Zootecnia

Indici Crefis di redditività: allevamento, macellazione e stagionatura suini

In maggio l’ulteriore aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione suina (in particolare della soia) ha portato ad un calo della reddittività degli allevatori di suini italiani rispetto al mese precedente, con una variazione del -2,9% rispetto ad apri- le. In questo caso a pesare è stata l’ulteriore crescita dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione degli animali, che non ha consentito di sfruttare la leggera ripresa delle quotazioni dei suini da macello. L’attuale valore risulta, inoltre, più basso del 3,3% rispetto allo scorso anno.

L’ulteriore crescita (+10,6% su base mensile) dei prezzi dei suini da macello statunitensi, ha consentito di contrastare il rialzo delle quotazioni delle materie prime utilizzate per la loro alimentazione, con il risultato di un nuovo incremento della reddittività degli allevatori statunitensi cresciuta del +3,6% rispetto ad apri- le. La differenza rispetto allo stesso pe- riodo dello scorso anno è addirittura del +101,2%, ma va considerato che nel pe- riodo aprile-agosto 2020 si era verificato un crollo delle quotazioni dei suini che erano scese sotto il livello di 1 euro/kg, trascinando di conseguenza verso il basso la reddittività degli allevatori.

In aprile (ultimo mese disponibile) la reddittività degli allevatori europei è salita del +0,7% rispetto al mese precedente; tale valore resta comunque inferiore del -36,1% rispetto allo stesso pe- riodo dello scorso anno. Questo andamento deriva dall’aumento dei prezzi dei suini da macello, che ha consentito di contenere i maggiori costi di mais e soia. Dal mese di gennaio 2021 l’indice Crefis di redditività degli allevatori europei è stato ricalcolato utilizzando i prezzi del mais forniti dalle dashboard mensili della Commissione, dato che la precedente fonte non risulta aggiornata.

In maggio, la redditività della macellazione ha subìto una battuta d’arresto, scendendo del -2,4% rispetto ad aprile. L’aumento di prezzo degli animali da macello non è bastato a bilanciare il calo delle quotazioni dei lombi, portando così verso il basso la reddittività. Negativa anche la variazione tendenziale: -15,4%. • Nell’ultimo mese è continuata a crescere la redditività degli stagionatori di prosciutti Dop, mentre è ulteriormente diminuita quella dei prosciutti destinati al circuito non tutelato.
Come nel mese precedente, tale andamento sfrutta sicuramente ancora i bassi livelli di prezzo fatti registrare dalle cosce fresche dodici mesi fa (basti pensare che le variazioni congiunturali fatte segnare da tali prodotti si attestavano tra il -3% e -5%), ma va segnalato che timidi segnali di ripresa sono arrivati anche dalle quotazioni dei prosciutti Dop, che in maggio sono leggermente cresciute. Le variazioni rispetto al mese precedente sono state del +6,1% per il prosciutto leggero e del +6,4% per quello pesante. Positive anche le variazioni tendenziali: +24,7% e +13,1% rispettivamente per le due tipologie di peso.

Data la stabilità dei prezzi dei prosciutti stagionati, il calo di reddittività avvenuto per gli stagionatori di prosciutti destinati a produzioni non tipiche (-4,5% per i leggeri e -4,7% per i pesanti in termini congiunturali) è da imputarsi all’aumento di prezzo fatto registrare dalle relative cosce fresche ad inizio stagionatura. Re- sta positivo il confronto tendenziale: +11,3% e +18,6% rispettivamente per le due tipologie di peso.

Il differenziale di redditività tra le produzioni Dop e quelle non tipiche, dopo l’inversione di tendenza verificatasi nel mese precedente, si amplia a favore del- le Dop: +25,8% per i prosciutti leggeri e +27,5% per i pesanti.

 

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