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AlleviAmo futuro Expo Matera 2019

AlleviAmo futuro Expo Matera 2019

AlleviAmo futuro Expo Matera 2019 dal 20 al 22 settembre. Un grande progetto dedicato all’universo della zootecnia, patrimonio universale, comparto produttivo, bene culturale identitario, connubio degli elementi naturali e antropici che costituiscono il nostro paesaggio.

AlleviAmo futuro,attraverso la informazione, divulgazione, promozione e valorizzazione delle produzioni, si propone di rafforzare la conoscenza e la consapevolezza dei valori della zootecnia e dell’agroalimentare per la salvaguardia del paesaggio, il benessere animale, la sostenibilità ambientale ed economica. Quello che si presenta è il mondo agro-pastorale contemporaneo, che coesiste in perfetta sintonia con una zootecnia specializzata condotta adottando sistemi d’allevamento che ben si integrano sul territorio, senza alterarne gli equilibri, e che individua nel benessere animale, nella qualità delle produzioni e nella ecosostenibilità, i suoi punti imprescindibili di riferimento.

Questa zootecnia è rappresentata da allevamenti di bovini, bufali ed ovini da latte fonte di eccellenti produzioni lattiero casearie quali il fiordilatte, il caciocavallo ed i rinomati pecorini, oltre che il latte alimentare di qualità. Sistema vitale in costante evoluzione che interpreta il tempo che viviamo e si rivolge al futuro con lo sguardo aperto, seppure connesso alla storia millenaria che reca in sé, eredità culturale comune tramandata sapientemente da generazioni, tra mito e realtà. Valori che si ritrovano tanto nella recente candidatura della transumanza e dei muri a secco, che da sempre delimitano i pascoli, a patrimonio culturale immateriale dell’umanità, espressa in ragione del forte contenuto identitario dato dal rapporto peculiare tra uomo e natura, quanto nel riconoscimento assegnato al “bovino podolico al pascolo”, che nel gennaio del 2018 è stato iscritto quale Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia (SQN) dal Mipaaft.

Al centro del paesaggio agro-silvo-pastorale lucano, esempio importante di biodiversità, il bovino di razza podolica incarna straordinari valori di benessere e rispetto del ciclo di vita, dell’ambiente e della qualità dei prodotti derivati. Animale forte e mite, dalle caratteristiche corna a lira, che trae origine dal Bos primigeniusdocumentato a Creta in epoca minoica, è presente in Basilicata come in Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Puglia e in poche altre realtà dell’Europa dell’Est. Vive esclusivamente allo stato brado, risultato di un processo millenario di adattamento ad ambienti particolarmente difficili, grazie alla formidabile capacità di cibarsi di risorse alimentari diversamente inutilizzate, muovendosi fra cespugli e sottobosco. La “resilienza podolica”, dunque, attualizza il confronto tra «pratiche antichissime e modelli di vita fruibili, capaci di influenzare le idee di cultura e sviluppo dei prossimi decenni», che è proprio nello spirito di Matera Capitale europea della cultura 2019.

Tra le altre principali specie e razze che connotano il paesaggio agro-silvo-pastorale, ed in generale la zootecnia della Basilicata, troviamo gli allevamenti di ovini da carne, il suino nero ed i cavalli di razza avelignese. Dotati di caratteristiche di rusticità, adattamento al clima ed alle condizioni di allevamento tipici delle situazioni ambientali marginali.

Gli ovini di razza merinizzata popolano il territorio collinare e montano lucano, appartengono al ceppo Merinos, che è il gruppo più importante della specie ovina da carne. Per tutelare e valorizzare questa razza ed offrire garanzie sull’origine e tracciabilità delle produzioni è stato creato il marchio “Agnello delle Dolomiti Lucane”. 

La storia del suino nero lucano, invece, è strettamente legata alle vicende storiche e pastorali dell’Italia appenninica. Trae origine da una o più razze autoctone che popolavano i territori del mezzogiorno. Nel tempo, soppiantato da razze più produttive, il suo numero si è drasticamente ridotto fin quasi ad estinguersi. Oggi, grazie all’intervento di enti ed istituzioni, il suino nero lucano è tornato a popolare il territorio della Basilicata.

Le razze equine sono presenti da lungo tempo nella storia della Basilicata, caratterizzando, in particolare, la pratica agricola dal medioevo ad oggi. La razza Haflinger è stata introdotta negli anni venti del Novecento dall’agronomo napoletano Luigi Croce, amministratore dei Doria, che ne comprò alcuni esemplari ad Hafling (Avelengo), in provincia di Bolzano, portandoli in località Piano del Conte dove aveva fatto costruire un villaggio agricolo estremamente funzionale, con una moderna stalla per l’allevamento dei bovini e degli equini, un caseificio, alloggi confortevoli per gli addetti all’azienda e finanche una scuola agraria. Nel 1953, nella stessa area, gli operatori della Riforma Fondiaria ripresero l’esperimento di Croce suddividendo gli oltre seicento ettari espropriati ai Doria in ventotto aziende. Gli assegnatari, oltre al terreno e alla casa colonica, ricevettero anche una fattrice di razza Avelignese (Haflinger). Sono cavalli che si sono inseriti perfettamente nei nostri territori e che possono rappresentare anche una grande opportunità per il turismo rurale e per la pratica, sempre più diffusa, dell’ippoterapia.

Nell’anno di Matera Capitale europea della cultura, l’ARA ha pensato di organizzare l’Expo della zootecnia e dell’agroalimentare in luoghi che fossero espressione di natura, storia e cultura allo stesso tempo. Ed è per questo che la scelta è ricaduta sul Mulino Alvino, Torre Spagnola e il Parco Scultura Cava Paradiso, siti fortemente connessi all’identità e alla storia della Città di Matera, cogliendo in pieno la volontà già espressa di inquadrare zootecnia e agroalimentare nell’ambito del paesaggio antropico e culturale, che si rigenera e muta proprio in relazione al sistema vitale che lo circonda e lo plasma, anche grazie all’attività pastorale e agricola.

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