Politiche agricole

Tavolo Ortofrutticolo Nazionale, Ora dare liquidità al settore

 

Il settore ortofrutticolo ha finalmente un posto di rilievo nell’agenda del Governo e gli attori della filiera sono pronti a fare la propria parte per rilanciarlo. E’ questo l’esito, peraltro non scontato, dell’incontro del Tavolo Ortofrutticolo Nazionale tenutosi ieri presso il MASAF.

“Il tavolo sull’ortofrutta, che si è tenuto al Masaf, è un momento di aggiornamento e confronto importante, per ascoltare le istanze dei protagonisti del comparto ed elaborare insieme, ragionando come Sistema Italia, soluzioni e prospettive di sviluppo per un settore fondamentale del Made in Italy”. Lo afferma il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, dopo l’incontro con i rappresentanti dell’intera filiera ortofrutticola e che ha visto la partecipazione del sottosegretario Patrizio La Pietra.

“Il nostro compito è sostenere questo comparto non solo per affrontare le emergenze ma anche per assicurare uno sviluppo solido e sostenibile. Puntiamo con forza sulla sinergia con altri ministeri, come confermano i tavoli con i dicasteri di Salute, Lavoro e Made in Italy. In questo modo il Sistema Italia può essere ancora più competitivo. Consapevoli che la nostra carta vincente non è la quantità ma la qualità, sulla quale siamo imbattibili”, conclude il ministro Lollobrigida.

Per Fruitimprese si è trattato di un primo passo importante: durante la riunione sono emerse le criticità e le sfide che attendono uno dei settori più importanti dell’economia italiana, primato confermato dalla presenza dei vertici delle confederazioni agricole, ma anche delle associazioni del commercio, della distribuzione e dell’industria.

Il calo ingiustificato dei consumi, la reperibilità ed il costo della manodopera, le proposte europee in tema di Green Deal, sono state al centro dell’intervento del Presidente Marco Salvi che accoglie con favore la disponibilità del dicastero di via XX Settembre, presente in forza all’incontro a cui hanno partecipato, oltre al il Ministro Lollobrigida ed al Sottosegretario La Pietra, anche i direttori di Ismea ed Agea.

L’Amministrazione ha risposto alle sollecitazioni della filiera con un piano di azione ben congegnato che pone al centro una strategia di comunicazione istituzionale per il rilancio dei consumi ma anche il coinvolgimento delle imprese in un processo di condivisione delle scelte che farà leva sulla creazione di tavoli interministeriali ad hoc per le numerose problematiche che affliggono il settore.

Fruitimprese è pronta a fare la sua parte rappresentando le proposte ed il punto di vista degli operatori internazionali che ogni giorno vivono i mercati, nell’auspicio che permanga il clima di collaborazione e concretezza tra gli operatori della filiera e che il Governo possa dare risposte corrette alle aspettative di un settore che ha bisogno di lavorare e produrre in un contesto libero da ingiustificati divieti e con regole chiare e valide per tutti.

Quello ortofrutticolo è un comparto di fondamentale importanza per l’economia agricola e del Paese, costituendo una quota importante dell’agricoltura nazionale, sia in termini di superficie che di contributo al valore totale della produzione; parliamo di un settore che ha dimostrato una grande resilienza durante la drammatica fase pandemica e il cui valore nell’ultimo decennio si è sempre mantenuto su una media del 25% circa sul totale dell’agricoltura”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Tommaso Battistaintervenendo alla riunione del Tavolo ortofrutta, svoltasi al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste alla presenza del titolare del dicastero Francesco Lollobrigida e del sottosegretario alle Politiche Agricole Patrizio La Pietra.

“Anche e soprattutto per tali ragioni, è fondamentale intervenire per tutelare l’ortofrutta dai noti incrementi delle tariffe energetiche e in particolare dei costi produzione, tutti fattori che se non compensati da prezzi più elevati rischiano seriamente di ripercuotersi sull’offerta ortofrutticola di un comparto che è legato a doppio filo con l’impatto dell’andamento meteoclimatico e che attualmente paga lo scotto di importazioni che arrivano anche da paesi dove le regole di coltivazione e condizionamento sono spesso meno rigorose rispetto a quelle osservate dai produttori comunitari”, ha evidenziato Battista, ricordando che “al netto delle produzioni in serra, il settore è fortemente soggetto alle oscillazioni produttive legate al clima”.

