Filiere

Monitoraggio delle filiere agroalimentari

All’indomani delle misure restrittive adottate dal Governo italiano in risposta all’epidemia di Covid-19, l’ISMEA ha tempestivamente avviato un monitoraggio delle filiere agroalimentari, analizzando l’evoluzione delle principali variabili dei mercati nelle diverse fasi di scambio (origine, ingrosso e dettaglio).

Entrando con un po’ più di dettaglio dei principali comparti, quello delle carni presenta situazioni estremamente differenziati. La carne bovina, per esempio, da una parte è stata privata di uno sbocco importantissimo per alcune tipologie e tagli di maggior pregio con la chiusura del canale Horeca, dall’altra è alle prese con una profonda riorganizzazione dei circuiti distributivi e delle catene di approvvigionamento, in una filiera fortemente di- pendente dall’estero. Su questo fronte, il timore del contagio e la carenza di adeguati sistemi di protezione stanno portando alla sospensione/riduzione del lavoro di una parte delle imprese di export e degli autisti dei TIR. In questo quadro, lo scenario che si profila è quello di un’offerta insufficiente a soddisfare la domanda domestica ma di un eccesso di disponibilità di tagli normalmente destinati all’Horeca e all’export più che agli scaffali della GDO. Inoltre, sui mercati europei i prezzi delle carni bovine stanno scendendo, facendo prevedere un possibile incremento di carni estere sulle nostre tavole nelle prossime setti- mane.

Nella filiera suinicola, si stima che l’emergenza Covid-19 comporti una riduzione del 20% della produzione, soprattutto a causa della minore operativià dei macelli che devono riorganizzare le strutture per mettere in sicurezza gli operatori. Si mantengono ancora ab- bastanza alti i prezzi dei tagli destinati al fresco e alla vendita nei punti della GDO per i quali il consumo risulta essere sostenuto, mentre le quotazioni dei tagli destinati alla sta- gionatura (prime fra tutti le cosce per i prosciutti DOP) sono in calo per il crollo della do- manda dell’Horeca. Anche per l’industria della carne suina e dei salumi, le maggiori criti- cità dettate dalle condizioni di emergenza, riguardano la chiusura del canale Horeca – al quale di solito viene destinato circa il 25% della produzione.

Di contro, il mercato avicolo è stato favorito da una domanda che fin dall’inizio lo ha privilegiato rispetto alle altre carni. Il settore, inoltre, gode dei vantaggi di un mercato na- zionale autosufficiente e caratterizzato da forte integrazione verticale, elementi che lo hanno preservato da problemi legati alla dipendenza dall’estero o da altre componenti della filiera. L’aumento della domanda delle ultime settimane sta spingendo in alto i listini, ma tali incrementi dei prezzi risultano al momento ben assorbiti dalla GDO, interessata a riempire gli scaffali e soddisfare la richiesta.

Sul settore zootecnico nel suo complesso pesa l’incognita della disponibilità di materie prime destinate all’alimentazione, mais in primo luogo. Nella fase iniziale della crisi anche l’approvvigionamento di integratori (vitamine e amminoacidi), nella grande maggioranza di provenienza cinese, aveva destato preoccupazione nel comparto mangimistico, poi allentata con la graduale ripresa delle attività da parte della Cina.

Nel settore lattiero caseario, l’emergenza ha portato al graduale rallentamento degli scambi commerciali favorendo la creazione di eccedenze proprio nel periodo di mag- giore produzione dell’emisfero boreale (UE e USA). In particolare, sul mercato tedesco, nelle ultime quattro settimane si sono registrati cali dei prezzi dell’ordine del 6% per il latte scremato in polvere, del 3% per il burro e del 4% per il latte intero in polvere. Sul mercato nazionale, dopo il significativo recupero registrato per gran parte del 2019, i prezzi all’in- grosso dei principali formaggi hanno iniziato a cedere durante l’autunno, mostrando una flessione via via più grande col passare dei mesi. Con l’insorgere e la diffusione del coro- navirus, soprattutto nelle aree di maggior produzione che risultano essere anche quelle più colpite dall’emergenza sanitaria (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna), i prezzi dei formaggi grana hanno evidenziato una brusca frenata e la situazione è particolarmente critica per i formaggi freschi e per il latte fresco, la cui breve shelf life si scontra con le difficoltà logistiche e distributive e con l’assenza di domanda di bar, pasticcerie, gelaterie, ecc. Il calo delle vendite da parte dei caseifici, e in alcuni casi il blocco della lavorazione per assenza di manodopera, ha influenzato il ritiro del latte presso gli allevamenti confe- renti, determinando anche il crollo delle quotazioni del mercato spot la cui disponibilità risulta in forte crescita.

