Ambiente

Giornata Mondiale della Terra

 

La Giornata Mondiale della Terra, istituita dalle Nazioni Unite nel 1970, oggi assume un significato più profondo per la concomitanza con la pandemia Coronavirus che ci impone una riflessione generale sul futuro del pianeta.

In cinquant’anni anche il settore agricolo ha cambiato fisionomia, puntando sempre di più verso un sistema alimentare sano, efficiente, sostenibile e di qualità. Gli agricoltori sanno bene quale dono sia la terra e quante responsabilità comporti la sua coltivazione o, al contrario, il suo abbandono per le successive generazioni.

Secondo il recente rapporto ISPRA, dal 1990 al 2018 l’agricoltura ha ridotto le emissioni di ammoniaca di circa il 23%; quelle di gas serra del 13%, mentre quelle di PM10 del 30%. Per quanto riguarda i mezzi tecnici, invece, dal 2003 al 2018 si registra una riduzione dell’uso di agrofarmaci di circa il 28% e dei concimi chimici del 60%.

Per quanto riguarda le emissioni da agricoltura e allevamenti, l’ISPRA ha evidenziato che le emissioni (in calo) del settore agricoltura costituiscono appena il 7% delle emissioni di gas serra.

“Sono risultati incoraggianti – evidenzia Confagricoltura – che ci danno lo stimolo a proseguire su questa strada, insieme a tutta la filiera, al mondo scientifico e allo stesso consumatore. Sicuramente c’è oggi maggiore consapevolezza dell’impatto che può avere l’uomo sull’ambiente, ma soltanto tutti insieme possiamo raggiungere traguardi migliori”.

Nell’anniversario dei 50 anni della Giornata della Terra, la pandemia da coronavirus sta rivoluzionando le priorità dei mercati e dei consumatori, sottolinea la Coldiretti, con le produzioni agricole diventate più preziose e richieste del petrolio che, al contrario, è crollato con il fermo delle attività industriali. “L’emergenza ha ribaltato la geografia del valore della terra –evidenzia la Coldiretti – con i giacimenti di idrocarburi del sottosuolo che hanno perso centralità economica rispetto ai raccolti che crescono sui campi di tutto il mondo e che vengono considerati ormai vere e proprie riserve strategiche da proteggere e accantonare”.

 L’agricoltura può fare molto per la terra.  Precisa la Cia-Agricoltori Italiani Interagendo in prima persona con la natura e il territorio, con i sistemi alimentari, gioca un ruolo da protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici e alle emergenze, non solo ambientali ma anche sanitarie ed economiche, come quella globale che stiamo vivendo oggi con il Coronavirus. “Oggi gli agricoltori si mettono sempre più in gioco nelle sfide urgenti che il nostro pianeta deve affrontare, modificando la propria condotta in chiave sostenibile -osserva Cia-. Basti pensare agli ultimi dati dell’Ispra, che evidenziano come solo il 7% delle emissioni di gas serra in Italia arrivino dall’agricoltura”.

Assalzoo (Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici) vuole ribadire l’impegno del settore per la difesa della salute del Pianeta.
Il settore mangimistico italiano, infatti, riveste da sempre un ruolo di prima linea in termini di sostenibilità delle produzioni e di contributo verso una zootecnia rispettosa dell’ambiente, assicurando un elevato grado nella gestione delle risorse disponibili e un’attenzione sempre maggiore alle condizioni di salute e benessere degli animali allevati, divenuti oggi un prerequisito fondamentale per la sicurezza e la qualità delle produzioni zootecniche.

Con questa del 2020, l’Earth Day-Giornata mondiale della Terra, il tema scelto è l’azione per il clima a fronte di quei cambiamenti epocali che si sono imposti, ormai nell’ultimo decennio, come una delle principali questioni del dibattito internazionale.

L’umanità ha davanti a sé una sfida, quella di proteggere la Terra dagli effetti degli sconvolgimenti climatici, un tema che richiama da vicino altre questioni, dall’aumento della popolazione mondiale all’utilizzo delle risorse naturali. Proprio su questo fronte, sulla corretta gestione e sull’ottimizzazione dell’impiego sostenibile di risorse disponibili e di materie prime, Assalzoo e tutta l’industria mangimistica sono impegnate in modo convinto ormai da diversi decenni, tanto che oggi la mangimistica è tra i settori con le migliori performance in termini di sostenibilità, con un valore notevole per tutta la filiera agroalimentare.

“Occorrono grandi competenze e investimenti – sottolinea Confagricoltura – per garantire una produzione agroalimentare sicura, sana, che risponda al fabbisogno di cibo e soddisfi sia il consumatore, sia le imprese che ogni giorno si mettono in gioco. Occorre investire su un progetto di sviluppo economico e di innovazione che consenta anche di ridurre la pressione su alcune aree e valorizzi le potenzialità di altre risorse naturali capaci di mitigare il cambiamento climatico”.

 

 

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