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  Le vertical farm mettono radici

Da qualche anno le vertical farm stanno diventando un fenomeno di rilevanza di tutto rispetto, anche da un punto di vista economico. Nel corso degli ultimi mesi, tre ricerche di mercato hanno esaminato il settore e ne sono emerse previsioni di crescita superiori al 20% in media all’anno da qui al 2026. Inoltre, grandi retailer internazionali iniziano ad offrire prodotti a “metro zero”. Amazon, con Whole Foods Market, sta investendo nel settore del vertical farming in store.

Le stime sulla dimensione del mercato delle fattorie verticali realizzate dalle tre società sottolineano l’attenzione al settore e mostrano una significativa concordanza dei dati.         

 Prendendo come punto di riferimento quella con il tasso di crescita più basso stiamo comunque parlando di un settore che avrà una crescita media annua del 24,6 %, e che passerà dai 2,23 miliardi del 2018 ai 12,77 previsti per il 2026.

Nei tre studi considerati i numeri rappresentano l’opinione, diffusa tra gli studiosi dei trend del settore alimentare, che il vertical farming, e più in generale le colture indoor, saranno uno dei fenomeni del futuro. Anche sui fattori trainanti di questo sviluppo, le tre ricerche sono concordi: aumento della popolazione soprattutto nelle città; scarsità di nuove terre coltivabili ancora disponibili; necessità di ridurre l’impatto ambientale diretto ed indiretto (pensiamo alla logistica) della produzione primaria di cibo; richiesta di alimenti freschi e di migliore qualità.

Queste tendenze non passano inosservate tra i retailer più impegnati nell’innovazione.Whole Foods Market, la catena di cibo “organic” e di alta qualità parte del gruppo Amazon, con oltre 500 negozi in tutti gli Stati Uniti, sta accelerando nell’adozione di fattorie verticali di piccole e medie dimensioni per coltivazioni fuori suolo all’interno o in prossimità dei propri store. A New York, per esempio, vengono prodotti verdure a foglia, microgreen ed erbe aromatiche, mentre nel New Jersey e recentemente anche a Boston, la produzione si concentra sui funghi. In Europa, l’avanguardia è rappresentata dalla startup berlinese Infarm, che ha appena concluso un accordo con il retailer inglese Marks&Spencer per installare entro la fine dell’anno e gestire in sette punti vendita a Londra mini-vertical farm per la coltivazione di piante aromatiche come il basilico. Infarm ha già accordi in corso con altri retailer in Europa, come Intermarche, Migros, Amazon Fresh e Metro. In Italia, il Gruppo Iper punta invece per ora sulle serre idroponiche più tradizionali a sviluppo orizzontale, come nei pressi degli ipermercati di Arese e di Seriate.

NovelFarm in programma i prossimi 19 e 20 febbraio 2020 a Pordenone Fiere, ospiterà i protagonisti, le tecnologie e le ricerche di questa rivoluzione agricola, e la nuova edizione porrà l’attenzione anche sul prodotto finale: “sul bancone” ortaggi, piccoli frutti, verdure, erbe officinali, aromatiche e persino frutta coltivati in fuori suolo, a disposizione per degustazioni e showcooking.

 

 

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