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Federazione Latterie Alto Adige 2021 analizza risultati e scenari futuri

Pandemia, lockdown e chiusura della gastronomia hanno messo a dura prova anche il tradizionale settore lattiero-caseario altoatesino. “L’anno scorso abbiamo dovuto reinventare le catene logistiche, sviluppare nuovi canali di vendita e rielaborare modelli di marketing provati” ha affermato il presidente della Federazione Latterie Alto Adige, Joachim Reinalter. Analizzando l’anno 2020 l’associazione giunge alla seguente conclusione: nonostante la crisi, il prezzo del latte è rimasto stabile, le future sfide saranno però molte.

Il 2020 sarebbe stato effettivamente un anniversario per il settore lattiero-caseario altoa- tesino. Nel 1970, esattamente 50 anni fa, la Federazione Latterie Alto Adige ha iniziato il controllo di qualità dell’intero settore lattiero-caseario altoatesino. Tuttavia, nel 2020 nessuno era nell’umore di festeggiare e l’assemblea generale del 2021 è stata ancora do- minata dalla pandemia e dalla crisi. “Vediamo che gli effetti sul settore lattiero-caseario si manifestano solo in modo differito”, ha affermato il presidente Reinalter.

L’anno di crisi è stato affrontato il meglio possibile con molto impegno da parte di tutti i coinvolti. “Per poter continuare la raccolta e la lavorazione del latte abbiamo dovuto rie- saminare la situazione, dato che tutto quello che abbiamo dato per scontato fino ad oggi – nella produzione, nella logistica e nella vendita – non corrispondeva più alla realtà” spiega Annemarie Kaser, direttrice della Federazione Latterie Alto Adige. “Dopotutto, le mucche danno latte ogni giorno”.

Nello scorso anno la quantità prodotta è rimasta stabile. Complessivamente sono stati consegnati 402 milioni di chilogrammi di latte vaccino, poco meno dell’1% in più rispetto all’anno precedente. Con 1,62 milioni di chilogrammi, la quantità di latte di capra conse- gnata è stata di circa il 5,3% superiore rispetto al 2019. D’altra parte, il numero di aziende lattiero-casearie è in costante calo. “Purtroppo, non siamo riusciti a fermare il trend negativo dell’anno precedente, tanto che negli ultimi 20 anni abbiamo perso più di 1.700 aziende”, afferma Reinalter.

È interessante dare uno sguardo ai latticini che vengono prodotti dal latte consegnato in Alto Adige. La chiusura della gastronomia e degli alberghi si rispecchia chiaramente nello sviluppo. “Poiché questo canale di vendita è precipitato, le vendite del latte fresco sono diminuite dell’11%” spiega Reinalter. “D’altra parte, è aumentata la produzione di prodotti

lattiero-caseari più durevoli e quindi più flessibili in termini di commercializzazione”. Pur- troppo, il mercato di alcuni prodotti è crollato, soprattutto quello dei formaggi semiduri. “Da un lato, c’è stato un calo di vendite nel settore turistico, dall’altro i consumatori hanno comprato meno ai banchi preferendo acquistare i prodotti confezionati”, ha detto il presidente. Le conseguenze sono state i magazzini pieni nei caseifici e la necessità di aprire nuovi canali di vendita in breve tempo.

“Anche questo dimostra le sfide che le nostre aziende lattiero-casearie hanno dovuto af- frontare lo scorso anno e come sono state in grado di superarle con molto impegno e molta competenza”, afferma Reinalter. Sottolinea inoltre che i dati hanno mostrato an- cora una volta lo stretto legame tra il settore lattiero-caseario e quello alberghiero o della ristorazione. “Il turismo e l’agricoltura di montagna formano una comunità, a lungo ter- mine uno non sopravvive senza l’altro”, ha detto il presidente.

La direttrice della Federazione Latterie Alto Adige Kaser sottolinea anche che, in questo contesto, il crollo delle vendite nel settore Horeca è stato in parte assorbito dal commer- cio al dettaglio di prodotti alimentari. “La pandemia e il blocco hanno fatto capire ai con- sumatori quanto siano importanti i cicli alimentari locali per il rifornimento giornaliero – afferma Kaser – e speriamo che questa consapevolezza risulterà rafforzata anche dopo la crisi”.

Il prezzo medio pagato è sceso di circa mezzo centesimo nel 2020 a 50,83 centesimi per chilogrammo. “In considerazione della crisi del 2020 e del calo dei prezzi a livello interna- zionale, riteniamo questa notizia relativamente buona” spiega il presidente Reinalter. Tut- tavia, sottolinea anche che i costi per gli agricoltori e le aziende lattiero-casearie sono au- mentati costantemente. Gli agricoltori si trovano ad affrontare l’esplosione dei prezzi dei mangimi, mentre nelle latterie la spesa per l’energia e il materiale di confezionamento è in forte aumento. “La stabilità dei prezzi significa che il margine di manovra finanziario per il settore lattiero-caseario sta diventando sempre più piccolo. Questo anche perché un aumento dei prezzi sul mercato non può essere preso in considerazione e quindi gli agricoltori ne subiscono le conseguenze”.

Anche senza pandemia e lockdown, il settore lattiero-caseario, pilastro più importante dell’agricoltura di montagna, sta affrontando tempi difficili. “L’intero sistema è in uno stato di sconvolgimento, ciò che al momento sostiene le vendite è la solidarietà dei nostri consumatori, che ancora apprezzano un prodotto di qualità realizzato localmente e spe- riamo prosegua per molto tempo” ha detto il presidente.

Il controllo della qualità del latte e dei prodotti lattiero-caseari è uno dei compiti centrali della Federazione Latterie Alto Adige. Nonostante la pandemia e i lockdown, nel 2020 sono stati nuovamente esaminati quasi 744.000 campioni nel solo reparto latte crudo, responsabile del controllo qualità dalle mucche fino al latte. “Un latte crudo di alta qualità è fondamentale per ogni prodotto di qualità” spiega Kaser. “Un controllo completo è quindi la base per un prodotto sicuro e per un pagamento equo basato sulla qualità”.

Oltre ai campioni di latte crudo, ci sono quasi 90.000 controlli di prodotto. I latticini pro- dotti in Alto Adige vengono quindi esaminati microbiologicamente, chimicamente, fisica- mente e sensorialmente. “E questo è solo il lavoro di controllo che viene svolto nel labora- torio della Federazione Latterie Alto Adige, a cui bisogna aggiungere i controlli nelle latte- rie” afferma la direttrice Annemarie Kaser.

Il miglior latte arriva dalla Val Passiria

Il miglior fornitore di latte del 2020, ossia l’azienda da cui proveniva il latte con i migliori valori di qualità, è quello di Bernhard Schweigl, del maso Martergut zu Mitte di Moso in Passiria. “È un simbolo della passione da parte dei nostri contadini per il proprio lavoro e la qualità del prodotto” afferma il presidente Reinalter.

Eletto il nuovo consiglio di amministrazione

Nell’ambito dell’assemblea generale della Federazione Latterie Alto Adige è stato eletto anche un nuovo consiglio di amministrazione. Oltre al presidente Joachim Reinalter e al suo vicepresidente Georg Egger, include anche Adalbert Braunhofer, Klaus Faller, Paul Fu- chs, Peter Ladurner, Josef Theiner, Alfred Pobitzer e Anton Tschurtschenthaler.

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