Politiche agricole

Farm to Fork con azioni e incentivi ad agricoltori per la transizione

  

Il Parlamento europeo detta la linea politica alla Commissione Ue con il voto sulla Risoluzione relativa alla Strategia Farm to Fork (dal campo alla tavola). Da qui, Bruxelles dovrà ripartire per elaborare le sue proposte legislative che puntano al dimezzamento dell’uso di pesticidi, alla drastica riduzione dei fertilizzanti e alla coltivazione di almeno il 25% dei terreni agricoli europei con il metodo biologico. Il testo è quasi uguale a quello licenziato a settembre scorso dalle Commissioni parlamentari congiunte Ambiente e Agricoltura.

L’approvazione da parte del Parlamento Ue della relazione sulla strategia “Farm to Fork” segna l’inizio di un percorso importante per il futuro dell’agricoltura europea, che non può prescindere dal protagonismo degli agricoltori e da azioni concrete a sostegno della transizione. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il via libera oggi da Strasburgo con 452 voti a favore.

Le proposte approvate dal Parlamento europeo migliorano, su alcuni aspetti, i contenuti della strategia F2F presentata dalla Commissione, mentre su altri inseriscono ulteriori elementi di preoccupazione. Rispetto all’individuazione di nuovi obiettivi vincolanti a discapito del settore zootecnico o all’ipotesi di sistemi di etichettatura poco trasparenti come il Nutriscore, Cia insiste sulla necessità di trovare soluzioni e nuove opportunità, da un lato con investimenti in ricerca e innovazione e, dall’altro, con etichette condivise finalizzate a informare e non a condizionare le scelte alimentari dei consumatori.

Agli agricoltori va data la possibilità di contribuire alla transizione ecologica europea, ma con pragmatismo e coerenza. Cia condivide la volontà dell’Europa di rendere il sistema agroalimentare ancora più green, senza dimenticare però la necessità di riconoscere e compensare i comportamenti virtuosi e guardando sempre all’obiettivo imprescindibile della sostenibilità economica delle imprese, senza la quale non è possibile neppure la sostenibilità ambientale e sociale.

Per Cia, inoltre, è fondamentale che la Commissione adesso tenga conto della posizione del Parlamento Ue sulla necessità di avere una valutazione di impatto ex-ante complessiva e approfondita della “Farm to Fork”, come sostenuto nell’emendamento approvato proposto dall’onorevole Herbert Dorfmann. Diversi studi pubblicati nelle ultime settimane, infatti, continuano a evidenziare la forte possibilità che, applicando la strategia F2F si potrà andare incontro a una riduzione della produzione agricola europea con conseguente aumento dei costi di produzione. Bisogna scongiurare che future proposte legislative si traducano in ulteriori aggravi burocratici per gli agricoltori, penalizzando realtà produttive che svolgono un ruolo chiave per la sostenibilità con la salvaguardia dei territori e delle aree rurali.

Nei prossimi mesi, conclude Cia, ci impegneremo affinché l’Europa presenti norme che si traducano in opportunità concrete per le imprese, contando ancora sul supporto del Parlamento. Il percorso segnato dalla strategia F2F dovrà essere incluso anche nelle scelte strategiche del Piano Nazionale della futura Pac, che dovrà includere azioni e incentivi concreti alle aziende impegnate nell’obiettivo di un sistema produttivo ancora più sano, equo e rispettoso dell’ambiente.

Prendiamo atto della presa di posizione del Parlamento europeo sulla comunicazione “From Farm to Fork” che ha, peraltro, ripreso alcune delle proposte che avevamo presentato nel corso dei lavori. Resta però aperta la questione di fondo per le prospettive delle imprese agricole: la mancanza di uno studio della Commissione sull’impatto che avrebbero le misure contenute nella comunicazione in esame”.E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione alla votazione, a maggioranza, del Parlamento europeo alla F2F.

“L’Esecutivo della Ue si è ufficialmente limitato a valutare nei giorni scorsi come incomplete le valutazioni già svolte, ma – afferma Giansanti – non ne ha contestato le univoche conclusioni secondo le quali l’agricoltura europea sarebbe destinata a una riduzione delle produzioni e dei redditi, senza significativi vantaggi per l’ambiente. Perché dovrebbero crescere le importazioni per far fronte al fabbisogno alimentare dei cittadini negli Stati membri. Per di più, la Commissione non ha neppure indicato se intende meno colmare le lacune rilevate nelle valutazioni esterne”.

Confagricoltura ricorda che le valutazioni sono state svolte dall’USDA, il dipartimento di Stato Usa all’agricoltura, dal Centro Comune di Ricerca che svolge consulenze scientifiche per la Commissione Ue e, da ultimo, dall’Università di Kiel, in Germania.

Sotto il profilo procedurale, la relazione del Parlamento e le conclusioni già approvate dal Consiglio Agricoltura dell’Unione passeranno ora alla Commissione in vista della presentazione delle formali proposte di regolamento.

“Il dossier, quindi, non è affatto concluso” – ha sottolineato Giansanti.

Secondo i dati resi noti dalla Commissione, negli ultimi anni è stato ridotto il ricorso alla chimica nei processi di produzione e l’emissione di gas ad effetto serra (meno 25% dal 1990), senza però tagliare le produzioni.

“Siamo consapevoli che dobbiamo accrescere il nostro contributo alla transizione ecologica, – conclude il presidente di Confagricoltura – ma non servono i divieti. La strada da seguire è quella delle innovazioni e degli investimenti”.

 

 

 

 

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