Fiere e Rassegne

Mirtillo protagonista a Macfrut con International Blueberry Days:

Il mirtillo ha colorato di blu Macfrut, la fiera dell’ortofrutta che per tre giorni al Rimini Expo Centre ha riempito i padiglioni di visitatori. Il secondo giorno di International Blueberry Days (giovedì 4 maggio) ha visto protagonisti i Global Players, rappresentati dalle aziende primarie delle principali aree di produzione e commercializzazione internazionale.

A livello globale il mirtillo ha diversi punti di forza che ne sostengono le previsioni positive: andamento di produzione e consumi, disponibilità di prodotto 52 settimane l’anno, innovazione di packaging e marketing per portare al consumatore nuove occasioni di acquisto e linee premium di prodotto.

Il Perù ha aperto con le stime di produzione: negli ultimi cinque anni la produzione è passata da 43 mila tonnellate nel 2016 a 277 mila tonnellate nel 2022 e si sta avviando verso il raddoppio nei prossimi cinque anni. Secondo John Early di Agrovision il Perù sta sviluppando in particolare i mercati asiatici, con la Cina in testa: oltre 1400 container sono stati inviati nel 2022 solo dai primi tre esportatori.

Il tema del rinnovamento varietale sta interessando sia il Perù che il Cile, che sta ridisegnando le proprie strategie di produzione ed esportazione del mirtillo per fare fronte alle nuove sfide. Orieta Ramirez di Frusan ha individuato le principali criticità in “logistica, scarsità di manodopera, cambiamento climatico, miglioramento genetico; a questo si aggiungono nuovi paesi produttori che stanno rapidamente erodendo le quote di mercato globali del mirtillo cileno, tra cui principalmente Perù e Messico, ma anche Marocco e Cina e che stanno spingendo il Cile verso nuove strategie di diversificazione”. Le quantità in esportazione di mirtillo fresco cileno sono previste in calo del 20% nella prossima stagione 2022/23, da 110.000 tonnellate a 87.000 mila tonnellate.

Il mercato statunitense è stato illustrato da Nader Musleh di California Giant Berry Farms: con una penetrazione del 45% e un fatturato di quasi 2 miliardi di dollari, il mirtillo rappresenta il settimo frutto più amato dagli americani: il 41% dei consumatori lo cita infatti come il frutto preferito.

Justin Mudge di Chiltern Farms ha illustrato le sfide a cui sottoposti i produttori di mirtillo in Sudafrica: dopo una crescita che ha portato la produzione media dell’ultimo triennio oltre i 3000 ettari e le esportazioni a 24.000 tonnellate nel 2022, il settore sta vivendo una forte pressione su costi e prezzi: mentre tra 2020 e 2021 i prezzi sono calati del 23%, i costi hanno visto un’impennata del 51%, con una perdita di redditività che sta portando l’intero settore a riconsiderare la sostenibilità del proprio futuro, che è basato su una produzione di qualità e un’esperienza quasi centenaria di esportazioni ortofrutticole.

Dominika Kozarzewska ha illustrato i risultati della campagna di promozione dei piccoli frutti che sta interessando la Polonia, dove l’intera filiera si è unita per comunicare al consumatore i benefici dei piccoli frutti. La Polonia, che produce mirtilli da quasi cinquant’anni, ha visto le importazioni crescere a un ritmo superiore alla produzione e all’esportazione, facendone uno dei mercati più dinamici in Europa. Gli acquisti dall’estero sono passati infatti da 9910 tonnellate del 2020 a 14250 tonnellate nel 2021, con un aumento del 44% e ormai quattro famiglie polacche su cinque acquistano mirtilli nel corso dell’anno.

I Global Players, protagonisti mondiali della filiera del frutto blu, concordano comunque che lo sviluppo sarà sostenibile solo se si baserà sulla qualità, un obiettivo verso il quale tutti gli attori stanno lavorando: dai breeder per sviluppare nuove varietà fino a tutta la catena di produzione, commercializzazione e distribuzione. I consumatori di tutto il mondo continuano a dimostrare la propria passione per il mirtillo e sta al settore dimostrare che è possibile portare sulle tavole per 52 settimane un mirtillo all’altezza delle aspettative di gusto, croccantezza, aspetto visuale e salubrità.

