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E’ allarme siccità con un inverno senza pioggia

A favorire lo smog nelle città è l’andamento climatico anomalo con assenza di vento e un inverno senza piogge significative al nord dove in molte zone non piove da settimane ed è allarme siccità con fiumi e laghi svuotati. L’anomalia climatica è evidente dalla situazione del fiume Po che ha portate praticamente dimezzate rispetto ad un anno fa e sono scese a Piacenza ad appena 379,7 metri cubi al secondo, il dato più basso degli ultimi 16 anni secondo l’Anbi. Una condizione di magra invernale che riguarda anche altri del nord mentre i grandi laghi che, da quello Maggiore a quello di Como che sono scesi ad un livello ben al di sotto della media storica del periodo.  A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un -57.6%. Sono gli effetti di un andamento climatico anomalo che condiziona la vita nelle campagne dove ci sarà bisogno di acqua per le coltivazioni con la ripresa vegetativa.

Da cinquanta giorni non nevica né piove sul Piemonte, la portata del fiume Po è dimezzata mentre altri corsi d’acqua lamentano un deficit fino al 70%. Dall’8 dicembre sono mancati, secondo le zone, dai 45 ai 100 millimetri di pioggia previsti nel periodo, che ha fatto registrare un’anomalia termica di +0.9 gradi a dicembre e +1.5 a gennaio.
Nell’intero gennaio la media di precipitazioni, comprese le nevicate sulle creste di confine portate dal vento, è di 4,6 mm, il quarto dato più secco del mese, da 63 anni, dopo il 1989, il 1993 e il 2005.
Purtroppo nelle prossime settimane “non sono previste precipitazioni di rilievo” e dopo il deficit pluviometrico di tutto il 2021, pari al 17%, tutti i bacini del nord della regione sono in situazione di siccità “moderata” che diventa “severa” in tutte le zone sud-occidentali, con lo stato più grave per Tanaro e Stura di Demonte.
Il deficit di neve in montagna è del 50% che diventa 60% in equivalente acqua, i fiumi Sesia, Pellice, Maira e Bormida hanno perso il 70% della portata, il Po a Torino, con 31 metri cubi al secondo, si sta avvicinando al minimo storico, 29,5 mc/s del 2008 e a valle, a Isola S.Antonio (Alessandria) ha fatto registrare il terzo valore più basso negli ultimi 25 anni, 171 metri cubi al secondo.

Una tendenza destinata ad accentuarsi che influenza anche i microclimi urbani con l’inquinamento dell’aria è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ e bisogna quindi intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori.

Con l’Italia che dispone di appena 31 metri quadrati di verde urbano per abitante è strategico puntare su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini che migliori la qualità dell’aria e della vita della popolazione dando una spinta all’economia e all’occupazione. L’obiettivo – precisa la Coldiretti – è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili. A provocare lo smog nelle città – continua la Coldiretti – è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono in modo rilevante e a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. Una situazione preoccupante anche per i grandi centri urbani – evidenzia Coldiretti – dove il verde per mitigare il clima e ammortizzare gli effetti negativi dell’inquinamento oscilla su valori che vanno dai 6,4 metri quadrati per abitante di Messina ai 16,7 a Roma, dai 18 di Milano ai 24,3 di Firenze, dai 43 di Venezia ai 9,3 di Bari.

In questo contesto la piantumazione di nuovi alberi e la crescita del verde viene favorita dalla proroga del bonus verde prevista dalla manovra di bilancio che pone l’Italia all’avanguardia nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici. Un obiettivo in linea con le strategie nazionali del Pnrr dove – sottolinea la Coldiretti – sono stati stanziati 330 milioni di euro per la forestazione urbana che consentono di piantare 6,6 milioni di alberi attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi.

Il bonus – ricorda la Coldiretti – prevede una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. Un intervento strutturale che favorisce nelle città la diffusione del verde pubblico e privato considerato che – conclude la Coldiretti – una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante è in grado di catturare 20mila kg di anidride carbonica (CO2) all’anno.

 

 

 

 

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