Filiere

Per la rinascita dell’ortofrutta serve un grande patto Stato-banche-imprese-sindacati

 “L’emergenza Coronavirus rischia di travolgere il mondo dell’ortofrutta italiana, già alle prese con altre emergenze, climatiche e di mercato. Quando saremo fuori dalla crisi sanitaria, la ripresa dovrà passare necessariamente da un grande patto Stato-banche-imprese-sindacati senza il quale anche una grande regione produttrice come la Puglia perderà imprese, occupati, reddito a tutto vantaggio delle importazioni da altri paesi a prezzi più competitivi”. Così Giacomo Suglia, vicepresidente nazionale Fruitimprese e presidente APEO (l’Associazione dei Produttori e degli Esportatori Ortofrutticoli pugliesi) interviene sulle prospettive del sistema ortofrutta Italia.

“Come APEO condividiamo l’appello dell’Anci-Puglia e del suo presidente Domenico Vitto rivolto al governatore Michele Emiliano e al Sottosegraterio On. Giuseppe Labbate per un intervento straordinario a favore delle imprese agricole pugliesi colpite dalle gelate dei giorni scorsi, come non bastasse l’emergenza Covid-19”.

“Siamo pienamente in sintonia – aggiunge Suglia – anche con la ministra Teresa Bellanova che sta lavorando per tenere in vita le aziende agricole e la filiera alimentare e sta pungolando l’Europa ad essere più coraggiosa e consapevole. L’Italia non può, non deve essere lasciata sola ad affrontare questa emergenza. Serve certamente un proprio Programma Agricolo Straordinario a livello europeo attingendo risorse straordinarie extra PAC, come chiede la nostra ministra. E soprattutto dobbiamo rispondere alle esigenze di liquidità delle imprese agricole, perché al dopo-emergenza le imprese arrivino vive e non morte”.

“A questo proposito faccio appello – conclude Suglia – alle Regioni perché trovino nei loro bilanci tutte le disponibilità possibili da iniettare nel comparto agricolo, sbloccando tutto quello che non è stato ancora liquidato, recuperando i fondi non utilizzati che magari vanno persi. In questa emergenza un ruolo fondamentale spetta alle banche che aldilà della sospensione o del rinvio di mutui, rate e adempimenti vari, devono vedere nel nostro settore un comparto dove investire per garantire sviluppo e crescita dei nostri territori. Anche i parametri di Basilea 2 sull’affidabilità delle imprese dovranno essere rimodulati. Infine i sindacati: finita l’emergenza, nulla sarà come prima. Avremo tanta manodopera da ricollocare proveniente dal settore terziario, turistico e servizi e il settore agricolo potrà assorbire questi lavoratori. Ma occorreranno contratti di lavoro più flessibili e anche condizioni economiche tali da rendere le nostre produzioni più competitive sul mercato europeo e mondiale dove il potere d’acquisto delle famiglie e dei consumatori si sta velocemente abbassando”.

 

Condividi