Politiche agricole

Bilancio Ue 2021-2027 con  tagli all’agricoltura per 54 miliardi di euro

Il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha presentato, venerdì 14 febbraio scorso, una nuova proposta per il bilancio UE 2021-2027. L’argomento è inserito all’ordine del giorno della prossima riunione straordinaria del Consiglio Europeo, che si terrà giovedì 20 febbraio.
Secondo la nuova proposta, il budget pluriennale sarebbe finanziato con l’1,074% del PIL di ciascuno Stato membro. Un impegno in leggero aumento rispetto all’1,06 del precedente Pacchetto Negoziale e a metà strada tra l’1,114% proposto inizialmente dalla Commissione europea, e l’1% della proposta congiunta di Germania, Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia.
Dopo settimane di negoziati tra i Capi di Stato e di Governo, il presidente Michel ha ridotto la l’assegnazione del budget settennale per lo Sviluppo Rurale di circa 7,5 miliardi di euro, destinando questa somma al Fondo per una Transizione Equa. Per i pagamenti del I Pilastro i fondi sono invece leggermente aumentati di 2,5 miliardi, sempre in 7 anni.
Confermato il meccanismo della convergenza esterna – informa una nota della  Commissione – rispetto alla proposta della Commissione: partendo dal 2022 e fino al 2027, gli aiuti per i pagamenti diretti negli Stati membri che sono al di sotto del 90% della media europea, aumenteranno gradualmente fino a ridurre del 50% tale divario. Mentre il valore dei pagamenti negli Stati oltre la media si ridurrà di conseguenza. Confermata anche la proposta per il capping o plafonamento, che rimarrà del 100% per importi superiori a 100 mila euro, ma solo sull’importo del pagamento disaccoppiato di base.
La Riserva di crisi sarà finanziata con 450 milioni di euro da accantonare ogni anno, a partire dall’ammontare non utilizzato nel 2020, che verrà riportato automaticamente al 2021. Se una parte del fondo dovesse essere impiegato, l’ammontare potrà venir ricostituito con nuovi fondi FEAGA (Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia) oppure attraverso il meccanismo di disciplina finanziaria. Il 25% del budget dell’Ue per il periodo 2021-2027 rimane destinato a finanziare le politiche di raggiungimento degli obiettivi di mitigazione climatica.

 Posizione fortemente critica quella di Confagricoltura sulla proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo sul quadro finanziario 2021-2027 dell’Unione.
Le valutazioni sono già state oggetto di una lettera del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nella missiva si evidenzia come le sfide poste dal Patto Verde per l’Europa rischino di essere perse in partenza, almeno per quanto riguarda l’agricoltura. “Gli obiettivi proposti dalla Commissione – evidenzia Giansanti – non sono infatti raggiungibili con gli stanziamenti previsti nella proposta di compromesso”.
La valutazione decisamente critica di Confagricoltura riguarda i contenuti del documento diffuso venerdì scorso per la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo, il 20 febbraio a Bruxelles, convocata per raggiungere l’intesa sul prossimo quadro finanziario pluriennale della Ue.
“Possiamo aumentare ulteriormente la sostenibilità ambientale dei processi produttivi in linea con le giuste aspettative della collettività – sottolinea Giansanti – ma sono necessarie risorse finanziarie adeguate per una maggiore competitività, per gli investimenti e le innovazioni”.
E’ stata proposta, invece, per i prossimi anni una riduzione di oltre il 14% degli stanziamenti per l’agricoltura rispetto alla dotazione 2014-2020. In valore assoluto, il taglio è di 54 miliardi di euro a prezzi costanti (2018). Per l’Italia, nei confronti delle erogazioni relative all’anno in corso, è da mettere in preventivo un taglio di circa 2,7 miliardi.
“Per una maggiore sostenibilità ambientale – chiede Giansanti – la dotazione del bilancio agricolo deve restare almeno invariata in termini reali”.
Oltre agli aspetti finanziari, la proposta di compromesso inviata agli Stati membri tratta anche alcuni punti direttamente legati alla riforma, ancora in discussione, della politica agricola comune (PAC). In particolare, è stato proposto di continuare a ridurre il divario esistente tra gli importi degli aiuti diretti erogati nei diversi Stati membri (la cosiddetta “convergenza esterna”).
“E’ una proposta particolarmente penalizzante per l’agricoltura italiana, che esprime il più alto valore aggiunto per ettaro in ambito europeo – dichiara il presidente di Confagricoltura -. Non si può guardare solo ai differenti importi degli aiuti diretti, ignorando la vistosa diversità dei costi di produzione, a partire da quello del lavoro. La PAC è uno strumento di politica economica e tale deve rimanere. La proposta sulla ‘convergenza esterna’ va respinta, perché priva di qualsiasi base economica – aggiunge Giansanti. E conforta il fatto che il presidente del Consiglio e il ministro Bellanova condividano questa posizione”.
Previsto anche il blocco dei pagamenti diretti oltre i 100 mila euro (‘plafonamento’) alle imprese agricole di maggiore dimensione. “Un’altra proposta da respingere, perché illogica sul piano economico – conclude Giansanti -. Sarebbe penalizzata la competitività delle imprese che producono per il mercato e, perciò, più aperte alle innovazioni rese indispensabili dalla transizione ecologica. Il ‘plafonamento’ sarebbe, a conti fatti, un danno per gli imprenditori e un ostacolo verso l’obiettivo di una maggiore sostenibilità ambientale”.

 

 

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