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Qualità dell’Aria: le misure attivate penalizzano eccessivamente attività agricola

Mobilità, riscaldamenti e agricoltura sono i tre campi sui cui si concentrano dal 1° marzo le misure straordinarie per contenere l’inquinamento da polveri sottili nel bacino padano. Frutto di un anno di lavoro sinergico tra gli assessorati all’Ambiente, ai Trasporti e all’Agricoltura delle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, il piano comprende azioni fondamentali comuni a tutti e tre i settori di intervento, con un’attuazione a breve, medio e lungo termine:

Per l’agricoltura divieto di distribuzione di fertilizzanti, ammendanti e correttivi contenenti azoto (salvo interramento immediato) e divieto di spandimento di letami o materiali assimilabili (salvo interramento immediato); divieto di abbruciamenti di materiale vegetale e di qualsiasi combustione all’aperto nell’agglomerato di Torino, pianura e collina dal 15 settembre al 15 aprile. Sono ovviamente previsti incentivi per interventi mirati all’introduzione di sistemi di allontanamento rapido delle deiezioni dalle strutture di stabulazione degli animali, per la realizzazione di coperture fisse e mobili di stoccaggio degli effluenti zootecnici. per la distribuzione in campo degli effluenti con sistemi in grado di abbattere le emissioni di ammoniaca durante la fase di spandimento.
“L’impatto delle misure previste dal Piano Straordinario di Qualità dell’Aria sull’agricoltura è sicuramente molto forte, in primis sulle aziende zootecniche ma non solo. L’entrata in vigore in modo così immediato, inoltre, non ha neppure concesso la possibilità di fornire alle imprese le adeguate informazioni, in un periodo particolare quale l’avvio di una nuova campagna agraria. Pur essendo necessario attivare specifiche azioni per far fronte alla problematica connessa con la procedura di infrazione in atto, resta sproporzionato quanto previsto per il comparto agricolo rispetto a quanto deliberato per la mobilità. Oltretutto, per quest’ultima, il cui contributo alla produzione di polveri sottili è indubbiamente superiore, le regole vengono applicate a 76 Comuni mentre per l’agricoltura le aree coinvolte ne comprendono ben 947 a livello regionale”.  E’ quanto commentano Mauro Bianco e Roberto Rampazzo della Coldiretti di Alessandria rispetto all’applicazione delle nuove misure straordinarie per la qualità dell’aria stabilite a seguito della recente condanna inflitta dalla Corte di Giustizia europea all’Italia per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti.
“Per il settore primario – evidenzia Luca Brondelli, presidente di Confagricoltura Alessandria – sono previste forti limitazioni: le responsabilità politiche di questa situazione, che si sono accumulate nel corso degli anni, sono enormi. Oggi le misure, purtroppo, non sono rinviabili: il nostro Paese, per troppo tempo, non ha tenuto conto in modo adeguato delle disposizioni dell’Unione Europea e ora, se non vogliamo pagare il conto della procedura d’infrazione, non abbiamo alternative”.
Confagricoltura Piemonte ricorda che nel novembre scorso l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea per il superamento dei limiti di PM10 ed è in procinto di essere nuovamente condannata anche per quanto riguarda gli ossidi di azoto.
È per evitare le sanzioni, spiega Confagricoltura, che il nostro Paese è costretto a presentare a Bruxelles un piano urgente comprendente tutte le azioni da attuare per il rientro nei limiti:
Per quanto riguarda l’agricoltura, nel periodo dal 15 settembre al 15 aprile, viene, infatti, attivato il meccanismo del semaforo e, per le zone di pianura e collina, è vietata, nei giorni di semaforo arancione o rosso, la distribuzione di tutte le matrici fertilizzanti contenenti azoto ed è sempre vietato l’abbruciamento di materiale vegetale.
L’esecuzione del piano – evidenzia Brondelli – verrà monitorata e l’Unione Europea, in caso di inadempienza o di inefficacia dei provvedimenti individuati, comminerà le sanzioni previste dalla sentenza sotto forma di tagli ai fondi POR e PSR”.“Il provvedimento, seppur necessario e indifferibile, secondo Confagricoltura non tiene conto in modo adeguato di alcuni dati fondamentali: per esempio la concimazione con letame dei prati in primavera è una pratica agronomica non solo consigliata, ma raccomandata per quanto riguarda le coltivazioni biologiche – evidenzia Cristina Bagnasco, direttore di Confagricoltura Alessandria – Siamo impegnati quotidianamente in prima linea per la sostenibilità ambientale ma si deve tenere conto che senza la pratica dell’agricoltura il nostro ambiente non può sopravvivere e le imprese non possono continuare a operare”
“Per la problematica abbruciamenti dei residui vegetali è necessario prevedere l’adozione di deroghe con particolare riferimento a quelle aree in cui è difficile adottare altri metodi di riutilizzo o smaltimento – evidenziano Bianco e Rampazzo –. Come anche sono insufficienti le risorse, previste nel biennio 2021-2022 del PSR,  per far fronte agli adeguamenti aziendali che consentirebbero di ridurre le emissioni di ammoniaca. Necessari, quindi, chiarimenti rispetto ai presupposti che hanno determinato l’adozione di misure così stringenti, considerando come il trend emissivo del settore zootecnico, nel corso degli ultimi anni, ha registrato una costante riduzione. Ulteriore motivo per cui è assurdo scaricare sull’agricoltura, e di conseguenza sull’intera filiera agro-alimentare, problematiche che riguardano maggiormente altri settori in un momento già di forte crisi dovuta all’emergenza sanitaria in atto durante la quale, nonostante le difficoltà, le nostre imprese hanno dimostrato il loro ruolo strategico nell’ambito del tessuto imprenditoriale regionale e nazionale”.

