Economia

Approvvigionamenti, in agricoltura due preoccupanti fronti aperti per carenza fertilizzanti e mangimi

 

 “Calibrare al meglio la strategia per l’internazionalizzazione del ‘Sistema Italia’ è fondamentale per rispondere con sempre maggiore puntualità alle reali esigenze delle imprese, con particolare riferimento all’agroalimentare, comparto che fa dell’export uno dei suoi punti di forza, tanto dall’aver sfiorato nel 2022 la cifra record di 60 miliardi di esportazioni, con un significativo incremento del 18% su base annua e con una crescita a doppia cifra sia in ambito comunitario, +21% nel primo semestre del 2022, che extra-UE, con un +16%”. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Copagri Giovanni Bernardini, intervenendo all’odierna riunione del Tavolo per la ridefinizione delle catene globali di approvvigionamento, convocato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in vista dell’undicesima riunione della Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione.

“Per quanto concerne le problematiche relative all’approvvigionamento, i fronti agricoli sui quali intervenire con urgenza sono al momento sostanzialmente due, ovvero quello dei fertilizzanti e quello della mangimistica; quanto ai fertilizzanti, è importante ragionare sulla messa in campo di azioni volte a incentivarne l’import e soprattutto lavorare per diversificare le fonti di approvvigionamento, valutando anche la possibilità di potenziare la produzione comunitaria, in particolare di azotati e fosfatici”, ha aggiunto.

“E’ bene ricordare, infatti, che le drammatiche tensioni in atto sul versante comunitario orientale hanno impattato significativamente sulle esportazioni di fertilizzanti di Russia, Bielorussia e Ucraina, che come noto sono tra i principali esportatori di fertilizzanti; in tale ottica, oltre all’aumento dei prezzi, si rischiano pesanti ripercussioni anche in termini di sicurezza alimentare”, ha rimarcato Bernardini.

“Particolare attenzione – ha proseguito il vicepresidente – andrà poi riservata alle problematiche legate all’approvvigionamento di mais, che oltre a rappresentare la materia prima fondamentale per i mangimi, e quindi per il sostentamento del comparto zootecnico, è indispensabile per le produzioni DOP da carne e da latte; il settore maidicolo nazionale, inoltre, oltre alle difficoltà colturali legate alla pessima annata vissuta, sta vivendo un momento di grande preoccupazione, tanto che gli operatori della filiera temono che possano venire compromesse le capacità produttive di lungo periodo della coltura, con impatti negativi a cascata anche sulle filiere collegate, come quelle di formaggi e salumi a denominazione d’origine”.

“Quanto, infine, alla promozione e al sistema fieristico, riteniamo che i tempi siano maturi per coinvolgere l’agricoltura e l’agroalimentare anche in iniziative trasversali, che vadano ad aggiungersi alle fiere di settore e contribuiscano ad allargare la platea di possibili amanti del Made in Italy”, ha concluso Bernardini.

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