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Agricoltura digitale 4.0 vale 7 miliardi di dollari

 

Il mercato globale dell’agricoltura 4.0 nel 2018 vale 7 miliardi di dollari, di cui il 30% generato in Europa. La crescita è ancor più rapida in Italia, dove il mercato ha un valore compreso fra i 370 e i 430 milioni di euro, il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo generato da oltre 110 aziende fornitrici fra player affermati e startup. E sono oltre 300 le soluzioni già sul mercato, impiegate dal 55% delle aziende agricole intervistate.
L’età e il titolo di studio non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0. Il digitale innova anche tracciabilità e qualità alimentare: 133 soluzioni già disponibili, il 38% delle aziende ha migliorato l’efficacia del processo, il 32% l’efficienza. Sono 500 le startup nel mondo, per 2,9 miliardi di dollari di finanziamenti raccolti solo negli ultimi 2 anni, attive soprattutto in ambito eCommerce (65%) e Agricoltura 4.0 (24%). L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di startup ma con il finanziamento medio più basso

Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia, presentata a Palazzo della Valle sede di Confagricoltura, durante l’evento “Agricoltura digitale 4.0: sicurezza, sostenibilità e casi virtuosi”.

L’innovazione digitale entra anche nella filiera agrifood con soluzioni che aumentano la competitività dell’intero settore e migliorano qualità e tracciabilità del Made in Italy alimentare. Sono già 133 le soluzioni tecnologiche per la tracciabilità presenti sul mercato italiano grazie alle quali il 38% delle aziende che le hanno adottate ha migliorato l’efficacia del processo e il 44% l’efficienza, riducendo tempi e costi.
“L’innovazione digitale è una leva strategica per il settore agroalimentare italiano, in grado di garantire maggiore competitività a tutta la filiera, dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione – commenta Andrea Bacchetti, direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood -. Il successo delle imprese agricole passa sempre di più dalla capacità di raccogliere e valorizzare la grande mole di dati che si genereranno, soprattutto per ottenere il controllo dei costi e l’aumento della qualità della produzione.”

Ma è l’Agricoltura 4.0 – l’utilizzo di diverse tecnologie interconnesse per migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni, qualità produttiva e di trasformazione, nonché condizioni di lavoro – l’ambito di maggior fermento, con oltre 300 soluzioni 4.0 già disponibili, orientate soprattutto all’agricoltura di precisione e in misura minore all’agricoltura interconnessa (il cosiddetto Internet of farming), impiegate dal 55% di 766 imprese agricole intervistate nella ricerca, con l’età e il titolo di studio che non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0. 

In questo contesto favorevole, anche le startup che propongono soluzioni digitali al settore agricolo e agroalimentare proseguono nella loro spinta innovativa: sono 500 le startup nel mondo, per un totale di 2,9 miliardi di dollari di investimenti raccolti, attive soprattutto in ambito eCommerce (65%) e Agricoltura 4.0 (24%). L’Italia si colloca davanti a tutti gli altri Paesi Europei per numerosità, ma con appena 25,3 milioni di euro di finanziamenti (pari all’1% del finanziamento complessivo) appare ancora marginale per capacità di raccogliere capitali.

“L’agricoltura sta affrontando due sfide importanti per mantenere la competitività del settore: da una parte ridurre i costi ed aumentare la redditività, dall’altra produrre di più e valorizzare maggiormente i propri prodotti – ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. In tale contesto l’innovazione in generale e le tecnologie digitali sono strategiche, soprattutto in un Paese come l’Italia in cui si punta sempre più verso un sistema alimentare inclusivo, efficiente, sostenibile, nutriente e sano. Ma è anche oramai indiscusso il ruolo dell’innovazione e delle tecnologie digitali per la sostenibilità ambientale delle imprese agricole. Produrre di più utilizzando meno risorse: è il tema che rappresenta la stella polare dell’attività di Confagricoltura di oggi e di domani. Perché soltanto un’agricoltura che punti all’innovazione sarà capace di superare le future sfide e di soddisfare le aspettative della società”.

“L’innovazione è la chiave per promuovere la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale nel settore agricolo – ha detto Alberto Ancora, presidente di Federchimica – Agrofarma -. Le imprese del comparto degli agrofarmaci investono ogni anno il 6% del fatturato totale in R&D per lo sviluppo di nuove molecole sempre più efficaci e meno impattanti. Lavoriamo per introdurre tecnologie innovative che consentano interventi agronomici finalizzati a salvaguardare la salute delle piante al fine di migliorare la produttività agricola nel pieno rispetto della salute dell’ambiente e dei consumatori”.

“Anche il mondo dei fertilizzanti investe in nuove tecnologie – ha aggiunto Giovanni Toffoli, presidente di Federchimica – Assofertilizzanti – mettendo in atto interventi puntuali ed efficienti, monitorando in tempo reale l’operato sul campo e consentendo quindi di adeguare, se necessario, il piano di fertilizzazione, raggiungendo una maggiore efficacia e minimizzando gli sprechi. Si fa uso di strumenti e di tecnologie avanzate, come, per esempio, sensori prossimali e GPS, che permettono di misurare le carenze nutritive delle colture e valutare se e di quale fertilizzante ci sarà bisogno, nonché di strumenti che consentono di misurare le caratteristiche del suolo e della coltura al fine di integrare attività di campo e strumenti in maniera sinergica”.

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