Zootecnia

Indici Crefis di redditività dei suini

 

In dicembre, il calo dei prezzi dei suini da macello pesanti e il contemporaneo aumento dei prezzi della soia ha portato ad una ulteriore riduzione della redditività degli allevatori di suini italiani, che è tornata sui livelli di luglio. La variazione congiunturale è stata del -12,2% mentre quella tendenziale del -38,2%.

 Variazione tendenziale negativa è stata riscontrata anche per gli allevatori statunitensi, che in dicembre hanno visto calare la loro reddittività del -12,7%. Nonostante questo calo l’attuale livello risulta comunque superiore del +7,2% rispetto allo scorso anno. Dal mese di novembre 2020 l’indice Crefis di reddittività dell’allevamento statunitense è stato ricalcolato utilizzando i prezzi di nuove commodity, dato che le precedenti non risultano più disponibili.

In novembre (ultimo mese disponibile) la reddittività degli allevatori europei è scesa del -8,4% rispetto al mese di otto- bre. Tale valore risulta inferiore anche rispetto a quello dello scorso anno (- 34,4%). Tale andamento, deriva anche in questo caso dal calo dei prezzi dei suini. Da questo mese l’indice Crefis di redditività degli allevatori europei è stato ricalcolato utilizzando i prezzi del mais forniti dalle dashboard mensili della Commissione, dato che la precedente fonte non risulta aggiornata.

 In dicembre, la redditività della macellazione è ulteriormente cresciuta rispetto al mese precedente (+13,5%), grazie al calo di prezzo subito dai suini da macello è il contemporaneo aumento di quello dei lombi. La variazione tendenziale è rimasta positiva: +30,0%.

In dicembre, la stabilità dei prezzi dei prosciutti di Parma stagionati, combinato con la diminuzione dei prezzi delle cosce fresche leggere di 12 mesi fa, ha portato ad un aumento della redditività dell’attività di stagionatura dei prosciutti di Parma Dop. In particolare, per i prosciutti leggeri la reddittività è salita del +1,3% rispetto a novembre, mentre per i pesanti l’aumento è stato del +1,1%. L’attuale livello di reddittività rimane comunque al di sotto di quello dello scorso anno: – 4,1% per i prosciutti leggeri e -10,8% per quelli pesanti.

La diminuzione dei prezzi delle cosce fresche ad inizio stagionatura e la stabilità dei prezzi dei prosciutti stagionati avvenuta in dicembre, ha portato ad un’ulteriore crescita della redditività dei prosciutti destinati a produzioni non tipiche, con variazioni congiunturali del +2,7% per il prosciutto leggero e del +6,8% per quello pesante. I livelli raggiunti sono i più alti da novembre 2011 per i prosciutti pesanti e da dicembre 2018 per quelli leggeri. Positive le variazioni tendenziali: +10,2% per i prosciutti leggeri e +19,2% per quelli pesanti.

 Nell’ultimo mese il differenziale di redditività tra le produzioni Dop e quelle non tipiche è rimasto a favore di quest’ultime per entrambe le tipologie di peso. Per i prosciutti leggeri la differenza di redditività tra chi produce Dop e non Dop è del -18,8%, mentre per i pesanti del -21,0%.

Nel mese di settembre (ultimo dato disponibile) i suini macellati in Italia sono stati 870,0 mila, da cui si è ottenuto un quantitativo di carne pari a 129,4 mila tonnellate in peso vivo e a 103,8 mila tonnellate in peso morto.

 I dati confermano un calo, rispetto all’anno scorso, delle macellazioni nazionali, con il volume in peso morto che ha registrato una variazione del -6,4% rispetto a settembre 2019; positivo, invece, l’andamento in termini congiunturali (+4,4% rispetto ad agosto), anche se il livello della produzione resta inferiore rispetto a quello realizzato nei due anni precedenti.

L’andamento su base annua è stato determinato da una flessione avvenuta per lattonzoli e suini grassi; questi ultimi si sono mostrati in diminuzione del -6,6% rispetto a settembre 2019, con un quantitativo complessivamente prodotto pari a 101,8 mila tonnellate in peso morto; positiva, invece, la variazione congiunturale (+4,6%).

 Il numero complessivo di suini macellati è, invece, risultato in crescita sia rispetto all’anno precedente (+1,5%), sia rispetto ad agosto (+1,0%); i suini grassi hanno registrato il medesimo andamento, per una variazione del +2,2% sia su base tendenziale che congiunturale e un numero di animali abbattuti pari a 818,6 mila capi.

A settembre il peso vivo medio dei suini grassi macellati è stato di 154,9 kg/capo, dato in calo del -7,3% su base tendenziale ma in aumento del +1,7% rispetto al mese precedente.

Relativamente agli abbattimenti complessivi per il periodo gennaio-settembre 2020, questi hanno raggiunto un volume di 929,1 mila tonnellate in peso morto, ottenuto dalla macellazione di 7,8 milioni di capi. Rispetto all’anno precedente, il quantitativo di carne prodotta ha registrato un decremento del -14,4%, mentre il numero di animali abbattuti ha avuto una contrazione del -9,3%.  

 

 

Condividi