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Sequestrate 821 tonnellate di pomodoro semilavorato contaminato da pesticidi

821 tonnellate di pomodoro semilavorato, proveniente dall’Egitto e dal valore commerciale di circa un milione di euro, sono state sequestrate dalla Procura di Nocera Inferiore e i Crabinieri per la Tutela agoalimentare perché contaminate da pesticidi. L’operazione, denominata “Scarlatto Due“ ha coinvolto un’azienda dell’agro nocerino-sarnese leader nel settore, i cui titolari (due fratelli) sono stati denunciati sia per frode in commercio sia per commercio di sostanze alimentari nocive. Il semilavorato di pomodoro era conservato in fusti da 250 chili in attesa di essere lavorato e confezionato in barattoli e tubetti Il sequestro di concentrato di pomodoro proveniente dall’Egitto che risulterebbe secondo le indagini largamente contaminato da pesticidi per un valore di un milione di euro, in una zona tradizionale di produzione come la Campania, conferma l’allarme per l’importazione di cibi di bassa qualità con il rischio che vengano spacciati come Made in Italy, afferma la Coldiretti.

L’operazione segue di poche settimane il sequestro di migliaia di tonnellate di concentrato di pomodoro straniero inserito nel ciclo produttivo come pomodoro 100% toscano e conferma l’allarme per l’aumento delle importazioni in Italia di derivati di pomodoro del 23% nel primo bimestre del 2021 soprattutto dalla Cina con quantitativi che sono però praticamente raddoppiati dall’Egitto (+83%) rispetto allo scorso anno.

L’ANICAV non può che ribadire, ancora una volta, la massima fiducia negli inquirenti che avranno il compito di chiarire quanto accaduto e se, effettivamente, il prodotto, momentaneamente vincolato e destinato a paesi esteri, sia illegale.
La stessa fiducia va, naturalmente, riposta nell’azienda coinvolta che avrà sicuramente l’opportunità di fare piena luce sulla vicenda.
Ci auguriamo che i campioni vengano analizzati rapidamente in modo che tutto possa concludersi in tempi brevi al fine di evitare ogni speculazione che, come purtroppo spesso accade, dando per scontati esiti ancora in corso di accertamento senza attendere i risultati delle indagini e dei riscontri scientifici, rischiano di avviare pericolosi processi mediatici che gettano una cattiva luce su tutto il comparto della trasformazione del pomodoro.
L’ANICAV rinnova il suo totale impegno a favore della massima trasparenza a tutela della salute dei consumatori, così come testimoniato nel corso degli anni anche dalle posizioni assunte a sostegno dell’introduzione dell’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i derivati del pomodoro e dal lavoro che stiamo portando avanti in sinergia con la Stazione Sperimentale delle Conserve – e che auspichiamo possa essere completato in tempi brevi – per la caratterizzazione dei macro e micro elementi minerali presenti nel pomodoro finalizzato all’identificazione della zona d’origine dei derivati che, una volta implementato, potrà rappresentare un fondamentale strumento a difesa delle nostre produzioni e a tutela del consumatore finale.

 

 

 

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