Politiche agricole

Camera approva legge sul biologico

 

 Con 421 favorevoli e nessun voto contrario, la Camera dà il via libera alla proposta di legge n.988 sull’agricoltura biologica e Cia-Agricoltori Italiani esprime soddisfazione per l’approvazione alla Camera della legge , in grado di rendere l’agricoltura protagonista della transizione ecologica europea. La rivoluzione bio è già in atto, serve ora un segnale forte dal mondo politico per un ok in tempi rapidi in Senato prima di fine legislatura, dopo 12 anni di iter parlamentare. L’Italia, leader in Europa nel settore biologico, ha urgente bisogno di una legislazione nazionale, che le consenta di non perdere la partita con competitor europei, sempre più agguerriti. Cia è, inoltre, soddisfatta per il recepimento delle sollecitazioni del mondo accademico e scientifico e, persino, del Presidente Sergio Mattarella in merito alla questione del metodo biodinamico, che non verrà, comunque, escluso dai benefici della legge.

La legge nazionale di sistema specifica per il biologico può rappresentare, dunque, un’opportunità cruciale per esplorare e capitalizzare tutte le potenzialità produttive del comparto, sia a difesa dell’ambiente che della salubrità dei prodotti e per un forte legame con i territori di produzione. Il settore è di assoluto rilievo anche sul piano dell’occupazione, avendo aumentato la forza lavoro del 71% nell’ultimo decennio.

Nello specifico saranno portatori di sviluppo, sia sotto il profilo economico che ambientale, i biodistretti e tutti gli strumenti di aggregazione, oltre all’istituzione di un marchio biologico italiano. Infine, conclude Cia, con una legge nazionale sul bio si potrà contare concretamente su un pilastro fondamentale per la costruzione del futuro agricolo come indicato dal Green Deal Ue, che vede proprio nel biologico uno dei driver principali per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità. La sfida europea è di arrivare entro il 2030 a destinare il 25% dei terreni agricoli al bio e vede l’Italia è in vantaggio, con una percentuale di coltivazioni al 16%, contro l’8% della media Ue.

La votazione alla Camera sulla legge per il settore del biologico fa chiarezza nelle previsioni normative e consente di arrivare velocemente alla conclusione dell’iter. 

Confagricoltura auspica che ora al Senato le operazioni di voto si svolgano celermente, valorizzando gli orientamenti scientifici più volte richiamati dal Presidente Mattarella.

L’approvazione della legge sul biologico è molto attesa dal settore e le novità introdotte – organizzazioni dei produttori e interprofessionali, biodistretti e marchio del biologico italiano – sono elementi potenziali di sviluppo molto importanti.

Uno strumento legislativo utile a garantire la ripresa e la crescita del settore, che risponde alla necessità di armonizzare la produzione biologica al quadro normativo comunitario e individua strategie finalizzate a migliorare la competitività delle nostre aziende, oltre ad andare incontro alle esigenze del consumatore. Orientamento che trova adeguata valorizzazione anche nel Piano Strategico Nazionale proposto a Bruxelles.

La superficie biologica in Italia ha raggiunto 2.095.380 ettari complessivi e l’incidenza della SAU biologica è passata dall’ 8,7% nel 2010 a 16,6% nel 2020. 

Notevole l’incremento dell’export, che in un anno è aumentato dell’11%, raggiungendo quota 2,9 miliardi di euro, con una crescita negli ultimi dieci anni del 156%. L’Italia si posiziona al secondo posto per export dopo gli Stati Uniti.

Il Ddl contiene misure importanti per favorire l’ulteriore crescita dell’agricoltura bio che conta 2 milioni di ettari coltivati, impegna 80.000 operatori e vale 3,5 miliardi di euro.

Il biologico avanza a ritmo spedito in tutta Europa e anche in Italia, ma i consumi di prodotti bio viaggiano a una velocità molto inferiore rispetto alla produzione, tanto che la media comunitaria non supera a oggi il 5% del totale dei consumi alimentari; per far andare di pari passo la crescita della produzione con quella dei consumi bio diventa fondamentale lavorare per valorizzare le produzioni biologiche e canalizzarle su mercati diversi da quello convenzionale”. Lo ha sottolineato il presidente di ANAPROBIO Italia Ignazio Cirronis.

“Per supportare la crescita del bio bisogna partire dal presupposto che non rappresenta più una nicchia, ma una realtà solida e strutturata, la quale non può più attendere l’approvazione di una legge ad hoc e la messa a punto del Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica-PNAB, che il Mipaaf si è impegnato a varare nel 2022”, ha osservato Cirronis, delineando alcune priorità che secondo ANAPROBIO Italia dovranno trovare spazio nel Piano e contribuire a raggiungere l’obiettivo UE del 25% di SAU bio al 2030.

 

 

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