Il mercato dei formaggi
Il mercato nazionale dei formaggi sta registrando una dinamica positiva, grazie anche alla spinta dell’export a seguito di una forte domanda globale.
La produzione totale di formaggi nel 2021 ha registrato un incremento del +2,2% vs. 2020, mentre nello stesso periodo, quella dei formaggi DOP ha registrato una crescita ancora maggiore del +1,9% .
Infine, per quanto concerne la produzione di formaggi DOP si denotano forti differenze nelle performance registrate dalle diverse tipologie: la produzione di Montasio DOP è diminuita del -11,1% (gen-giu 2022 vs. stesso periodo 2021) mentre, nello stesso periodo, è aumentata del +1,3% quella del Taleggio DOP(1).Alcune produzioni si stanno quindi dimostrando più resilienti di altre al problema della carenza del latte, dovuto alla riduzione della produzione in alcuni dei principali paesi di esportazione.
Si registra altresì un incremento generalizzato nelle quotazioni medie mensili di tutte le principali tipologie di formaggio italiano. Insieme a variazioni meno intense come quella registrata dal Parmigiano (+1,9% 2022 vs. 2021), si osservano incrementi percentuali a due cifre, come nel caso del pecorino romano (+23,8%) e del mascarpone (+16,2%).
Il saldo della bilancia commerciale per il settore dei formaggi si è mantenuto positivo nel periodo 2020 – 2021. Nel 2021 l’avanzo commerciale per il comparto ha raggiunto i €1,8mld (+21,0% vs. 2020). Nei primi cinque mesi del 2022, l’avanzo di bilancia commerciale si è attestato a €752,0mln (+8,8% vs. stesso periodo del 2021).
Nel 2021 sia il volume che il valore dei formaggi importati hanno sperimentato una crescita sostenuta (rispettivamente +5,0% e +9,7% vs. 2020). Questo incremento è stato trainato dalla ripresa delle attività ristorative, associata alla progressiva riduzione dell’applicazione del regime di home working. Nel solo periodo gennaio-maggio, i dati sui volumi importati risultano in crescita (+18,7% 2022 vs. 2021), così come il valore importato (+34,3% 2022 vs. 2021).
Con riferimento alla provenienza territoriale delle (sia per volumi che per valore importato), i dati riferiti al periodo gennaio-maggio 2022 mostrano come oltre la metà della domanda di importazioni italiane venga soddisfatta da Germania e Francia..
Nel 2021, la crescita dell’export italiano di formaggi ha superato quella dell’import, sia in termini di tonnellate esportate che di valore delle esportazioni: rispettivamente +12,4% e +15,0% vs 2020(1). La crescita dell’export è continuata a ritmi sostenuti anche nei primi cinque mesi del 2022: i volumi esportati sono cresciuti del +15,3% vs. lo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il valore esportato ha toccato quota €1,7mld (+21,5% vs. stesso periodo 2021).
I principali mercati di esportazione dei formaggi nostrani nei mesi gennaio-maggio del 2022, sia in termini di volume e valore esportato, sono stati
Francia e Germania. La TOP 8 dei principali mercati di destinazione dell’export del comparto vede la presenza maggioritaria di Paesi UE (fra cui i già citati Francia e Germania). I principali mercati extra-UE sono USA, Regno Unito e Svizzera (1). Superiore
Nel 2020, i formaggi duri e freschi costituiscono le principali tipologie esportate, rappresentando quasi i 3⁄4 dei volumi esportati. ai 65 anni
Fattori di rischio.
Si evidenzia un forte incremento del prezzo spot del latte in Italia. Questo aumento generalizzato è stato causato da una diminuzione dell’offerta di latte sui mercati internazionali, dovuto ad una riduzione della produzione lattiera nei principali paesi esportatori, a causa della siccità che ha colpito alcune zone produttive di piante atte all’alimentazione animale, causando difficoltà di approvvigionamento di mangimi, la cui offerta è stata già messa sotto pressione dallo scoppio della guerra in Ucraina.
Sida urgente che il comparto è chiamato ad affrontare sono le conseguenze dell’introduzione del sistema Nutri-score, che la Commissione UE potrebbe annunciare a fine 2022. Tale sistema è basato su una etichettatura che assegna ad ogni prodotto una lettera (da A ad E) ed un colore (da verde scuro a rosso), in base al livello di zuccheri, grassi e sale. Un “via libera” o meno all’acquisto che disincentiverebbe il consumo di alimenti ritenuti poco salutari come i formaggi che, tuttavia, costituiscono un elemento importante nella nostra Dieta Mediterranea, inserita dall’Unesco nell’elenco dei Patrimoni immateriali dell’umanità.
Il rischio è concreto. Secondo un’indagine realizzata nel 2021 da Ipsos per l’Osservatorio Waste Watcher International su un campione di 7mila cittadini di vari Paesi (fra cui Stati Uniti, Russia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia), risulta che 3/4 dei consumatori sarebbero significativamente influenzati dalle nuove informazioni nutrizionali riportate in etichetta, mentre 4su 10 sarebbero addirittura disposti a modificare le loro scelte di consumo.
Superiore ai 65 anni
787.000,0
769.000,0
773.000,0
760.000,0
587.000,0
576.000,0
548.000,0
1.380.000,0
1.360.000,0
1.340.000,0