Il ministro Bellanova nel suo intervento al Consiglio dei Ministri Ue
Il ministro Teresa Bellanova nel suo intervento al Consiglio dei Ministri europei dell’Agricoltura, in videoconferenza ha detto: per affrontare l’emergenza in atto, l’Unione Europea ha bisogno di strumenti nuovi.
La crisi da Covid19 “non può essere affrontata con quelli attivati in passato di fronte a calamità naturali o a crisi di mercato. Serve una strategia di intervento comune, che consideri i diversi scenari nel breve, medio e lungo termine. Ad iniziare dalla Politica agricola comune che, mai come in queste settimane, torna ad essere strategica e prioritaria”.
Così la Un intervento, quello odierno, in cui la Ministra ha delineato diversi scenari possibili in relazione alla durata del periodo emergenziale, per prevedere, già adesso, “risposte adeguate”.
Di conseguenza, proroga per le domande Pac oltre il 15 giugno 2020, senza alcuna penalizzazione per i produttori. Quindi termini più ampi, nuove modalità di erogazione degli aiuti ai produttori anticipando al più presto le risorse Pac e, per un periodo ancora più lungo, “Piano complessivo con la sospensione delle regole ordinarie per il 2020 e attivazione di altri strumenti di crisi da sostenere non solo il Fondo europeo agricolo di garanzia, per garantire il rimborso agli Stati delle anticipazioni effettuate con risorse nazionali”.
Proposta contenuta in un documento di dettaglio che l’Italia farà circolare al più presto.
“Dobbiamo pensare non solo a fronteggiare l’emergenza”, ha affermato Bellanova, “quanto ad un vero e proprio Programma Agricolo Straordinario da realizzare attraverso risorse straordinarie extra PAC, rimodulazione dei fondi FEAGA, riprogrammazione delle risorse dello sviluppo rurale non impegnate, utilizzo delle annualità del Feasr 2021 e 2022, introducendo nei Programmi di Sviluppo Rurale misure eccezionali che rispondano al nuovo scenario e alle nuove esigenze delle imprese agricole. Contestualmente”, ha proseguito Bellanova, “non dobbiamo dimenticare la grande sofferenza della pesca, le cui attività sono state praticamente azzerate. Anche in questo caso bisogna intervenire con massima flessibilità nella modifica dei Programmi operativi del Fondo Affari marittimi e Pesca, con particolare riguardo alla rimodulazione e allo spostamento di fondi necessari all’emergenza”.
Semplificazione e flessibilità nell’implementazione delle misure Pac, ha sollecitato Bellanova, insieme a un Fondo straordinario comune di aiuto all’ammasso privato.
Senza dimenticare, anzi, il grande tema delle persone a rischio fragilità.
“Davanti al rischio di spreco alimentare e al crescere del numero degli indigenti”, ha concluso la Ministra Teresa Bellanova, “va autorizzata la possibilità per ogni Paese di agire economicamente, per recuperare con meccanismi agili le eccedenze e distribuirle alle persone più bisognose”.
Coraggio “per mettere in campo azioni mai immaginate”. Visione “per portare l’Unione europea oltre questo momento drammatico”.
“Oggi” ha esordito Bellanova, “la priorità è sicuramente salvare vite umane, proteggere i nostri sistemi sanitari, assicurare cure per i cittadini. Ma la diffusione del COVID-19 ci riguarda anche sul versante alimentare, perché tutti abbiamo bisogno di cibo, sano e sicuro”. E ancora: “In queste settimane abbiamo vissuto drammi incredibili, eppure le nostre filiere di produzione di cibo e bevande non hanno interrotto la loro attività. Garanzia dell’approvvigionamento di cibo e ruolo fondamentale dei sistemi agroalimentari si impongono. Oggi come mai, la funzione della PAC torna alla sua origine. Questa crisi di sistema rischia di compromettere le nostre economie in maniera mai vista prima. La risposta ha bisogno di una azione comune. I provvedimenti dei giorni scorsi, dalle decisioni sul Patto di stabilità alla Comunicazione sul quadro temporaneo sugli aiuti di stato e ad altre iniziative programmate rappresentano un buon primo passo”. Che va rafforzato.
“Non sono accettabili azioni divisive. E ogni speculazione va impedita insieme”, ha esortato Bellanova. “Bloccare o limitare la circolazione dei prodotti agricoli e alimentari significa interrompere la catena di approvvigionamento di beni di primissima necessità. Dobbiamo agire rapidamente perché i problemi da affrontare sono tanti: complessità logistiche, difficoltà di reperire la manodopera necessaria, manifesta impossibilità di ritiro di prodotti deperibili, in particolare latte e ortofrutta, collasso del comparto florovivaistico, stato di fermo della pesca, perdite registrate dall’acquacoltura nell’ordine del 50%”.
Per mettere in campo il dopo, ha affermato la Ministra Teresa Bellanova, “gli strumenti attivati in passato di fronte a calamità naturali o a crisi di mercato non sono sufficienti. Dobbiamo elaborare una strategia di intervento comune, che consideri i diversi scenari nel breve, medio e lungo termine. Non un agricoltore, un allevatore o un pescatore dovranno smettere il proprio lavoro. E nessuno degli operatori della filiera agroalimentare, né della ristorazione”.