Zootecnia

Razza piemontese, quale futuro?

 

Questo il titolo del convegno organizzato dalle associazioni ARAP e ANABORAPI che si è svolto a Fossano presso la sala “Brut e Bon” martedì 14 novembre.

Il convegno, a cui hanno partecipato circa 200 allevatori, è stato il punto di partenza per un confronto a 360 gradi sulla situazione di crisi che coinvolge da tempo le aziende di bovini di Razza Piemontese. Molti gli interventi dei relatori presenti; Coalvi, Asprocarne e La Granda hanno parlato dell’importanza della promozione della carne della razza Piemontese, ma soprattutto hanno sottolineato la necessità di incrementare ulteriormente la qualità e l’omogeneità dei nostri animali. Il mercato richiede una produzione il più possibile omogenea e di qualità, occorre assistere i nostri allevamenti per aiutarli a conseguire produzioni che riescano a soddisfare sempre di più il consumatore.

Le cooperative di commercializzazione presenti erano Compral, Co&Co e Valle Belbo, le quali hanno evidenziato le difficoltà attuali nel poter piazzare le mezzene di razza Piemontese. Tutte le cooperative hanno sottolineato, da un lato, che i consumi di carne sono in calo e, dall’altro, che lavorare con la GDO risulta sempre più difficile in quanto la GDO pretende un prodotto di qualità ma riconosce un prezzo con il quale è difficile poter conseguire redditività.

Le considerazioni di Confcooperative hanno evidenziato la necessità di miglioramento su tutti i livelli della filiera: dalla tecnica di allevamento fino alla commercializzazione, ricordando che le possibilità di miglioramento ci sono e devono essere percorse per essere più incisivi sui mercati.

Anche le organizzazioni sindacali Coldiretti, Cia e Confagricoltura sono intervenute: la parola d’ordine è quella di conseguire una tracciabilità del prodotto anche nell’ambito del canale della ristorazione (Ho.Re.Ca.) che possa ulteriormente valorizzare la nostra carne di alta qualità. E’ fondamentale comunicare al consumatore i valori che caratterizzano l’allevamento della razza bovina Piemontese: presidio del territorio, sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni, benessere animale e tutela della biodiversità.

Le associazioni dei margari: Arema e Adialpi hanno rimarcato il ruolo fondamentale di chi sale con le mandrie in alpeggio; l’allevamento di montagna è quello più sostenibile (linea vacca-vitello) che da anni sta facendo da vetrina a tutta la razza Piemontese, ma in questo momento chi vende i “mangiarin” svezzati non ha una giusta remunerazione. Il settore degli svezzati è quello che evidenzia le maggiori difficoltà economiche.

A conclusione della mattinata, coordinata magistralmente da Michelangelo Pellegrino, è stata proposta la possibilità di creare un distretto della carne che possa avere un ruolo di coordinamento delle attività di promozione del prodotto raggruppando i vari attori della filiera; in questo ambito l’Amministrazione comunale di Fossano si sta già muovendo e a breve proporrà un progetto. Il convegno è stata una occasione per ribadire l’importanza di ritrovare una collaborazione costruttiva tra tutti gli enti coinvolti nel settore della razza Piemontese, nessuno escluso.

A tale proposito i presidenti di Anaborapi e Arap: Andrea Rabino ed Elia Dalmasso si sono impegnati a convocare al più presto un tavolo di lavoro con tutti i relatori della giornata per poter iniziare un percorso proficuo e condiviso.

Condividi