Zootecnia

Salvaguardare vitalità e competitività della filiera zootecnica

“Siamo consapevoli che la filiera zootecnica è ancora in forte sofferenza, in particolare il comparto bovino e quello suinicolo. E’ evidente che oggi il nostro obiettivo prioritario è quello di salvaguardare la vitalità e la competitività delle imprese, sostenendole in questo passaggio delicatissimo e ponendo le basi per costruire il futuro del nostro Paese. In un momento così drammatico per l’economia mondiale è indispensabile rafforzare il confronto e sostenere scelte fondamentali per la filiera agroalimentare, che ha dimostrato di essere l’unica in grado di affrontare la pandemia senza far mai mancare ai cittadini i beni di primaria necessità”.

Così il ministro Teresa Bellanova intervenuta all’assemblea UNICEB, organizzazione che in campo nazionale, comunitario ed internazionale cura e tutela gli interessi della filiera delle carni, dall’allevamento del bestiame sino alla trasformazione e commercializzazione delle carni e dei prodotti.

“Questo comparto – ha proseguito il ministro – ha sofferto il crollo del settore Horeca e si trova a dover fronteggiare la brutta insidia che viene adesso dalla peste suina. Sul tema, come sapete, abbiamo proposto l’adozione di un Piano Nazionale di prevenzione e contenimento per un’azione coordinata con le Regioni”

“In questa fase siamo impegnati su più fronti ma sempre con un unico obiettivo: futuro della filiera agroalimentare, rilancio del Paese, interesse nazionale, coincidono”, ha detto ancora Bellanova”, e per questo Legge di bilancio, Strategia agricola e agroalimentare nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, costruzione della nuova PAC, sono fortemente intrecciate. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finanziato con i fondi del Recovery, deve avere un cuore agricolo. Gli interventi previsti dal PNRR dovranno accompagnare il processo di transizione verde del sistema economico e sociale del nostro Paese, potenziandone la capacità di resilienza rispetto ai cambiamenti climatici e alle crisi di diversa natura. Dobbiamo mettere a frutto gli oltre 200 mld in progetti realizzabili ed efficaci. E dobbiamo farlo tenendo legate programmazione, attuazione, capacità di spesa. Senza delegare ad altri, esautorando Ministeri, Regioni e Parlamento. Il nostro impianto è chiaro: filiere, infrastrutture, logistica, prevenzione e contrasto del dissesto idrogeologico, tutela del paesaggio, recupero delle aree interne dove l’agroalimentare, e la filiera zootecnica in particolare, possono giocare un ruolo fondamentale.

D’altra parte la rilevanza dei contratti di filiera è evidente, strumenti che si sta rilevando molto interessante perché in grado di creare sinergia tra sostegno pubblico e investimenti privati, contribuendo al riequilibrio dei rapporti tra i vari componenti. Ad oggi, per il settore zootecnico ne sono stati attivati 10, con assegnazione di contributi in conto capitale pari a 55 milioni di euro, in abbinamento alla concessione di finanziamenti agevolati per 103 milioni di euro, con un risultato finale di 285 milioni di euro investiti per lo sviluppo delle filiere zootecniche”.

Quindi, fronte Pac: “Come più volte ho avuto modo di ribadire”, ha sottolineato Bellanova, “intendo avviare un confronto aperto e serrato sui contenuti del Piano Strategico che dovrà delineare concretamente gli interventi attuativi della nuova Pac. Un confronto delicato perché saremo chiamati a mettere a punto misure che, da una parte garantiscano il miglioramento della competitività e la modernizzazione delle nostre aziende, dall’altra tengano conto degli indirizzi del Green Deal e della Strategia Farm to Fork. In questo percorso il tema della Sostenibilità è centrale. Una sostenibilità che in alcun modo deve costituire un allarme per le aziende”.

“Il nostro impegno”, ha proseguito il ministro, “sarà costante nel definire un quadro di regole comuni, affinché gli impegni previsti dalla Pac costituiscano opportunità di sviluppo della filiera e non rappresentino ulteriori appesantimenti burocratici, di cui non abbiamo bisogno. L’Ue stessa riconosce quindi l’esigenza di avere un settore agricolo forte e competitivo sul fronte internazionale e globale. Per farlo continuiamo a puntare sulle nostre carte vincenti: qualità e trasparenza, che sono alla base del rapporto di fiducia con il consumatore. Da qui il nostro impegno sull’etichettatura d’origine, che coinvolge anche la vostra filiera, e quello perché dallo schema di etichettature nutrizionali fronte-pacco, su cui è in corso il confronto, siano stralciate le indicazioni geografiche, Dop e Igp, a tutela di eccellenze già riconosciute a livello europeo. Perché un Paese che promuove il massimo impegno su qualità e sicurezza degli alimenti, sulla sostenibilità ambientale, sociale, economica e infine sul benessere animale, può e deve pretendere che ci siano norme rigorose per tutti e soprattutto informazioni chiare e non ingannevoli in etichetta.  Una battaglia che considero strategica per le nostre filiere e la qualità agroalimentare del nostro Paese e che sono convinta ci deve vedere impegnati insieme”.

 

 

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