più divieti, ma supporti economici agli investimenti delle imprese per una maggiore sostenibilità ambientale. E’ la scelta fatta negli Stati Uniti dove sono stati stanziati 20 miliardi di dollari per la transizione energetica ed ecologica del settore agricolo. Gli incentivi fanno salire gli investimenti. E gli investimenti supportano la crescita economica. Forse, non è un caso se l’economia USA continua a crescere, mentre quella europea ristagna.

La Federazione nazionale delle rivendite agrarie COMPAG esulta per il cambio di rotta della Commissione UE sulla proposta di regolamento sull’uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, argomento già in passato contestato da Compag a livello nazionale e europeo per le ripercussioni che tale manovra avrebbe portato nel comparto agricolo in termini produttivi. Secondo il direttore di COMPAG Vittorio Ticchiati “il taglio dell’uso dei prodotti fitosanitari non è altro che il frutto di scelte ideologiche e manca totalmente di una valutazione scientifica seria circa l’effettiva praticabilità nel settore agricolo”.

Per Compag, le riduzioni proposte si basavano su aspetti prettamente quantitativi e trascuravano di considerare il tipo di colture che caratterizza l’agricoltura dei singoli Stati membri, penalizzando i Paesi con un’agricoltura più intensiva e con un maggior numero di coltivazioni, in particolare di colture “minori”, come nel caso dell’Italia. In uno sforzo di trovare un punto di equità tra i Paesi più o meno virtuosi nel termine di riduzione dell’impiego dei fitosanitari, il piano si basava su calcoli meramente teorici e scollegati dalla realtà, con il risultato di assegnare all’Italia un taglio dei fitosanitari del 62%, nonostante abbia già ridotto l’utilizzo di prodotti fitosanitari del 35% negli ultimi quindici anni.

La proposta presentata a giugno 2022 ha creato una inevitabile spaccatura tra il mondo agricolo da una parte e le organizzazioni ambientaliste dall’altra, evidenziando nel tempo pochi margini di avvicinamento tra le due posizioni, distanza ugualmente incolmabile tra le istituzioni europee coinvolte nel processo di approvazione del regolamento. “Gli obiettivi di riduzione dell’impiego dei prodotti fitosanitari inseriti nella proposta di regolamento SUR” dichiara inoltre il Presidente COMPAG, Fabio Manara “rischiavano seriamente di compromettere la buona riuscita della produzione agricola, la sicurezza alimentare dell’Unione europea e di aumentare la dipendenza dalle importazioni da Paesi terzi. E tutto ciò proprio in un momento storico dove invece occorre aumentare la disponibilità di materie prime, gestire l’approvvigionamento e ridurre la dipendenza dalle importazioni”.

Grande dunque la soddisfazione della Federazione Compag per la scelta fatta dalla Commissione UE e per il lavoro svolto da parte dei politici nazionali e di quanti hanno lavorato affinchè questa proposta potesse essere rigettata. Compag auspica che in futuro la Commissione UE adotti un diverso approccio riguardo la riduzione dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari, dettato da una migliore cooperazione con la filiera agroalimentare e da proposte formulate sulla base di valutazioni di impatto serie e fondate su dati scientifici.

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