Al momento, la filiera ortofrutticola risulta regolarmente attiva, ma sono evidenti le criticità con cui dovrà confrontarsi a breve. In particolare, si fa riferimento alla carenza di lavoratori stranieri che hanno deciso di tornare nei paesi di origine rallentando le operazioni di rac- colta e lavorazione degli ortaggi e ai problemi per il trasporto su gomma a causa dell’in- disponibilità di alcuni vettori spagnoli a rifornire i mercati del Nord Italia, oltre al momenta- neo blocco del traffico imposto dall’Austria (avvenuto giovedì 19 marzo)che ha rallentato il flusso distributivo degli ortofrutticoli italiani verso i mercati Nord Europei. I mercati all’in- grosso, dopo una fase di iniziale difficoltà hanno ritrovato equilibrio per due fenomeni: da un lato, la necessità di approvvigionarsi presso questo canale anche da parte della GDO (che generalmente lo usa solo per integrazioni marginali) a seguito dell’incremento di do- manda finale; dall’altro lato, la ripresa delle vendite dei negozi di vicinato (i quali normal- mente si riforniscono all’ingrosso) che hanno visto crescere il numero di clienti in conside- razione delle lunghe file presso i supermercati.

Il settore vitivinicolo, dopo aver confermato i grandi successi del 2019, ha iniziato il 2020 con pesanti incognite, alle quali si è aggiunto il fermo del canale Horeca sia in Italia sia nei principali Paesi acquirenti del vino italiano come Regno Unito e Stati Uniti. Facendo una stima molto approssimativa, e tenendo conto di due mesi di difficoltà a livello mon- diale, potrebbero essere a rischio esportazioni per quasi un miliardo di euro, che certa- mente non sarà compensata, sul mercato interno, dalla accresciuta domanda da parte della GDO. La chiusura di alberghi, agriturismi e ristoranti – oltre a ridurre lo sbocco per le produzioni nazionali – annulla un validissimo supporto promozionale dei prodotti verso gli acquirenti italiani e stranieri. In questa fase emergenziale, inoltre, il settore sta fronteg- giando alcune difficoltà di tipo logistico che riguardano l’approvvigionamento di mate- riale di confezionamento.

Il settore dell’olio di oliva italiano sta attraversando, ormai da qualche tempo, difficoltà strutturali e commerciali nonostante il prestigio delle sue produzioni di qualità. In tema di mercato l’Italia subisce la concorrenza della Spagna soprattutto per i prodotti di massa; mentre riesce a sganciarsi dalle dinamiche del mercato spagnolo sui prodotti di maggiore qualità. L’emergenza legata al Covid-19 non rappresenta un elemento di particolare cri- ticità per la fase dell’imbottigliamento, essendo intervenuta in un momento in cui le aziende si sono già approvvigionate. L’attenzione è, quindi, rivolta alla fase agricola, nell’attesa di segnali che possano dare indicazioni sulla futura campagna.

Per quanto concerne la filiera cerealicola, l’elevato livello delle importazioni è una delle principali criticità, con la fase agricola sempre più deficitaria di materie prime e la fase industriale, sempre più apprezzata sui mercati esteri. In tale contesto, la diffusione del Co- vid-19 pone le industrie italiane di trasformazione in una condizione di estrema vulnerabi- lità sul fronte dell’approvvigionamento della materia prima, soprattutto per il prodotto di provenienza estera (Europea in particolare) che, viaggiando via terra è più soggetto a misure restrittive o, in generale a problemi logistici. Ancora più critico è il contesto per i mangimifici e per gli allevamenti, dove non è possibile fare scorte in abbondanza. L’emer- genza sanitaria non ha tuttavia impattato sulle quotazioni della granella dei principali ce- reali, ma tensioni di mercato si potranno verificare nelle prossime settimane in conse- guenza delle difficoltà di approvvigionamento sui mercati esteri.

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