“Nonostante gli evidenti segnali di difficoltà dovuti agli aumenti dei costi sopracitati, nonché al calo delle rese dei raccolti provocato dalla siccità della prima parte dell’anno, l’ortofrutta continua a mostrare una buona vitalità, testimoniata anche dai positivi numeri dell’export, trainati dalle esportazioni delle produzioni ortofrutticole di punta, quale uva da tavola, mele, pomodoro da industria, kiwi, pesche, pere”, ha aggiunto.

“Il futuro del comparto passa necessariamente da due strade: da una parte la sempre più avvertita necessità di fare squadra e puntare sull’aggregazione, sia a livello di offerta che di commercializzazione, continuando a spingere sugli accordi di filiera e sulla promozione della qualità; dall’altra l’esigenza, ugualmente sentita dagli operatori del settore, di approfittare con sempre maggiore convinzione e determinazione delle possibilità offerte dalla ricerca e dall’innovazione applicate al primario, a cominciare dall’agricoltura e dall’irrigazione di precisione, temi ancora più fondamentali in vista della crisi idrica con la quale sarà costretto a confrontarsi il Paese nei prossimi mesi”, ha suggerito il presidente della Copagri.

“Le altre linee di intervento sulle quali bisogna continuare a lavorare sono la promozione del ricorso alle assicurazioni, il monitoraggio dell’andamento del mercato, sia nazionale che internazionale, l’individuazione e il superamento delle possibili criticità nei mercati legati alle barriere fitosanitarie, così come l’aggiornamento e la revisione della Strategia nazionale di settore”, ha concluso Battista, ad avviso del quale “l’obiettivo primario deve restare quello di garantire un prezzo non inferiore ai costi produzione”.

Rendere subito operative le risorse previste dalla legge di Bilancio per dare subito liquidità al settore e costruire un piano nazionale di sviluppo, puntando sull’aggregazione attraverso le Op; garantendo il giusto reddito a tutti i soggetti della filiera, mediante processi di certificazione; favorendo campagne promozionali per incentivare i consumi in calo. Queste alcune delle richieste prioritarie presentate, oggi, da Cia-Agricoltori Italiani al Tavolo Ortofrutta convocato al Masaf dal ministro Lollobrigida.

“Siamo soddisfatti che sia arrivato il momento del confronto istituzionale sull’andamento del comparto, così come da noi auspicato e sollecitato da tempo -ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, intervenendo al Tavolo-. Questo perché il comparto, pur rappresentando il 25% della produzione agricola nazionale con un valore di 15 miliardi, sta vivendo una fase di acuta crisi, tra il notevole incremento dei costi di produzione, l’andamento climatico anomalo, la mancanza di manodopera e le emergenze fitosanitarie”.

In particolare, ha ricordato Fini “le situazioni più preoccupanti si registrano sul pomodoro sia da mensa che da industria e sull’uva da tavola che, oltre alle difficoltà generali del comparto, scontano le incertezze sul prezzo riconosciuto alle aziende agricole. Restano, poi, problemi anche sugli agrumi, che fanno i conti con la concorrenza, a volte sleale, delle produzioni del Nord Africa e della Spagna”.

Per tutti questi motivi, Cia ritiene necessario agire rapidamente con provvedimenti e risorse dedicate, utili a tutelare e incentivare la competitività dell’ortofrutta Made in Italy nel mercato interno ed estero.

Nello specifico, Cia chiede anche di: snellire le procedure burocratiche e rivedere le quote del Decreto flussi per risolvere la questione manodopera nei campi; implementare la diffusione del progetto frutta e verdura nelle scuole; rivedere i negoziati europei governando i flussi di importazione per determinati quantitativi e periodi; finanziare progetti di ricerca che mirino all’applicazione di pratiche agronomiche maggiormente sostenibili e produttive con l’apertura alle nuove tecniche genomiche; vigilare sulla proposta Ue del nuovo regolamento sugli imballaggi che rischia di aumentare i costi per i materiali alternativi alla plastica e potrebbe avere ricadute sulla sicurezza alimentare e sulle qualità organolettiche per prodotti considerati tra i più deperibili.

 

Condividi