Produrre italiano per sostenere la filiera agroalimentare
Per contrastare la cronica dipendenza dell’Italia nell’approvvigionamento di materie prime, Assalzoo per prima, insieme ad altre dieci associazioni in rappresentanza della filiera cerealicola e delle nostre produzioni di eccellenza, ha promosso due importanti iniziative:
- la sottoscrizione di un Accordo quadro sul mais da granella di filiera italiana, con l’intento di rafforzare la produzione italiana e rendere l’agricoltura e la zootecnia meno vincolate alle forniture dall’estero;
- una lettera al Governo e al Parlamento, per chiedere un piano di emergenza con l’adozione di misure di incentivi diretti agli agricoltori per promuovere la produzione nazionale e ridurre la forte dipendenza dall’estero di materie prime arrivata al 60% del fabbisogno interno.
Dopo aver retto l’urto iniziale, il settore agroalimentare sta cominciando a pagare il prezzo della crisi dovuta alla diffusione del Coronavirus, alle misure restrittive adottate, tra cui la chiusura della ristorazione, e agli effetti sulle abitudini alimentari e di spesa dei consumatori.
Le conseguenze di questa grave situazione sono destinate a perdurare, non sappiamo per quanto tempo, condizionando il futuro di tutta l’economia italiana e quindi anche del settore alimentare.
Una sfida di proporzioni notevoli che preoccupa gli operatori agricoli, zootecnici e alimentari, ma che dobbiamo riuscire a trasformare in una opportunità per rilanciare l’impegno in difesa dell’italianità della filiera. Un impegno al quale anche Assalzoo (Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici) cerca di dare il proprio contributo, come dimostra in concreto anche la recente stipula dell’Accordo quadro sul granturco da granella di filiera italiana.
Assalzoo e l’industria mangimistica nazionale sono da sempre, infatti, al fianco degli allevatori italiani. I mangimi delle ditte associate utilizzati dagli allevatori italiani sono tutti prodotti in Italia, utilizzando e valorizzando per quanto possibile in primo luogo le materie prime italiane, pur restando ancora troppo elevata (60%) la dipendenza dall’estero.
Ed è soprattutto in questa fase di emergenza che dobbiamo fare tutti la nostra parte per garantire la solidità della filiera nazionale, valorizzando in via prioritaria le nostre produzioni agricole, zootecniche e alimentari, per sostenere i livelli di produzione e di occupazione, cercando di promuovere e favorire, con uno spirito di solidarietà nazionale, un percorso produttivo italiano che porti ad una revisione delle filiere per renderle più in linea con le aspettative del consumatore moderno e quindi più resilienti alle crisi.
Un invito che Assalzoo vuole estendere a tutti gli operatori della filiera, affinché si agisca tutti insieme e nella stessa direzione a sostegno delle produzioni nazionali, oggi in particolare difficoltà sia per la chiusura dei canali Ho.Re.Ca. e la diminuzione dell’export, sia per la l’approvvigionamento estero, soprattutto nei settori delle carni suine, bovine e ovine, del latte ed anche del pesce.
In questo momento di emergenza l’obiettivo deve essere quello di consolidare la filiera agro-zootecnica-alimentare italiana facendo crescere la quota da destinare alla trasformazione.
Per combattere le gravi difficoltà che il COVID-19 sta arrecando al nostro sistema produttivo e per garantire la sopravvivenza delle aziende, è necessario un intervento urgente delle nostre Istituzioni politiche e di Governo, con lo stanziamento di risorse straordinarie per sostenere la filiera agro-zootecnica-alimentare italiana, che ha una funzione strategica per garantire la sicurezza alimentare del Paese, ma è fondamentale anche che tutti gli attori della filiera sostengano responsabilmente prima di tutto le produzioni italiane, contenendo, ove possibile, il ricorso alle importazioni solo quando necessario a coprire le richieste e le esigenze del mercato.
Assalzoo, l’Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, rappresenta l’industria mangimistica italiana con un fatturato di oltre 7 miliardi di euro, circa 7.500 addetti, escluso l’indotto, e una produzione che supera i 14 milioni di tonnellate.