Filiere

Lavorare uniti nella filiera latte

L’emergenza sanitaria conseguente alla pandemia da Coronavirus si sta rivelando una minaccia per molti settori e molti mercati. Tra questi, nella filiera dell’agrifood si segnalano alcuni primi squilibri che toccano il comparto lattiero-caseario e che dobbiamo affrontare. Un comparto di notevole rilevanza che, per il solo latte vaccino, è pari a 12 milioni di tonnellate di latte annuo e quasi 30 mila allevamenti.

“Alle imprese dell’agroalimentare, tutte, davvero, dalle terra alla tavola, è stata affidata la rilevante responsabilità di nutrire il Paese, primo indispensabile requisito per la nostra sostenibilità”, dichiara il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

Confagricoltura ha fatto proprio tale impegno e, con senso del dovere, ritiene che tutta la filiera unita debba convergere verso questo comune obiettivo.

“Non è questo il momento per alimentare contrasti tra gli operatori varie fasi della filiera – prosegue Giansanti -. Allevatori, industria, GDO devono collaborare per alimentare il Paese e rispettare quell’impegno che ci siamo assunti. D’altronde al di là degli squilibri congiunturali del mercato, che ovviamente vanno combattuti, le prospettive e i dati dei consumi la dicono lunga sulle opportunità per il comparto. Da alcune analisi, il giro di affari del settore agricolo a medio termine, anche negli scenari più pessimistici, potrebbe essere destinato a crescere, a dispetto di quanto accade per gli altri settori produttivi”.

E’ questo un invito aperto dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli a tutta la filiera per cercare soluzioni condivise e superare alcune situazioni critiche della congiuntura del mercato lattiero-caseario nazionale da proporre alle Istituzioni e da attuare autonomamente. Così come vanno utilizzate allo scopo le misure già attivate e le ipotesi di intervento del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova che verranno sicuramente proposte nell’immediato futuro, alle quali la filiera deve prestare particolare attenzione e fornire i propri contributi. Considerando anche la filiera del latte bufalino e ovicaprino che presentano problemi analoghi, operando in particolare nel mercato del fresco.

“E’ anche – conclude il presidente di Confagricoltura – un invito a lavorare più intensamente assieme, per valorizzare, partendo proprio da questo momento critico, la materia prima italiana. Con politiche di crescita del valore aggiunto del comparto che è un patrimonio da tutelare a vantaggio di tutti gli operatori del lattiero caseario. Scelte che devono coinvolgere allevamenti, trasformazione e GDO, in un percorso comune di sviluppo che non può che far bene al nostro settore ed alla nostra economia.”

Ogni giorno 5,7 milioni di litri di latte straniero attraversano le frontiere e invadono l’Italia con cisterna o cagliate congelate low cost di dubbia qualità in piena emergenza coronavirus, proprio mentre alcune aziende di trasformazione cercano di tagliare i compensi riconosciuti agli allevatori italiani, con la scusa della sovrapproduzione. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Ministero della salute relativi ai primi quindici giorni del mese di marzo 2020 sui flussi commerciali dall’estero in latte equivalente. “Bisogna fermare qualsiasi tentativo di speculazione sui generi alimentari di prima necessità come il latte che – sottolinea la Coldiretti – nell’ultima settimana di rilevazione sui consumi ha registrato un balzo del 47% degli acquisti da parte delle famiglie, sulla base dei dati IRI che evidenziano anche l’aumento degli acquisti di formaggi, dalla mozzarella (+35%) al Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+38%)”.

 

 

Condividi