Zootecnia

Indici Crefis di redditività dell’allevamento suini

Nel mese di febbraio la redditività della fase di svezzamento è ulteriormente cresciuta, sia in termini congiunturali (ovvero rispetto al mese precedente) che tendenziali (nei confronti dello scorso anno), con variazioni rispettiva- mente del +7,8% e +2,9%. L’ulteriore crescita delle quotazioni dei suini di 7 kg fatto registrare in febbraio (+9,9%) ha favorito gli allevatori specializzati in questa fase dell’allevamento, nonostante un andamento al rialzo dei prezzi delle materie prime, specialmente a carico di mais e soia, mentre altre commodity (quali per esempio l’orzo) hanno visto valori più contenuti.

Una battuta di arresto ha interessato, invece, la redditività della fase di accrescimento, diminuita del -2,7% rispetto a gennaio e del -13,0% nei con- fronti dello scorso anno. A pesare è sta- to, soprattutto, l’aumento dei prezzi di acquisto dei suini da allevamento di 7 kg (cresciuti ad inizio del periodo di accrescimento), uniti ai prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione suina, che non hanno consentito di sfruttare l’aumento dei prezzi dei suini da alleva- mento di 40 Kg (+8,6% rispetto al mese precedente), che rappresentano l’output finale di questa fase.

Una variazione congiunturale negativa si è verificata anche per gli allevatori impegnati nella fase di ingrasso (-6,9%). In questo caso, il nuovo calo di prezzo dei suini da macello pesanti, avvenuto in febbraio, ed il livello dei prezzi delle materie prime (in particolare i nuovi aumenti fatti segnare di mais e soia), hanno portato verso il basso la redditivi- tà di questa fase dell’allevamento. Torna negativa anche la variazione tendenziale, pari al -12,3%.

Anche in febbraio la redditività degli allevatori impegnati nel cosiddetto ciclo chiuso ha visto una riduzione sia in termini congiunturali (-10,2%) che tendenziali (-18,2%). Per questa tipologia di allevamento va ricordato che il periodo di riferimento è decisamente più ampio rispetto alle fasi viste in precedenza, dato che comprende tutte le fasi dell’alleva- mento, a partire dalla gestazione della scrofa. La combinazione di prezzi dei suini da macello pesanti in diminuzione ed il costo delle materie prime utilizzate per l’alimentazione che, pur con andamenti altalenanti, si sono mantenute comunque su livelli più elevati di quanto visto in precedenza, ha portato ad una diminuzione della redditività di questa tipologia di allevatori.

Deciso balzo in avanti per la redditività degli allevatori statunitensi, che fa segnare un +21,6% in termini congiunturali (ovvero rispetto al mese precedente) ed un +11,2% su base tendenziale. Tale situazione deriva dalla forte spinta data dai prezzi dei suini da macello statunitensi, che nell’arco di un mese sono cresciuti ben del +26,6%, riuscendo così a compensare ampiamente gli aumenti, più contenuti, fatti registrare dalle materie prime utilizzate per la loro alimentazione.

In gennaio (ultimo mese disponibile) la redditività degli allevatori europei è diminuita del -0,4% rispetto al mese precedente, rimanendo più bassa del -17,5% rispetto a quello dello stesso periodo del 2021. La leggera crescita dei prezzi delle carcasse suine ha consentito agli alleva- tori europei di contenere la perdita, ma comunque non è stata in grado di contra- stare l’aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione suina, con il risultato di una diminuzione della reddittività.

 

 

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