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Il 2019 è stato un anno positivo per il latte altoatesino, ma la crisi 2020 si fa notare

Sostanziale stabilità di prezzi e quantitativi prodotti e minima re- gressione dei fornitori sono tra gli elementi postivi del bilancio annuale 2019 della Federa- zione Latterie Alto Adige. Riunitasi il 28 maggio 2020, L’Assemblea generale ha fatto il punto sull’anno passato e discusso sugli scenari attuali e futuri in relazione alla crisi econo- mica derivata dalla diffusione del Coronavirus.

Soddisfazione per l’anno trascorso nelle parole del Presidente della Federazione Joachim Reinalter, secondo cui “l’anno lattiero-caseario è stato positivo: sono stati consegnati alle latterie 399,1 milioni di kg di latte di vacca (solo l’1,7% in meno rispetto al 2018) e 1,54 mi- lioni di kg di latte di capra (il 5,4% in più dell’anno precedente). I quantitativi provengono da 4.509 fornitori di latte attivi, 182 in meno dell’anno precedente. Un dato interessante per gli allevatori è inoltre il prezzo del latte, che, corrispondente a 51,20 centesimi/kg, è leggermente più alto rispetto al 2019 (50,64 €).

Se il 2019 può considerarsi un anno nella norma per la Federazione Latterie Alto Adige, a preoccupare è il 2020, già colpito dalla crisi sanitaria ed economica e per cui si prospettano ripercussioni sull’intero sistema altoatesino, alcune delle quali già evidenti. “A causa del lockdown in tutta l’Europa i nostri mercati sono crollati, tutti ad eccezione di quelli nel ter- ritorio nazionale – spiega Joachim Reinalter – Anche sul mercato altoatesino e italiano sono venuti meno però i grandi acquirenti della gastronomia e dell’industria alberghiera, con gravi conseguenze per la vendita di latte fresco, formaggio e formaggio da taglio. Se è vero che nel pieno della crisi abbiamo assistito a un netto spostamento della distribuzione dall’Ho.Re.Ca. alla GDO per via dello stallo del primo canale e dell’incremento di richieste nel secondo, il quale ha in parte compensato le perdite, è altrettanto vero che la ripartenza appare ancora lenta”.

Inoltre, la vendita di formaggi nel settore alimentare al dettaglio ha subito grandi perdite. “Il nostro formaggio è da banco ed è stato evitato, in favore di prodotti già confezionati e di

più lunga durata, soprattutto a causa della ridotta frequenza di spesa”, spiega il presidente. Questo, la stagione turistica insolita e il calo quasi totale delle esportazioni hanno causato un eccesso di offerta. “I magazzini di formaggi nei caseifici sono pieni e il latte deve essere trasformato in prodotti con una resa minore – afferma Reinalter – Questo è anche il mo- tivo per cui speriamo che i consumi di prodotti lattiero-caseari aumentino presto, in conse- guenza di una vicina ripresa della gastronomia e del turismo”.

La Federazione mantiene quindi posizioni caute rispetto al futuro: “Non potremo certo pa- reggiare le vendite degli ultimi anni e sarà così probabilmente per un bel po’ di tempo – commenta Reinalter – Inoltre, c’è un surplus globale di latte dovuto alla crisi, che a sua volta sta deprimendo i prezzi con conseguenze che si faranno sentire anche in Alto Adige. Il 2020 sarà quindi un anno estremamente difficile e non possiamo che prenderne coscienza. La Federazione sarà però al fianco delle latterie e di tutti i produttori per affrontare al me- glio i tempi che verranno, a testa alta e con grande senso di responsabilità, forte del valore della nostra produzione, del lavoro della nostra comunità e del saper fare del nostro terri- torio, che non verranno meno con la crisi”.

 

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