Politiche agricole

Sgravi fiscali e assicurazioni, l’apertura del Governo

Il Governo sospende per sei mesi l’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli ed esenta dall’Irpef il 90% delle aziende. Questo è il risultato che è emerso dal vertice di ieri tra le principali associazioni agricole E’ stato un incontro con proposte molto serie, abbiamo apprezzato che il Presidente del Consiglio abbia chiamato tutti i ministri a Palazzo Chigi in una fase così delicata e drammatica per il settore agricolo. Il Governo ci ha dato garanzie di risposte concrete già nelle prossime settimane. Sarà, ora, nostro compito vigilare e continuare a confrontarci con l’esecutivo affinché tali impegni vengano effettivamente assunti e messi in pratica, passando velocemente dalle parole ai fatti”. Così, oggi, il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, a conclusione della riunione che si è svolta a Palazzo Chigi tra le associazioni di settore e la premier Giorgia Meloni.

“Il settore ha bisogno di risollevarsi perché le aziende agricole sono in grande difficoltà. Se i trattori sono per strada a manifestare, noi di Cia facciamo la nostra parte in maniera pressante a livello istituzionale, perché è solo così che si portano avanti risultati concreti e tangibili. Le proposte che ci sono state fatte dal Governo -conclude Fini-, sono in linea con le nostre rivendicazioni, abbiamo però aggiunto anche la necessità dello stanziamento di risorse per il comparto irriguo e per le assicurazioni agevolate, procedendo a pagamenti immediati per le annualità 2022 e 2023″.

“Un incontro proficuo, che ha consentito di fare il punto sull’insieme delle situazioni di crisi dell’agricoltura italiana. Abbiamo, in larga misura, apprezzato gli obiettivi e il programma di priorità annunciato dal Governo ed in particolare apprezziamo l’apertura di un tavolo con il Governo sul tema del lavoro ”, dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a conclusione della riunione che si è svolta oggi a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni.

“Da parte nostra, abbiamo rimarcato che il ripristino dell’esenzione IRPEF deve riguardare tutti gli agricoltori, in difficoltà da tempo per il calo dei prezzi all’origine, mentre i costi di produzione restano elevati” sottolinea Giansanti.

“E’ di grande importanza l’attenzione rivolta dal governo alle questioni aperte sul fronte del credito, del costo del lavoro e dei rapporti all’interno delle filiere. Al riguardo, abbiamo presentato alcune proposte per alleggerire i costi di produzione delle imprese, anche attraverso la riduzione degli oneri previdenziali, che limitano la nostra capacità competitiva sui mercati nonché la nostra capacità d’investimento sulle misure del PNRR.”

“Importante – continua il presidente di Confagricoltura – anche l’impegno per la riforma del sistema assicurativo in linea con le nuove esigenze poste dal cambiamento climatico e l’accelerazione nei piani di contenimento dei grandi ungulati”.

“Per quanto riguarda il versante europeo, nel corso della nostra Assemblea, a Bruxelles, il 26 febbraio, presenteremo le proposte per una radicale riforma della PAC. Intanto, però, bisogna puntare, come indicato dal Governo, sulla semplificazione amministrativa, sulla soppressione delle norme che limitano la capacità produttiva dell’agricoltura e sulla reciprocità in materia di importazioni dai paesi terzi” conclude il presidente di Confagricoltura, chiedendo al Governo di accelerare il saldo dei pagamenti PAC nonché degli aiuti nazionali.

Dal ripristino dell’esenzione Irpef agli aiuti per le filiere in crisi fino alla moratoria sui debiti sono alcune delle proposte contenute nel documento presentato dal presidente Coldiretti Ettore Prandini nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi con il premier Giorgia Meloni il sottosegretario alla presidenza Mantovano e i vicepremier Tajani e Salvini, e i ministri Lollobrigida, Giorgetti, Piantedosi, Fitto, Ciriani, Calderone.

L’aumento dei tassi di interesse, i costi di produzione aumentati a causa delle guerre, l’inflazione che riduce il potere di acquisto e le conseguenze di alcune scelte sbagliate dell’Unione Europea – ha spiegato Prandini nel corso del vertice – stanno determinando situazioni di difficoltà in  numerose aziende.


A livello nazionale sono necessari alcuni interventi che rispondano innanzitutto alla difesa del reddito delle aziende agricole. Come richiesto nei mesi scorsi – ha ricordato il presidente della Coldiretti -, è importante poter ripristinare l’esenzione Irpef agricola e lo sgravio contributivo per le nuove imprese agricole aperte da giovani. Importante l’annuncio dell’inserimento nel Milleproroghe della proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli, come richiesto da Coldiretti. Ma serve lo stop anche alle vendite sotto i costi di produzione e più controlli contro le pratiche sleali. Dopo aver denunciato la Lactalis sul prezzo del latte, Coldiretti è pronta a fare lo stesso su tutte le filiere rilanciando la raccolta di segnalazioni da parte dei soci.


Sulle emergenze agricole è necessario il decreto attuativo con un primo stanziamento per le filiere in crisi, a partire dalle pere usando il Fondo emergenze della legge di bilancio e anche sulle assicurazioni agevolate bisogna procedere a pagamenti immediati per le annualità 2022 e 2023.


