Politiche agricole

Recovery: risorse inadeguate per l’agricoltura reale

Il taglio di 5 miliardi alla rivoluzione green va contro i principi della Commissione Ue e mette a rischio la rinascita sostenibile dell’Europa, fortemente voluta da Ursula von der Leyen. Cia-Agricoltori Italiani lancia un grido di allarme dopo l’attenta analisi dello schema del Recovery Plan all’esame del Consiglio dei Ministri, che prevede una decurtazione rilevante per il rilancio dell’agricoltura in chiave innovativa e green. Il taglio di risorse suscita grandi perplessità, anche perché il Recovery Plan è già in parte finanziato da fondi strutturali originariamente sottratti alla PAC (Politica agricola comune).

“Nel complesso – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – la dotazione finanziaria prevista per l’agricoltura reale, al capitolo 2.1, ammonta a 1,8 miliardi di euro: appena lo 0,3% rispetto alla dimensione economica del contributo dato dalla filiera agroalimentare al PIL, 540 miliardi di euro. Va inoltre ricordato che a fronte delle risorse destinate al Next Generation EU, si registra una riduzione dei fondi destinati alla futura Politica Agricola Comune, che comporterà un taglio del 10% degli interventi a favore delle imprese agricole italiane”.

“Appare paradossale  – afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina – che nell’ultima bozza del Recovery Plan, accanto alla positiva e condivisibile previsione di stanziare quasi 70 miliardi di euro per la rivoluzione verde e la transizione ecologica del Paese e oltre 46 miliardi di euro per la digitalizzazione e l’innovazione, tematiche assolutamente rilevanti e non più rinviabili per il futuro dell’Italia, si vadano a ridurre in maniera consistente i fondi destinati al settore primario, che rappresenta a tutti gli effetti un innegabile motore propulsivo del tanto decantato cambio di passo green”.

 Lo shock economico del Covid ha riportato all’attenzione l’importanza strategica dell’agricoltura, che è stata garante dell’approvvigionamento alimentare del Paese e ha dimostrato gran dinamismo nella risposta all’emergenza. Secondo Cia, ora, una riduzione dei finanziamenti per i progetti del Recovery Fund concessi all’Italia, non permetterebbe di destinare le risorse necessarie allo sviluppo del settore e bloccherebbe ogni ipotesi di crescita, soprattutto nei mercati internazionali.

“Ribadiamo che il settore agricolo può e deve giocare un ruolo determinante all’interno del PNRR in ragione del grande contributo che può offrire al rilancio economico del Paese e al processo di transizione verde e digitale dell’intera economia. Contributo che questo straordinario segmento produttivo ha garantito con grande senso di responsabilità anche durante l’emergenza pandemica legata alla diffusione del Coronavirus e del quale non si non può non tenere conto”, prosegue il presidente della Copagri.

La conferma dello schema attuale di Recovery Plan andrebbe, peraltro, a scapito del miglioramento delle prestazioni climatico-ambientali delle aziende agricole e dello sviluppo e la valorizzazione dell’economia circolare e della chimica sostenibile. A preoccupare Cia anche il minore afflusso di fondi indispensabili per la tutela del territorio e per gli interventi sul dissesto idrogeologico e la gestione sostenibile delle risorse idriche.

 

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