Ambiente

Est Sesia, per garantire la stagione irrigua servono sperimentazioni sui livelli del Lago Maggiore e rivedere la normativa sul deflusso ecologico

 

Disponibilità idrica in vista della partenza della stagione irrigua, sperimentazioni per far fronte ai sempre più frequenti periodi siccitosi, deflusso ecologico, invasi e bacini. Questi sono i temi trattati nel corso di un incontro con Est Sesia, il maggiore consorzio di irrigazione e bonifica d’Italia, e gli operatori del settore agricolo della Lomellina, organizzato da Coldiretti Pavia a Mede.

Piene primaverili, fiumi in morbida e alcuni anche in piena, falde che si sono alzate e lago pieno: questa è la situazione della disponibilità idrica attuale, a seguito degli ultimi eventi meteorici, sicuramente migliore rispetto allo stesso periodo del 2023. “Dobbiamo approfittarne, utilizzando tutta quest’acqua per non lasciarla defluire verso il mare, ha spiegato Mario Fossati, direttore generale di Est Sesia. In ogni caso, siamo ottimisti per quanto riguarda la prima parte della stagione: fino a giugno l’acqua ci sarà, mentre per quanto riguarda l’estate dipenderà, naturalmente, dalle prossime precipitazioni”.

Tuttavia, è bene tener presente alcuni elementi che potrebbero essere problematici per il proseguimento della stagione estiva. Siccome la stagione non parte come siccitosa, gli accordi che prevedevano di portare il livello del lago Maggiore a quota 1.35 non entreranno in vigore, e si prospetta quindi il livello 1.25. Non sta poi partendo la sperimentazione a 1.50. Sarebbe invece opportuno anticipare gli eventi e prepararsi fin da oggi ad affrontare eventuali situazioni difficili.

“Stiamo lavorando per andare in questa direzione e per far partire le sperimentazioni, ha dichiarato Fossati. Allo stesso tempo, stiamo lavorando per far fronte al tema del deflusso ecologico. La prospettiva, per il 2025, è di dover lasciare nei fiumi più del doppio dell’acqua che lasciamo oggi, il che significa che in stagioni siccitose le difficoltà aumenteranno per tutti. Riteniamo che i coefficienti stabiliti a oggi siano troppo alti, e vadano rivisti tenendo presente i veri obiettivi della Direttiva europea e dei benefici che la rete dei canali ha sul territorio. Benefici che vanno ben oltre la funzione irrigua, e hanno anche fondamentali ricadute positive per l’ambiente e per tutti i cittadini, non solo sugli agricoltori”.

In realtà, infatti, la normativa europea non indica i livelli o le portate di acqua da rilasciare nei fiumi, ma dispone che l’acqua che scorre nei corsi d’acqua sia pulita.In Italia abbiamo recepito la norma in maniera un po’ differente, quantitativa e non qualitativa, in pratica imponendo un quantitativo di acqua utile a diluire gli inquinanti, ha spiegato ancora Fossati. In sostanza non si interviene sul disinquinamento delle acque, come invece sarebbe nello spirito della normativa UE. Stiamo lavorando con Ente Risi e con le associazioni di categoria e stiamo confrontandoci con Regione Piemonte per trovare una soluzione che consenta di tutelare gli interessi dell’agricoltura. La nostra proposta è quella di non indicare un parametro fisso per il deflusso ecologico, ma di parametrare il deflusso rispetto alla situazione idrica esistente in ogni determinato momento”.

Si è parlato anche della questione legata alla realizzazione di bacini per raccogliere la risorsa idrica. Si tratta di realizzare infrastrutture, anche grandi, che possono sacrificare terreno arabile. In questo senso, Est Sesia sta guardando al territorio alpino: anche su questo è stato avviato un confronto con Regione Piemonte che guarda al medio periodo. Si parla infatti di un arco temporale decennale per realizzare questo genere di progetti. I problemi da affrontare sono molteplici, a partire dai costi per la progettazione e la realizzazione, l’iter burocratico e la questione dei NIMBY, che non deve essere sottovalutata. “Riteniamo che si debba spingere affinché la Regione promuova, fin da subito, un piano di invasi a scopo misto”, ha concluso Fossati.

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