Indici Crefis di redditività suini
In dicembre la redditività degli allevatori di suini italiani ha subìto una leggera battuta d’arresto, scendendo dello 0,1% rispetto al mese precedente, ma restando comunque uno dei valori più elevati di sempre dopo quello di novembre. Nonostante il calo, l’attuale valore risulta comunque superiore del +39,8% rispetto a quello di dicembre 2018. La forte crescita delle quotazioni della soia non ha con- sentito di beneficiare dell’aumento di prezzo avvenuto per i suini da macello pesanti e del contemporaneo calo dei prezzi del mais.
Al contrario, la redditività degli allevatori di suini europei è decisamente salita facendo segnare una variazione congiunturale del +4,4% ed una tendenziale del +43,1%. Tale andamento è frutto del buon aumento di prezzo fatto registrare dai suini da macello e il contemporaneo calo delle quotazioni della soia.
Nell’ultimo mese, la redditività degli allevatori USA ha registrato un forte decremento rispetto al mese precedente (- 6,1%), mantenendosi comunque al di sopra del dato dello scorso anno del +4,4%. Tale andamento è da ricercare nella flessione di prezzo subìto dai suini da macello statunitensi e al contemporaneo aumento delle quotazioni della soia.
Al calo di redditività degli allevatori italiani è corrisposto un aumento della redditività dei macellatori italiani, cresciuta del +2,7% rispetto a novembre a causa, sostanzialmente, del buon aumento di prezzo dei lombi, il quale ha bilanciato l’incremento, seppur contenuto, delle quotazioni dei suini da macello. L’attuale livello risulta comunque inferiore del -17,4% rispetto a quello dello scorso anno e si mantiene su livelli bassi rispetto ai dati dei mesi precedenti.
In seguito alla ridefinizione, da parte della borsa merci di Parma, dei pesi dei prosciutti stagionati di Parma, dal mese di febbraio l’Indice Crefis della stagionatura dei prosciutti tipici è stato calcolato utilizzando le quotazioni dei nuovi prodotti introdotti.
A livello di prezzi, a dicembre le quotazioni degli animali da macello hanno toccato il loro massimo storico, così come sono aumentate quelle degli animali da allevamento. In calo, invece, i prezzi delle cosce fresche, mentre i valori dei lombi sono cresciuti. Stabili, infine, le quotazioni dei prosciutti di Parma.
Nell’ultimo mese la redditività dei prosciutti di Parma DOP è continuata a crescere rispetto al mese precedente, risultando quindi la più alta da quando l’indice è stato ricalcolato (febbraio 2019), per entrambe le tipologie di peso. Tale andamento è derivato dal calo di prezzo della coscia fresca avvenuto 12 mesi fa e dalla sostanziale stabilità delle quotazioni del prosciutto stagionato nell’ultimo mese. Le variazioni congiunturali sono state del +5,3% per la coscia leggera e del +8,0% per quella pesante.
In calo, invece, la situazione dei prosciutti non tipici, con il prodotto leggero che ha visto ridursi la propria redditività del -1,4%, mentre per il prodotto pesante la variazione congiunturale è stata del -0,3%.
Le variazioni tendenziali sono risultate positive per le produzioni DOP (+22,5% e +17,9%, rispettivamente per leggero e pesante), mentre per i prosciutti NON DOP si è registrata una variazione tendenziale negativa per i leggeri (-10,5%) e positiva per i pesanti (+7,8%).
In dicembre, dopo mesi, il differenziale di redditività tra le produzioni DOP e quelle non tipiche è tornato a favore delle produzioni tipiche per quanto riguarda i prosciutti pesanti (+5,5%), men- tre è rimasto negativo e, quindi, a favore delle produzioni non DOP per i prosciutti leggeri (-6,8%).
Nel periodo gennaio – settembre 2019 il commercio estero dell’Italia di suini, carni suine e salumi ha complessivamente realizzato un saldo finale negativo e pari a -436,4 milioni di euro, dato in peggioramento di ben 104,0 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale risultato è stato determinato da valori esportati in lieve aumento, rispetto al 2018, e ad un ben superiore incremento dell’import nazionale del comparto.