Politiche agricole

Africa, al centro del G7 i temi della cooperazione e della formazione

 

La creazione di un’area africana di libero scambio e le opportunità offerte dal piano Mattei per l’Africa hanno creato le condizioni per rafforzare la cooperazione tecnica e commerciale tra le imprese agromeccaniche italiane e i Paesi africani. Nel continente ancora presente un deficit tecnologico e formativo. Il progetto LAB Innova dell’ICE finalizzato a migliorare le competenze tecnico-manageriale degli imprenditori agricoli africani.

Il settore della meccanica agricola ha una lunga tradizione di rapporti con l’Africa, giacché l’uso di tecnologie meccaniche è condizione basilare per quella crescita della produttività e quella moderna organizzazione del sistema primario che sono obiettivi prioritari per l’economia africana. Oggi, con la creazione di un’area di libero scambio e con il crescente impegno del nostro Paese per il rafforzamento della cooperazione tecnica e commerciale, si sono create le condizioni per un ulteriore salto di qualità nelle relazioni con i Paesi del continente. Di questo si è parlato nel corso del convegno che ha fatto il punto sullo stato di avanzamento del progetto LAB Innova, il programma di formazione tecnico-manageriale promosso dall’Agenzia ICE per il settore agribusiness in Africa. L’incontro, organizzato dall’ICE in collaborazione con FederUnacoma, l’associazione italiana dei costruttori di macchine agricole, si è aperto con un intervento di Matteo Zoppas, presidente dell’Agenzia, che ha ribadito l’importanza strategica della cooperazione italo-africana, in particolare sul versante della formazione tecnica e professionale. Molti Paesi soffrono ancora di un rilevante deficit tecnologico che – ha spiegato Zoppas nel suo intervento – deve essere colmato non soltanto attraverso investimenti in macchinari innovativi ma anche attraverso programmi formativi specifici che possano avviare gli agricoltori all’utilizzo di queste macchine.

Nei prossimi dieci anni grazie alla creazione l’African Continent Free Trade Area (AfCFTA), l’area continentale di libero scambio già ratificata da 47 Stati, i flussi commerciali intra-africani dovrebbero crescere del 52%, generando ricavi per 450 miliardi di dollari. L’area di libero scambio, così come le Zone Economiche Speciali create nei singoli Paesi, offrono alle imprese italiane del settore agro-meccanico importanti canali di accesso ai mercati africani e significative occasioni di cooperazione. «Ma il grande elemento di novità è rappresentato oggi dal Piano Mattei che – ha detto Mariateresa Maschio – si caratterizza per un approccio “olistico” alla cooperazione, che comprende la dimensione politica, quella economico-sociale, quella culturale e della sicurezza». «Tale approccio può risultare particolarmente efficace per il settore della meccanica agricola che in una realtà come quella africana – ha aggiunto la presidente di FederUnacoma – è in grado di operare offrendo tecnologie e un know how complessivo ben più ampio».

Proprio alla formazione tecnico-manageriale è diretto il progetto dell’ICE LAB Innova. Il progetto, come ha ricordato il direttore generale dell’Agenzia Lorenzo Galanti, oltre a promuovere partenariati per le nostre imprese in Africa, prevede percorsi di sviluppo delle competenze modellati sulle specifiche esigenze del continente. Nei loro interventi, i docenti della Faculty ICE Umberto Trulli, Enrico Turoni, e Fabio Santoni hanno fatto il punto sull’avanzamento del progetto LAB Innova, mentre il dirigente dell’Ufficio ICE per la Formazione alle Imprese Alessandro Cugno, cui è stata affidata la chiusura dei lavori, ha fornito una panoramica della attività dell’Agenzia in campo formativo e fornito un bilancio di tali attività.

 

 

 

 

 

 

 

 

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