Terremerse è diventata O.P. per l’ortofrutta
Il 2021 sarà per Terremerse un anno molto importante, al netto delle difficoltà del periodo causa pandemia Covid-19, che ha costretto, e purtroppo costringerà, la Cooperativa ad affrontare spese impreviste e a investire considerevoli risorse per poter svolgere le proprie attività nel rispetto di quanto previsto dalle norme volte al contenimento della diffusione del virus, garantendo al proprio personale, ai soci e ai clienti il massimo della sicurezza.
Fra le molteplici novità, una delle più rilevanti è sicuramente quella che dal 1° gennaio 2021 Terremerse svolgerà l’attività di Organizzazione di Produttori (O.P.) per il settore Ortofrutta. Infatti, nel corso di quest’anno si è positivamente concluso il percorso di fusione per incorporazione della O.P. Pempacorer. Terremerse, che nel 2020 ha già ottenuto il riconoscimento di Organizzazione di Produttori ortofrutticoli per il prodotto da industria da parte della Regione Emilia-Romagna, dal 2021 si occuperà della commercializzazione e della gestione dei Piani Operativi per conto dei soci anche per il prodotto fresco, integrando nella propria struttura multifiliera la Sezione O.P. Ortofrutta.
Per effetto di questa e di altre operazioni virtuose che hanno determinato un sostanziale cambiamento della struttura della Cooperativa, che conterà tra l’altro oltre 5.700 soci, il fatturato della sola Terremerse raggiungerà i 200 milioni di euro (dagli attuali 150), mentre quello del gruppo (di cui fanno parte le società controllate Semìa e Terremerse Nord Est) si attesterà attorno ai 220 milioni. “Terremerse è divenuta un’azienda multifiliera (agroforniture, cereali, ortofrutta, carni) con una propria sezione O.P. Ortofrutta, unica in Italia per dimensioni e caratteristiche. Ciò consentirà a Terremerse anche di allargare la propria azione su territori sui quali a oggi non opera, creando pertanto un volano allo sviluppo delle attività caratteristiche della Cooperativa, in particolare la vendita delle agroforniture, la raccolta dei cereali o la commercializzazione delle orticole”, sottolinea Emilio Sabatini, Direttore Generale Terremerse.
Altra rilevante novità, avviata sul finire di quest’anno pur tra le difficoltà del “momento Covid-19”, è la nascita di una nuova filiera. Terremerse, infatti, ha avviato un importante progetto sul nocciolo per la messa a dimora di 600 ettari in 5 anni nelle regioni in cui la Cooperativa è più presente: Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Toscana e Umbria, territori vocati per questa coltura. “Il Progetto Nocciolo e la volontà di diventare attore importante di una filiera di qualità al 100% italiana, si inserisce a pieno titolo negli orientamenti strategici di Terremerse, volti a indirizzare propri soci verso le migliori scelte produttive e ottimizzare i propri servizi agronomici. Inoltre, tale iniziativa è coerente con la struttura organizzativa che la Cooperativa si è data attraverso la costituzione della Sezione O.P. Ortofrutta, rientrando tra l’altro il nocciolo nelle valorizzazioni previste dall’O.C.M. per la rendicontazione di spese e investimenti”, spiega il Presidente Marco Casalini.
Per comunicare al di fuori di Terremerse l’evoluzione che è in atto all’interno della Cooperativa, è stato deciso di rivedere anche la grafica del logo aziendale, che sarà accompagnato anche da un rinnovato pay off che rappresenta, e rappresenterà sempre più per il futuro, l’essenza di Terremerse: pensare multifiliera, agire sostenibile. Pertanto oltre all’aspetto grafico, che pur mantenendo la radice del logo attuale (dal 2002) se ne differenzia in modo evidente, il nuovo pay off sostituisce il pur valido ed effettivo riferimento ai “territori e mercati in rete”, con ciò che meglio definisce il DNA della Terremerse attuale, ossia l’essere un’azienda multifiliera che agisce secondo regole di sostenibilità.
Cambiamenti in corso, ma senza rinnegare il proprio storico passato. Infatti nel 2021 si celebreranno anche 2 importanti anniversari: oltre al trentennale di Terremerse, ricorrono anche i 110 anni della “Cooperativa coloni, piccoli affittuari e mezzadri di Massalombarda”, da considerare a tutti gli effetti la società capostipite di Terremerse che, attraverso una serie di progressive fusioni, è arrivata oggi a vantare oltre un secolo di vita.