Per l’agricoltura il piano antismog varato venerdì scorso dalla giunta regionale prevede il divieto di distribuzione di fertilizzanti, ammendanti e correttivi contenenti azoto (salvo interramento immediato) e divieto di spandimento di letami o materiali assimilabili (salvo interramento immediato). Inoltre vige il divieto di abbruciamenti di materiale vegetale e di qualsiasi combustione all’aperto nell’agglomerato di Torino, pianura e collina dal 15 settembre al 15 aprile.
Il provvedimento, seppur necessario e indifferibile, secondo Confagricoltura non tiene conto in modo adeguato di alcuni dati fondamentali: per esempio la concimazione con letame dei prati in primavera è una pratica agronomica non solo consigliata, ma raccomandata per quanto riguarda le coltivazioni biologiche, mentre un altro elemento basilare – evidenziano i tecnici di Confagricoltura Piemonte – è che questo è il periodo migliore per effettuare le concimazioni azotate con concimi minerali che non possono essere interrati sui seminativi condotti a orzo e grano. In base ai modelli previsionali in ambito meteorologico elaborati tra l’altro da Arpa Piemonte – sottolineano ancora i tecnici di Confagricoltura – è possibile individuare con buona attendibilità quale sarà l’evoluzione del tempo e, di conseguenza potrebbe essere possibile consentire, in prossimità di eventi piovosi, la distribuzione controllata di concimi minerali che verrebbero immediatamente assorbiti dal terreno, senza arrecare danno all’ambiente. “I nostri collaboratori – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – in questi giorni hanno lavorato per mettere a punto una serie di argomentazioni tecniche per la Regione Piemonte affinché l’ente, se lo riterrà opportuno come auspichiamo, possa chiarire in modo preciso tutte le operazioni che gli agricoltori potranno effettuare rispettando la filosofia di fondo e la sostanza del provvedimento, senza arrecare danno all’ambiente e al tempo stesso senza mettere a repentaglio la possibilità di produrre. Siamo impegnati quotidianamente in prima linea per la sostenibilità ambientale – conclude Allasia – ma si deve tenere conto che senza la pratica dell’agricoltura il nostro ambiente non può sopravvivere e le imprese non possono continuare a operare”.

 

 

 

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