Mele, produzione europea in calo
Le previsioni di raccolto di mele e pere in Europa e in Italia crollano. I dati Wapasono emersi nel corso di Prognosfruit, la conferenza annuale dei produttori che si è svolta al Castello di Alden Biesen, in Belgio.
Per quanto riguarda le mele le stime per il 2019 indicano in Europa una produzione pari a 10 milioni e 560mila tonnellate, in calo del 20% rispetto a quanto raccolto nel 2018 (anno comunque record per il settore). Il raccolto di pere, invece, è previsto in circa due milioni di tonnellate, con un calo del 14% rispetto al 2018. Colpa del clima avverso che ha, di fatto, tagliato buona parte delle produzioni. In particolare, a tagliare la produzione sarebbero state le basse fioriture, influenzate dal raccolto elevato, dal caldo della scorsa stagione e dalle piogge.
Per le mele la contrazione è da imputare principalmente ai Paesi dell’Est come la Polonia, che passa da 4,8 a 2,7 milioni di mele per un meno 44%; e l’Ungheria, da 782mila a 452mila tonnellate (-42%). Anche la Germania vede una diminuzione, da 1,1 milioni di tonnellate a 912mila per un -17%.
La produzione italiana, invece, è sostanzialmente stabile: 2,19 milioni di tonnellate per una leggerissima contrazione del 3%. Chi, invece, a livello continentale ha volumi in crescita è la Francia (1,65 milioni di ton, +12%). Trend positivo anche per Spagna (542mila tonnellate, +14%) e Portogallo(307mila tonnellate, +15%). Per quanto riguarda l’Italia la situazione non sembra così disastrosa: le stime indicano un raccolto di due milioni e 194.762 tonnellate cioè un livello di poco inferiore a quello del 2018 e in linea con la media 2014-2018. Fra le aree italiane dove la melicoltura è una delle principali coltivazioni, in Trentino la produzione è attesa in calo dell’8% circa, in Alto Adige ci si aspetta invece lo stesso raccolto del 2018, leggermente in ribasso in Emilia Romagna e Friuli, stabile in Piemonte.
Per le pere è prevista una drastica riduzione in Italia che potrebbe arrivare solo a 511mila tonnellate: il raccolto più basso degli ultimi dieci anni con un -30% sul 2018 e un -29% sulla media degli ultimi tre anni. Gli altri grandi Paesi produttori mostrano riduzioni più contenute: -10 Belgio, -6% Olanda mentre la Spagna cresce del 4%.
Le stime di quest’anno – scrive Wapa nel suo report – sono state influenzate da diversi fattori, tra cui un inverno mite, un maggio freddo e umido, un gelo tardivo, un giugno soleggiato e caldo, un’ondata di caldo e una siccità a luglio, bruschi cambiamenti di temperature e fioriture contenute.