In Europa, come accaduto per la guerra in Ucraina e per il Covid, serve che la Commissione Ue adotti un quadro temporaneo specifico per la crisi del settore agricolo europeo. Un intervento che – ha continuato Prandini – semplifichi la possibilità per gli Stati membri di erogare un aiuto diretto a diminuire i costi delle imprese o indennizzare da danni subiti nelle emergenze e nelle crisi. Allo stesso tempo si propone di poter aumentare i fondi per gli aiuti diretti Pac in modo da compensare l’inflazione non conteggiata oggi. Per attutire l’effetto dell’aumento dei tassi di interesse bancari, combinato con l’inflazione e l’incremento dei costi di produzione, è poi necessaria una moratoria dei debiti delle imprese agricole a livello europeo.


La Coldiretti chiede anche la cancellazione definitiva delle regole europee che impongono di lasciare terreni incolti. È insensato impedire agli agricoltori europei di produrre in tutte le campagne a disposizione, per poi aumentare le importazioni dall’estero da paesi che non rispettano i nostri standard.


Occorre poi dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. Questo anche alla luce degli accordi di libero scambio in discussione come il Mercosur che penalizzerebbero agricoltori e cittadini europei. E va allargato il fronte del no al cibo artificiale. Dopo che Coldiretti ha raccolto oltre 2 milioni di firme è arrivata la legge italiana sullo stop agli alimenti a base cellulare che è stata presa ad esempio da altri stati, mentre be 12 Paesi hanno sottoscritto un documento che prevede una “moratoria” su questo tipo di prodotti.


Per produrre cibo sano e di qualità serve poi – aggiunge Prandini – una giusta remunerazione, un giusto reddito per gli agricoltori. Sostenere gli accordi di filiera serve proprio a costruire mercati più equi, con una più giusta distribuzione del valore. Da questo punto di vista è fondamentale legare la nuova Pac ad un rafforzamento della direttiva Utp contro le pratiche sleali. Per un vero sviluppo rurale servono regole semplici. Con la stessa logica servono risorse per favorire la ricerca agricola, ad esempio sullo strumento delle Tea, la nuova genetica green. L’Unione europea deve lanciare una grande campagna di sostegno all’agricoltura di precisione con meccanismi di aiuto efficaci e semplici. Allo stesso tempo va sbloccata l’autorizzazione per il pieno utilizzo del biodigestato come fertilizzante naturale alternativo a prodotti di sintesi.


A livello nazionale per garantire la disponibilità di terreni fertili occorre anche fermare il fotovoltaico a terra con un decreto immediato del Ministero dell’Ambiente sulle aree idonee per fermare le speculazioni. Anche sulla fauna selvatica bisogna fare di più riducendo la pressione dei cinghiali sulle colture, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le terre.


Sul lavoro agricolo Coldiretti chiede di contenere i costi indiretti e ridurre la burocrazia in linea con i nostri competitor come Francia e Spagna. E vanno velocizzate le procedure di rilascio dei visti d’ingresso da parte dei consolati italiani all’estero per i lavoratori stagionali agricoli di cui al decreto flussi.

Attenzione anche per la pesca dove serve aumentare le risorse per le aziende danneggiate dal granchio blu e rivedere l’indennità di malattia per i pescatori da riportare al 75%. No alla riduzione delle Giornate di pesca e delle zone di pesca per lo strascico e non solo.

“Prendiamo atto del pacchetto di misure presentato oggi dal governo, che troverà applicazione nei prossimi provvedimenti, a partire dall’atteso intervento per prorogare l’esenzione IRPEF per i redditi dominicali e agrari di coltivatori diretti e imprenditoriali agricoli, come da noi più volte richiesto per mettere un freno al graduale abbandono del Primario da parte di lavoratori e imprenditori, che sempre più spesso si stanno orientando verso altri comparti”. Lo sottolinea il vicepresidente della Copagri Giovanni Bernardini, a margine dell’odierno vertice a Palazzo Chigi con la Premier Giorgia Meloni, i Vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, convocato per fare il punto sulle tensioni che da ormai diversi giorni stanno agitando il settore agricolo.

“Continueremo ad attenzionare le numerose problematiche sul tavolo, sul quale da tempo si sta lavorando, e a sollecitare l’esecutivo per assicurarci che le proposte illustrate oggi trovino rapida e concreta applicazione”, prosegue Bernardini, spiegando di aver ribadito ai vertici dell’esecutivo l’importanza di mettere rapidamente mano alla questione della distribuzione del valore lungo la filiera, “tema – ha evidenziato – sul quale si gioca il futuro del settore Primario, stretto in una morsa tra i noti incrementi dei costi di produzione e delle tariffe energetiche e le remunerazioni a dir poco insoddisfacenti”.

“Abbiamo accolto con favore le annunciate aperture sul sostegno al credito agricolo, attraverso un incremento dell’apposito fondo Ismea con garanzia statale, così come la proroga di sei mesi per l’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli, che dovrebbe trovare spazio nel cosiddetto ‘DL Milleproroghe’”, continua il vicepresidente, ad avviso del quale è inoltre fondamentale continuare a lavorare, come più volte rimarcato dalla Confederazione, per semplificare e snellire la PAC.

“Le misure illustrate oggi sono certamente positive e condivisibili, anche se sono ancora numerose le problematiche che da anni frenano lo sviluppo del settore. Basti pensare, ad esempio, alla necessità di garantire per il 2024 l’esonero contributivo per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali under40; in un contesto nel quale le regole comunitarie hanno reso ancora più complesso l’accesso ai contributi comunitari per i giovani agricoltori, infatti, diventa ancora più importante mettere in campo ogni possibile intervento per favorire il più possibile il ricambio generazionale”, aggiunge Bernardini, esprimendo poi apprezzamento per l’annunciata istituzione di un tavolo di coordinamento in materia di lavoro agricolo, in cui confrontarsi per semplificare la gestione dell’occupazione nel Primario e dei flussi migratori.

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