Zootecnia

Indici Crefis di redditività dell’allevamento dei suini

 A marzo la redditività degli allevatori impegnati nel CICLO CHIUSO è tornata a crescere rispetto a febbraio (+3,1%), confermandosi anche al di sopra dei livelli fatti registrare nello stesso pe- riodo dello scorso anno (+30,4%).

 La ripresa dei prezzi dei suini da macello pesanti (+1,7% su base congiunturale) ed il rallentamento dei prezzi delle spese per l’alimentazione suina hanno portato ad una ripresa della redditività di questa categoria di allevatori.

Continua anche in marzo la crescita della redditività degli allevatori impegnati salita del +0,3% rispetto a febbraio e del +36,7% nei con- fronti dello scorso anno. L’aumento dei prezzi dei suini di allevamento di 7 kg (che in febbraio hanno toccato un nuovo livello record pari a 79,375 euro/capo) ed il rallentamento dei prezzi delle commodity utilizzate per la loro alimentazione hanno favorito questa tipologia di alleva- tori.

In ripresa anche la redditività degli allevatori impegnati nella fase di svezzamento con una crescita del +6,8% rispetto a febbraio. Questo aumento congiunturale ha riportato i livelli di marzo 2024 al di sopra di quelli dello scorso anno, con un aumento tendenziale del +0,4%. La ripresa della redditività di questi allevatori va ricercata nell’aumento di prezzo dei suini d’allevamento di 40 kg, che ha compensato il maggior esborso sostenuto per l’acquisto dei suinetti di 7 kg ad inizio del ciclo produttivo.

Un miglioramento (+4,3% rispetto a febbraio) ha interessato anche la redditività degli allevatori impegnati nella fase di ingrasso, grazie all’aumento di prezzo dei suini da macello pesanti ed il rallentamento dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione suina. Resta positiva la variazione tendenziale, pari al +3,4%.

In febbraio (ultimo mese disponibile) la redditività degli allevatori europei è cresciuta del +3,1% su base congiunturale e del +25,5% in termini tendenziali (ovvero rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Tale andamento deriva dal rallentamento dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione degli animali e dall’aumento dei prezzi dei suini europei (+0,8%).

Condividi