Stefano Predieri di CNR-IBE Bologna: “i consumatori sono i nostri maggiori allegati per comprendere e sviluppare una produzione sostenibile di qualità e che nel tempo possa soddisfare tutte le aspettative. Oggi i consumatori ospiti di Macfrut sono stati coinvolti direttamente in una prova assaggio guidato di cultivar di mirtilli innovative. Guidati da un team di otto esperti di analisi sensoriale del CNR, ne hanno valutato sia l’aspetto gustativo sia quello visivo. L’apparenza esterna deve infatti essere coniugata perfettamente con un gusto che soddisfi al momento dell’assaggio”.

Secondo Thomas Drahorad, co-organizzatore di International Blueberry Days “Macfrut si conferma quindi anche per il mirtillo un laboratorio di conoscenza, innovazione e motore di sviluppo per sostenere un settore in rapida espansione a livello globale”.

La tisana è buona e fa bene. Questo il fil rouge della Tavola Rotonda ospitata nel Salone Spices&Herbs Global Expo, tra produttori e operatori del mondo delle bevande infusionali, per fare il punto su un settore in crescita anche in Italia, con un mercato che ha superato i 200 milioni di euro. Obiettivo della giornata a Macfrut: mettere a punto strategie rivolte al consumatore in tema di benessere e salute, ma anche di gusto.

“Un settore da valorizzare che può offrire opportunità per il mercato e per la filiera”, ha sottolineato Demetrio Benelli, Direttore di Erboristeria Domani introducendo il confronto.

“Ogni giorno in Italia si consumano 7 milioni di infusi di cui l’80% camomilla. L’infuso è la forma più semplice per assumere erbe aromatiche ma questa apparente semplicità racchiude un universo di soggetti e di competenze all’interno di una filiera che auspichiamo sempre più corta – ha sottolineato Andrea Primavera, Presidente FIPPO (Federazione Italiana Produttori Piante Officinali) -. La tisana fa bene ed è buona e richiede una attenta valutazione organolettica. L’incontro di oggi è solo il primo di altri progetti, compreso un festival internazionale dedicato alle tisane al quale stiamo pensando”.

A fare il punto sul mercato francese degli infusi, Magali Pellissier, incaricata Sviluppo e Parternariato Iteipmai, Istituto Tecnico Qualificato del Ministero dell’Agricoltura di Francia. “Il nostro Dipartimento seleziona nuove varietà in rapporto al cambiamento climatico e nel rispetto della tutela delle colture. In Francia ci sono 65 mila ettari di piante officinali, di cui la metà di lavanda, e il consumo di tisane negli ultimi anni è cresciuto, al contrario dei prodotti biologici in calo a causa dei prezzi”.

Luca Fasano, Amministratore Delegato Valverbe, ha portato la sua esperienza di produttore in un piccolo borgo di montagna in provincia di Cuneo, dove dal 1985 si occupa di piante officinali con oltre 60 ettari di coltivazioni e una erboristeria spontanea a cielo aperto.

Valentina Scariot, professoressa Associata Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino, ha presentato i risultati di tre progetti di ricerca sulle tecniche di essiccazione “dai quali cui è emerso che l’essiccazione a basse temperature è in grado di fornire ingredienti con un valore più elevato e una maggiore sostenibilità”.

Ezio Battaglia, frate erborista della Antica Farmacia Erboristica Sant’Anna di Genova, ha parlato delle tisane realizzate all’interno di questa antichissima realtà che risale al 1650. “L’ideale sarebbe riuscire a dare a ogni persona la tisana giusta, perché sono le piccole variazioni che fanno la differenza”.

Infine, Monica Borgogno, Sensory Project Manager Mérieux NutriSciences, si è soffermata sull’aspetto sensoriale e sul gusto: “Mi occupo di capire come le persone percepiscono il prodotto: il consumatore è il primo interlocutore al quale dobbiamo rivolgerci per comprenderne le preferenze e sviluppare prodotti sempre più ottimizzati e di qualità”.

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